Nick: Cattivo Oggetto: Paolo Di Canio Data: 30/11/2004 16.47.5 Visite: 188
E' un amore così grande. Talmente grande che ci si riesce a decurtare uno stipendio da 900 mila euro, per accettarne uno da 250 mila euro. E' un amore così grande da farsi tatuare un aquila sul petto. E' un amore così grande da tornare a Roma, dopo 14 anni solo per andare in panchina. E io lo amo perchè è un Irriducibile. Di Canio in poche frasi calcio e tanto altro «Quando ero alla Juve un giorno Moggi mi disse: "Tu adesso vai al Genoa perchè se non ci vai io ti faccio smettere di giocare al calcio" Cristo, pensai. Ma questo ci crede davvero? Mi sentii montare la rabbia dentro, forte, infinita». (sulla sua ultima estate juventina - 1994) «Ogni volta che torno li trovo cambiati. Mio padre ha ancora la forza per prendermi a schiaffi, ma ha settant'anni, ha fatto un mestiere che lo ha segnato. Cominciano ad essere vecchi e questo mi fa stranamente sentire solo». (sui genitori) «Trapattoni è stato anche troppo chiaro: "Di Canio non lo chiamo nemmeno se mi viene la peste bubbonica." Brutta cosa la peste bubbonica. Meglio resti fuori io». (sulla nazionale) «Prima di quel derby il massaggiatore mi aveva chiesto cosa avrei fatto in caso di gol. Io avevo risposto: "je faccio er dito come Giorgione"». (sul derby vinto 1-0 dalla Lazio sulla Roma il 12 gennaio 1989) «Non ero un drogato, però a 15-16 anni chi è che non prova a farsi almeno uno spinello? Io ho fatto una tirata, mi sono sentito male e poi basta. Però, mi fosse piaciuto, non avrei giocato a calcio». (sull'adolescenza nella periferia romana) «Tante volte si va in trasferta soltanto per scontrarsi con le altre tifoserie. A me è accaduto a Padova e me ne sono vergognato. Il branco è terribile». (sul suo passato di ultrà laziale) «Mi piacerebbe aiutare nel sociale. La solidarietà non è un monopolio di sinistra. Nel '93 organizzai un convoglio umanitario per l'Albania. Sono cresciuto in periferia, ho un fratello postino, uno muratore e uno che aggiusta vecchie macchine da presa. Conosco i problemi veri, nessuno può darmi lezioni di vita» (sull'impegno sociale)
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