Nick: Mush^Room Oggetto: .....NON SI TOCCA Data: 3/12/2004 11.11.47 Visite: 163
Errare e' umano, perseverare e' Diodato!!! Ci risiamo! Ancora fiumi di parole sul quotidiano "Roma", ancora un intervento dell'Enel che ha provveduto a staccare la corrente al CSOA Officina99: gli stessi mandanti di sempre, questa volta con una nuova forma di rivendicazione: in diretta televisiva. Gli esponenti di AN al consiglio comunale, strumentalizzando il " problema Officina99" in chiave "amministrazione cittadina", provano ad imporre una sferzata decisiva al tentativo di sgombero del centro sociale di Gianturco: capeggiati da Pietro Diodato , col pretesto di legalita' e sicurezza, hanno ordito una perfetta macchina offensiva che prevede la copertura mediatica attraverso le pagine del quotidiano Roma, l'azione dell'ENEL e un solido appoggio istituzionale materializzatosi nella persona del ministro di Grazia (?!) e Giustizia Castelli. Il guardasigilli leghista, chiamato in causa durante la trasmissione "Punto e a capo" del 25 novembre, non ha perso occasione per dichiarare che si sarebbe occupato in prima persona del "caso Officina99 a Napoli"; del resto, cosa ci si poteva aspettare da una trasmissione su riforma della giustizia, legalita' e morti ammazzati dalla camorra, se non che in primo piano arrivasse l'occupazione di uno spazio autogestito e restituito alla citta' da ormai 13 anni?! E bravo Diodato! ha agganciato anche Castelli nel suo disegno... Ma per il capugruppo e' ancora poco e decide cosi' di passare all'azione con la sua banda di neofascisti: adesso e' l'ora di provedere personalmente a liberare Officina99 dai suoi occupanti per restituirla finalmente alla logica del profitto, ai progetti di speculazione e chissa', magari, ad una bella cittadella della polizia. Quando? venerdi 3 dicembre alle ore 11,30. Pare verranno a "cacciare via gli occupanti", pare saranno in tanti a dargli il benvenuto... Fin qui tutto bene, fin qui tutto bene... Venerdi' 3 dicembre presidio a Officina99 dalle ore 9:00 UNO SGUARDO RETROSPETTIVO SULL'ESPERIENZA STORICA DI OCCUPAZIONE E LOTTA A NAPOLI 01 05 1990 A metà del guado del primo anno dell'ultimo decennio del secondo millennio, Due anni prima di tangentopoli ed otto anni dopo il terremoto, Nel pieno del movimento della Pantera ed a pochi mesi dalla I guerra del Golfo, Napoli sperimenta una forma inedida di protagonismo diretto dei giovani. Viene occupato uno stabile a Via Carlo di Tocco, nr.99. In piena zona orientale, quartiere dormitorio schiacciato tra la deindustrializzazione e la lottizzazione del nuovo centro direzionale, un gruppo di donne ed uomini, studenti e disoccupati, militanti degli anni '70 e proletari di quartiere danno vita ad una esperienza già conosciuta da anni nel nord italia, e che rivive nei racconti dei giovani emigranti: la riappropiazione diretta di spazi sociali. L'occupazione delle case sfitte ha vissuto una stagione prolifica nel post terremoto, ma nel meridione stentano a svilupparsi esperienze collettive di autogestione. L'eroina domina i quartieri, l'alienazione urbana subentra all'edonismo reganiano ed al gelido dirigismo tacheriano. Gli sprechi ed i ladrocini degli anni '80 stanno mostrando il loro passo corto, nello stesso anno crolla il muro di Berlino ed il capitale mondiale integrato inizia la sua lunga corsa verso il dominio globale dell'economia sulla politica. Il lungo ciclo delle lotte operaie è chiaramente chiuso, e con lui si compie il riflusso delle organizzazione della sinistra extraparlamentare, le galere di stato sono ancora piene di centinaia di prigionieri rivoluzionari. Da pochi anni si è vinto uno storico referdum contro il nucleare, che ha visto in nuce il nucleo nuovo della sinistra critica e di base. Uno sguardo sul futuro e nuove forme di protagonismo vengono delineate dai movimenti ambientalisti e contro le basi militari. L'occupazione di Officina 99 ha attraversato quasi 15 anni di vita di questa città, ha resistito a due sgomberi e diversi arresti mirati e preventivi. A partire dall'Assemblea Nazionale "L'utopia ed il progetto: Rompere la Gabbia" del 1991, il collettivo politico di gestione si è rapportato ed è stato parte attiva e riconosciuta di tutti i movimenti sociali napoletani, italiani, europei ed internazionali. Da lì nascono i colletivi internazionalisti di appoggio alla I Intifada, le lotte degli studenti medi ed universitari del 1993 e 1994 contro il I govenro Berlusconi e la privatizzazione del sapere(SABOTAX), l'occupazione del Lab.Okk. Ska, le sinergie con il movimento dei disoccupati organzizzati di Banchi Nuovi (l'ultimo che è andato a lavorare). Attorno ad Officina 99 ruota il collettivo di appoggio alla rivolta zapatista che participerà al I ed al II Incontro Internazionale contro il Neoliberismo e per l'umanità (1994 e 1995), praticamente il primo embrione di Porto Alegre e del Movimento No Global. Migliaia di concerti a prezzo politico, centinaia di rappresentazioni teatrali e cinematografiche, innumeri ore di tempo liberato e sottratto al degrado ed all'alienazione, per reinventarsi come intelligenza collettiva e sfida di costruire un futuro migliore qui, ora e subito. Rifiuto di rassegnarsi all'accettazione dell'esistente e sguardo degno e fiero rivolto verso l'avvenire. Questa è la storia di Officina 99. Instancabili, mai proni agli schemi della politica partitica ma partecipi attivi al dibattito ed alle lotte, in dialogo perenne con quanto si muove a sinistra. Questi sono alcuni scampoli di memoria sull'esperienza passata di Officina 99, il presente è più noto a tutti. Il CSOA OFFICINA 99 è un patrimonio di memoria vivente della città di Napoli e di tutto il movimento. Un terreno ancora ubertoso che può dare innumeri frutti e formare ancore molte generazioni di giovani dediti a migliorare lo stato di cose presenti, come ha già fatto e continua a fare. Ogni attacco contro Officina 99 è un attacco contro la storia perché immemore del ruolo svolto e dell'innumerevoli esperienze di vita, di lotta, di amore che la hanno attraversata in 15 anni e che attraverso lei hanno compartecipato attivazmente alla vita politica e sociale di Napoli e dell'Italia. Chiunque tenti di chiudere questa esperienza ha come scopo vero la rimozione di una parte sana della vita di questa città. La criminalità, il degrado, l'emarginazione le disuguaglianze sono i parametri del nostro odio. Tutto il resto è vita, lotta, passione. Abbiamo trovato 15 anni fa uno strumento per vivere, lottare, amare, è il CSOA Officina 99 e la pratica della rippropriazione diretta degli spazi abbandonati ad uso sociale e collettivo. Questa è ormai nuova legalità, con radici antiche. Il seme si è diffuso e riprodotto, ha rizomaticamente invaso Napoli e così continuerà a fare, ponendo nuove domande ed sperimentando risposte comuni. Non siamo all'inizio del cammino, ma neanche a metà del guado.
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