Nick: Aliag Oggetto: El Pibe de oro Data: 4/12/2004 13.39.24 Visite: 65
Maradona: «Tra un mese torno a Napoli» PAOLO BARBUTO Si è materializzato Diego Maradona, ieri nel cuore di Napoli, a Palazzo San Giacomo. L’ha fatto al telefono, in viva voce da un cellulare, per dichiarare ancora una volta il suo grande amore per Napoli e per fare una promessa: «Torno, torno presto. Proverò ad esserci per l’inaugurazione del Museo di Maradona, sicuramente lo farò nel periodo in cui la struttura resterà in città». È un momento d’emozione grande, e rende speciale il giorno della presentazione del Museo di Diego che verrà inaugurato il sei gennaio e resterà a Napoli, all’Arena Flegrea, fino al 30 marzo. È una situazione che travolge il governatore Bassolino e il sindaco Iervolino, presenti al tavolo dei relatori insieme agli assessori Oddati e Martano e a Ricardo Fuica e Luis Flaishman, dirigenti della M10, la società che gestisce il museo di Maradona. Proprio Ricardo Fuica prepara la sorpresa, compone il numero e, quando gli viene ceduta la parola, la gira a Diego: «Io amo Napoli, penso a Napoli e alla gente che sta lì. Posso trovarmi in qualunque città, però mi sentirò sempre napoletano». La voce è impastata dal sonno, a Cuba è l’alba, ma Diego ha rinunciato a dormire per parlare con la sua città: «Grazie a voi che avete voluto ospitare il mio museo, è una iniziativa bellissima. Grazie soprattutto per l’amore che provate per me. Io ora sto bene, mi sento in forma, non siate preoccupati». Il telefono cambia mano. Il governatore Bassolino saluta Maradona e Diego gli risponde da vecchio amico «Ciao, Antonio, come stai?» e Bassolino «sai che ti vogliamo bene, Napoli è la tua seconda patria»; Maradona non se lo lascia ripetere: «Lo sanno tutti che sono napoletano». Poi viene il momento del sindaco: «Diego, vieni presto, ti riserveremo una accoglienza speciale». Poi il sindaco annuncia che partirà l’iter per concedere a Maradona la cittadinanza onoraria. Le emozioni sfumano quando la linea del cellulare fa le bizze e cade. La «voglia di Maradona», invece, è prepotente. L’assessore Oddati spiega che Napoli farà il possibile perché il museo itinerante di Maradona smetta di essere itinerante e trovi una sede stabile in città, Ricardo Fuica ringrazia l’amministrazione per l’impegno, l’assessore Martano ricorda che quella napoletana è la prima tappa europea del museo e promette che i 350mila visitatori di Buenos Aires saranno raddoppiati a Napoli. Bassolino prima di andare via ricorda che le vicende di droga non cancellano la bravura del campione: «Non prendeva quelle sostanze per migliorare le prestazioni». Ma ogni parola, dal momento della telefonata di Diego, resta brusìo di sottofondo. A palazzo San Giacomo risuona ancora la voce di Maradona: «Napoli, sto tornando».
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