Invece di accendere fiamme di speranza stiamo invece accendendo lumini funebri sui luoghi delle macabre esecuzioni di questa ennesima guerra di camorra che sta insanguinando le strade della nostra martoriata città. Come organizzare la speranza in questa terra senza speranza? Ora che lo Stato vuol far sentire la sua presenza con la forza della repressione ci sembra ormai troppo tardi, assistiamo a un cliché fin troppo logoro. E poi a cosa serve la repressione? Solo a dare quella parvenza di sicurezza al cittadino che ormai convive con la paura e la violenza? Ma a Napoli servono dei piani concreti di sviluppo per farla uscire da questo tunnel di morte e di disperazione. Finché il lavoro sarà un miraggio per pochi, finché continuerà la mentalità e la logica della raccomandazione per avere quello che mi spetta di diritto, come si arresterà questa scia di violenza? Fino a quando non si risaneranno le periferie aiutando la gente a vivere da persone e non bollandole come “a rischio” come si spera di uscire da questa spirale di morte e di guerra tra bande? Si dovrebbero denunziare le istituzioni che hanno permesso la costruzione di periferie come Ponticelli e Scampia, proprio allo scopo di creare ghetti ed emarginazione. Ma le avete viste queste periferie come si presentano? Concepite da una mente demoniaca, adoratore del dio denaro, del dio sfruttamento, del dio “me ne infischio di chi andrà ad abitarci”. Sono stati creati dei mostri che stanno generando altri mostri - “chi semina vento raccoglie tempesta”-. Lo Stato oggi raccoglie quello che in questi anni ha seminato: solo vuote parole, vento… e ora ecco la tempesta, devastante ed inarrestabile come i temporali estivi che procurano alluvioni e disastri.
Lo Stato non è in grado di dare risposte solide, che durino nel tempo, che si aprono ad orizzonti ampi e costruttivi di una nuova solidarietà. In questi giorni sento ancora una volta parlare del “Banco Alimentare” e della raccolta che si sta operando nei supermercati per la gente indigente. Ma ci rendiamo conto che non è questa la risposta che la gente si aspetta. Anzi questo alimenta solamente la mentalità dell’ accattonaggio, dell’ assistenzialismo che non promuove l’essere umano. Mi sembra di essere tornati ai tempi, neanche tanto lontani. di quelli che davano la pasta in cambio dei voti. Stiamo facendo tanto per trasformare le Caritas parrocchiali da centri di assistenzialismo, dove venivano dati “i pacchi”, a centri di promozione della cultura della solidarietà e della promozione umana, e ora vogliamo tornare indietro. La gente non ha bisogno di pacchi, ma di solidarietà concreta, che significa lavoro, diritti, giustizia sociale, politiche sociali volte a promuovere l’uomo, non ad avvilirlo col “pacco” della buona azione di Natale!!! Che viscida ipocrisia. E anche questa mentalità alla base della cultura della "camorra” che cresce e si dirama, perché tutti gli interventi repressivi non vanno alla radice del male, ma solamente tagliano qualche ramo dell’immenso rovo che ormai ci circonda da tutte le parti. Provocatoriamente voglio dire che la violenza di questi giorni è una lezione per tutti quelli che hanno compiti di responsabilità e di dirigenza nella nostra città.
FumoToy