Nick: insize Oggetto: MENO DI 2 DOLLARI AL GIORNO Data: 7/12/2004 16.7.51 Visite: 118
Il rapporto dell'Ilo sullo stato dell'occupazione: "Oltre mezzo miliardo guadagna meno di un dollaro, sotto la soglia di povertà" Metà dei lavoratori nel mondo con meno di due dollari al giorno Solo in Asia reali probabilità di miglioramento entro il 2015. GINEVRA - Circa un miliardo e mezzo di lavoratori, la metà del numero totale nel mondo, guadagna meno di due dollari al giorno. Peggio ancora: mezzo miliardo di questi non supera un solo dollaro al giorno. Il dato sconcertante, indice della povertà nel mondo, è contenuto in uno studio dell'Ufficio Internazionale del Lavoro, l'Ilo, l'agenzia specializzata delle nazioni Unite con sede a Ginevra, il cui compito è di promuovere la giustizia sociale e i diritti dei lavoratori. L'Ilo, insieme con queste cifre allarmanti, lancia un messaggio di speranza: le cose potrebbero cambiare se le politiche lavorative dei governi si concentrassero sul miglioramento della produttività del lavoro e la creazione di occupazione. E' una possibilità, ostacolata dal fatto che ci vorrebbe una crescita media del prodotto interno lordo pari al 4,7 per cento, cosa che difficilmente potrà avvenire prima del 2015. 2,8 miliardi con un lavoro. Il ''Rapporto mondiale sull'occupazione 2004-2005'' dell'Ilo evidenzia inoltre che i 185,9 milioni di disoccupati registrati nel 2003 rappresentano solo la ''punta dell'iceberg'' della mancanza di lavoro dignitoso, dal momento che le persone occupate, ma che vivono in povertà, sono ben sette volte tanto. Secondo il rapporto, nel 2003 nel mondo erano circa 2,8 miliardi le persone con un lavoro, una cifra senza precedenti. Tuttavia, di questi, quasi la metà - il numero più alto mai registrato - vivono con meno di 2 dollari al giorno e circa 550 milioni sopravvivono al di sotto della soglia di povertà di un dollaro al giorno. Nel 1990 le persone che vivevano con meno di 2 dollari al giorno o un dollaro al giorno erano oltre il 50 per cento in più. Inoltre i tassi di crescita globali previsti dovrebbero consentire di dimezzare il numero dei lavoratori poveri in alcune aree del mondo entro il 2015. Con le sue analisi sui legami tra occupazione, produttività e riduzione della povertà il Rapporto mondiale sull'occupazione 2004-2005 apre nuove prospettive. Il Rapporto rileva che a beneficiare dell'aumento della produttività sono in primo luogo le imprese con costi di produzione più bassi e aumento dei profitti e della competitivita', in secondo luogo i lavoratori, con redditi più elevati e riduzione dell'orario di lavoro. In ultima analisi, questi benefici avranno conseguenze a livello macro economico grazie alla riduzione dei prezzi, all'aumento dei consumi e dell'occupazione. L'aumento della produttività porta spesso a ridimensionare alcuni settori, mentre l'occupazione aumenta in altri settori. Per affrontare questa sfida, ''le istituzioni dovrebbero garantire ai lavoratori sicurezza e formazione per prepararli meglio ai cambiamenti del mercato del lavoro.'' Il rapporto richiama in particolare ad una maggiore attenzione all'aumento della produttività e dei redditi nel settore dell'agricoltura, che impiega oltre il 40 per cento dei lavoratori dei paesi in via di sviluppo e contribuisce ad oltre il 20 per cento del loro prodotto interno lordo. Il Rapporto mondiale sull'occupazione 2004-2005 si occupa anche dei problemi della globalizzazione, raccomandando politiche per migliorare l'integrazione delle piccole imprese all'interno della più ampia economia, per ridurre il divario di produttività con aziende più grandi. Le imprese più piccole rappresentano una parte significativa del mercato del lavoro, sia nei paesi industrializzati, sia in quelli in via di sviluppo, ma il loro contributo alla riduzione della povertà è limitato se la loro produttività è bassa. Le speranze dalla Cina. Previsioni di crescita del Pil e consigli per la produttività si scontrano tuttavia con realtà nelle quali la speranza di un mutamento a breve termine è labile. Solo l'Asia orientale ha una reale probabilità di raggiungere gli obiettivi di crescita del Pil entro il 2015, qualche chance anche per i paesi del Medio Oriente e del Nordafrica, potrebbero farcela l'America latina e i Caraibi, mentre sono molto lontani dal traguardo i paesi dell'Africa sub-sahariana. Il Rapporto sostiene, in conclusione, che nel mondo permane un ampio e persistente deficit del lavoro dignitoso e ''questo pone una grande sfida nella lotta alla poverta'''. (7 dicembre 2004) www.repubblica.it |