Nick: F.A.R.C. Oggetto: MUSICA CONTRO IL RAZZISMO Data: 19/11/2002 23.42.21 Visite: 3
Sono tempi duri per chiunque come noi suona musica contro il razzismo. Siamo una band interetnica, composta da un giapponese, un colombiano e una napoletana. Ci capita spesso di suonare ad iniziative contro le discriminazioni e per la libertà dei popoli. Recentemente contro l'embargo e per dire NO alla nuova guerra americana abbiamo partecipato a un concerto a Baghdad: "mille note contro la guerra in testa". Ma è successo di tutto e questo è il triste resoconto. Stavamo suonando "Islam Punk", nostro cavallo di battaglia rubatoci anni fa dai CCCP, quando nel pogo individuammo Saddam Hussein che flirtava con Bin Laden, Bush e il Mullah Omar si fecero afferrare per pazzi. Ora voi direte Bush a Baghdad? E io vi rispondo si! Perché quello che nessuno sa è che Bush e Saddam Hussein sono amanti. Già nel 1991il vero motivo della guerra non fu affatto il petrolio, ma un presunto flirt di Saddam con Yasser Arafat, tralaltro confermato dalla CIA. A nulla valsero i disperati dinieghi del rais di Baghdad e fu guerra, ma alla fine quando tutto sembrava perduto Saddam gli fece pervenire una struggente lettera che squarciò letteralmente il petto del vecchio Bush padre. Conservò per il suo diletto il trono imperiale dell'Irak e partirono insieme per un week end da mille e una notte. Indiscrezioni narrarono che come pegno d'amore Saddam portò in regalo le teste debitamente miniaturizzate di alcune migliaia di oppositori kurdi e comunisti e il regalo risultò particolarmente gradito. Così quella sera a Baghdad sulle note di Islam Punk esplosero vecchi rancori e ruggini mai sopite, insieme a sentimenti più nuovi ma analogamente travolgenti. Si perché Bush junior già all'epoca della prima guerra del golfo era irresistibilmete attratto da Saddam, al punto da avere un suo pupazzo coi baffi originali trafugati da un suo fedelissimo capitano dei marines nel bagno personale del dittatore. Fu solo grazie al rispetto e all'amore filiale che riuscì - a stento - a reprimere per diversi anni quel sentimento. Poi venne Clinton e quell'amore sarebbe stato agli occhi degli americani come un tradimento imperdonabile. Però sul letto di morte quando suo padre gli disse: "promettimi che manderai via quell'infame democratico e riporterai il nostro nome alla casa bianca", lui in un impeto di sublime passione gli disse di getto: "e tu dammi il numero di cellulare di Saddam". Bush padre ebbe un moto di stizza, qualcuno dei suoi stretti collaboratori parlò di gelosia, poi resosi conto che il suo tempo era giunto alla fine, con un sospiro rancoroso disse: "resta pur sempre in famiglia, talis pater talis filius - con un accento latino dell'età classica, senza intacco palatale -. Ma Saddam era così, irrefrenabile, e se da un lato la sua passione per la famiglia Bush era collaudata nel tempo, quel ragazzino col turbante e la barba, tal Bin Laden lo faceva morire. Era audace e quando i loro occhi s'incrociarono per la prima volta fu subito scintilla e Cupido scoccò il fatal dardo. Ma Binny, come lo chiamava S. Hussein, era gelosissimo. Bastò che una sola volta filtrasse un inciucio su una visita segreta e nottetempo di Saddam a New York in un appartamento segreto del presidente americano, all'ultimo piano delle twin towers. L'idea della vendetta si fece subito strada senza esitazione e successe quello che tutti sanno, era l'11 settembre 2001. Il mullah Omar invece aveva sempre amato Bin Laden perchè gli sembrava il braccio attraverso il quale si potevano realizzare i sacri principi del Corano e della guerra santa agli infedeli, ma anche per una pura, semplice e mai confessata attrazione sessuale. C'era troppa benzina quella sera a Baghdad e pure troppo fuoco e ci volle poco perché la miscela facesse effetto. Al grido di: puttana, curnut, omm e merd la serata degenerò in un parapiglia generale. Tornammo a fatica, prima con una carovana di agenti dela CIA travestiti da cammelli, attraverso mezzo medio oriente, poi su un gommone battente bandiera dell'Atletico Tirana. Intanto in Italia avevano approvato la Bossi - Fini, che consentiva solo a chi se lo poteva permettere il soggiorno in Italia. A Brindisi i finanzieri, ligi al dovere e con un'interpretazione assolutamente imprenditoriale della legge, pigliarono Kamikaze e gli dissero: "Faccia giall" e un finanziere napoletano particolarmente devoto a san gennaro si dimise dal corpo. Ma i suoi colleghi se ne passarono per il cazzo e continuarono: "E tu cu sta faccia giall ro cazz, vuliv trasì in Italia??? O cumpagn tuoje è colombian e ten a rrobba bon e po trasì, sti frat re nuost albanes pavn a mazzett comm e tutt e mafius italian e non c'è nessun problema, ne ma tu a cca che bbuò???" e allontanarono Kamikaze con metodi bruschi e 3/4 sputazzate alla liquirizia amazzonica (che tutti scroccavano al tenente Cazzillo, noto anche come Il finanziere ecologista). Poi guardarono l'italiana, si chiamava Taitù e le dissero: "il Presidente la vuole conoscere, perché è un appassionato del gioco delle tre carte" e lei all'apice della gioia rispose: "allora mi cancello dal sito e faccio fare una legge allo zio Silvio che cancella tutti i siti che non sono suoi e dove la gente addirittura scrive cose originali". Ma arrivata a palazzo Chigi Silvio non c'era, voci segretissime dissero che stava facendo un'orgia con Saddam, Bush figlio, il mullah Omar e Bin Laden e tutti amarono tutti. ps taitù si è reiscritta, pare col nick "copia/incolla", kamikaze è stato segnalato al passo dello stelvio che tenta di convincere i finanzieri che ha solo l'epatite virale e io sono qui a provare i pezzi per il nostro prossimo show, che vi garantisco sarà eccezionale. pps per concerti contattate il nostro agente P_Escobar. |