Nick: Mach Oggetto: Mah..... Data: 14/12/2004 12.44.29 Visite: 103
LA MAMMA non basta più, la fidanzata talvolta fa più danni che altro, da soli non ci riescono. Perché il buon gusto è innato. E chi non ce l'ha, è difficile che se lo possa dare. Soprattutto se prendiamo quella tipologia (diffusa) di maschio adulto, che si infila la prima cosa che trova nell'armadio, mangia insalate imbustate e panini imbottiti, lascia che pancia e barba vivano di vita propria, preferisce Blockbuster al teatro e ama circondarsi di truciolato Ikea. Uno così, non potrà mai diventare metrosexual(1). Cioè quel genere d'uomo che l'occhio sottile di Carrie Bradshaw (Sex and the City) ha catalogato come "quella nuova razza di maschi eterosessuali generatasi a Manhattan a causa di eccessiva esposizione a moda, cucina esotica, musical e antiquariato".
Per aiutare il maschio italiano in questione a sentirsi cool (diventarlo, poi, è laborioso ma possibile), sopprimendo il virus del cattivo gusto che si annida in ciascuno di noi, arrivano, su La7, Alfonso, Guido, Marco, Massimo e Mattia. Uno staff di giovanotti gay esperti, nell'ordine, di: food&wine, interior design, beauty, fashion, lifestyle. Cioè i protagonisti del reality show I fantastici 5, versione italiana di Queer Eye for the Straight Guy, format Usa lanciato da Bravo (la rete via cavo di Nbc Universal) che dal suo debutto nel luglio del 2003 è diventato un fenomeno di costume.
La loro missione è irta di ostacoli. Un solo giorno di tempo a disposizione per trasformare il look (e la casa, e le abitudini alimentari, e le attitudini culturali, e il modo di esprimersi) di un ragazzo nell'imminenza di un'occasione particolare. Perché cinque gay? "Noi siamo innanzitutto professionisti in vari settori - rispondono - poi siamo gay. Ma conosciamo anche moltissimi gay con gusti orrendi". Nessuno stereotipo, dunque. Ma un'aggiunta, garanzia di estro e sensibilità.
"Gay specializzati - recita lo slogan della trasmissione - per uomini trasandati". Il restyling è totale. Teatro della metamorfosi, negozi d'arredamento e boutique, beauty center e enoteche. E grande ironia. I cinque sono brillanti, colti, eleganti. E di un sarcasmo deflagrante. Con un atteggiamento assai prossimo alla presa per i fondelli dell'oggetto delle loro attenzioni.
Il contatto avviene tramite un "gancio", che chiede aiuto ai cinque per un "intervento di restauro". Una curiosità: se in America la richiesta arriva da amici, o dagli stessi ragazzi, e in Francia sono le fidanzate a segnalare i loro boyfriend, in Italia sono soprattutto le mamme. Stanche di figli trentenni sciatti e pantofolai. Un esempio: è la sera in cui Adriano, 27 anni, vuole chiedere ufficialmente alla fidanzata di andare a vivere con lui. Da lui. Lui ha le maniglie dell'amore, la barba incolta, una casa che è un'accozzaglia di mobili e oggetti orrendi, e usa regalare alla ragazza peluche leopardati. Finisce tutto giù dalla finestra.
In quanto ai protagonisti, l'unico volto relativamente noto è quello di Mattia Boschetti, da tre anni conduttore di Gay Tv. Marco Terzulli ha curato l'immagine, fra gli altri, di Giovanna Mezzogiorno, Daria Bignardi, Rupert Everett. Esperto di arredamento è Guido Tommaso Oliva, che collabora con prestigiosi studi europei di architettura residenziale di lusso. Alfonso Montefusco è considerato uno dei più promettenti chef italiani (ha lavorato da Nobu Armani a Milano, al Biblioteca di New York), e Massimo De Pietro è stato attore in importanti produzioni del Teatro dell'Opera e ha fondato una società di pubbliche relazioni che ha organizzato eventi legati alla moda e allo spettacolo.
I fantastici cinque. La7, da mercoledì 15 dicembre alle 21. Un programma di Fabio Buttarelli, regia di Dario Calleri. (14 dicembre 2004)
(1) METROSEXUAL, ovvero l'uomo nuovo. Definizione ibrida, naturalmente di paternità americana, che individua i maschi di nuova generazione, radicati nelle metropoli (da cui il suffisso metro), attenti consumatori di prodotti cosmetici avanzati, patiti di shopping ricercatissimo, buongustai raffinati. Per loro si è mobilitata l'editoria, che continua a sfornare riviste patinate interamente dedicate al "nuovo maschio", ma anche la televisione, che per loro ha creato, negli Stati Uniti, una trasmissione "Queer eye for the straight guy" in cui un gruppo di esperti look maker rigorosamente gay (i Fab Five) offre consigli di stile e comportamento agli etero per essere veramente "straight", giusti. E naturalmente è attentissimo il mercato, che crea prodotti "di confine": ricercati come quelli per le donne, ma pur sempre maschili.
"Metrosexual" è una termine coniato un anno fa da Mark Simpson sulle pagine di Salon.com, una rivista on line statunitense. Simpson si rifà a una puntata del telefilm cult "Sex and the city", in cui la lingua tagliente di Carrie accennò per la prima volta a "una nuova razza di maschi eterosessuali generatasi a Manhattan a causa di eccessiva esposizione a moda, cucina esotica, musical e antiquariato". E quando una nuova categoria sociologica trova la sua immagine in un telefilm (vedi i trentenni di Friends o i "mafiosi" di The Sopranos, per citarne alcuni) è rapidamente destinata al successo, non foss'altro perché se ne accorge la pubblicità e il mercato si gonfia di prodotti rivolti a nuovi potenziali (e nel caso specifico anche facoltosi) acquirenti. E poi lo star system ne offre l'icona, con quel David Beckham, vero e proprio guru del metrosexual, oltre che idolo per i gay.
Il vantaggio di questa definizione, dice la comunità gay, è che finalmente si separa l'omosessuale vero dall'etero che è sceso a compromessi con il suo lato femminile. E si lascia volentieri trascinare dalle mode, dai trend, che scova l'ultimo ristorante etno-chic.
In "Queer eye for the straight guy", trasmesso dalla tv satellitare Bravo, questo è evidente. I Fab Five danno consigli perché gli etero conquistino le donne attraverso le armi che queste ultime hanno sempre utilizzato per conquistare loro. E il successo proprio tra le donne del programma confermerebbe la bontà della trovata. Alle donne, insomma, non dispiace l'uomo che le sappia portare nel locale giusto, che non sbagli il calzino e che profumi dell'ultima fragranza di Cavin Klein.
Sarebbero out, quindi, tutte quelle che non ne possono più degli uomini che occupano i pochi spazi residui nei saloni di bellezza, quelli con cui andare a fare shopping diventa un incubo perché ti trascinano da una parte all'altra per cercare le scarpe "fichissime" che sono di moda a Londra.
Il segreto, per i pubblicitari, come per gli editori, sta nel trovare il giusto equilibro di maschile e femminile, cavalcando la linea di confine che separa i gusti del metrosexual da quelli del gay così come da quelli delle donne. E così una famosa marca di deodorante si pubblicizza con spot in cui un uomo al bancone di un bar osserva insistentemente un'altra donna. situazione comunissima, ma accanto a lui c'è la fidanzata che, in una versione insolita di gelosa "comprensiva" gli fa: "Carina quella, eh?". Nuova complicità o semplicemente rassegnazione? (4 ottobre 2003) |