Nick: Coatlicue Oggetto: Lessico e nuvole Data: 17/12/2004 10.23.41 Visite: 71
vi segnalo un articolo molto simpatico dalla ribrica di Stefano Bartezzaghi su Repubblica! buona lettura Anagrammi, un giro d'Italia Incrociando le due lezioni di Jacques Jouet (vedi rubrica di martedì 14) e di Giovanni Longobardi (vedi rubrica di mercoledì 15) si ottiene il gioco degli anagrammi da metrò. Regole del gioco. Il gioco degli anagrammi da metrò ha una versione ortodossa e una versione eterodossa e anzi eretica. Nella versione ortodossa, bisogna vivere o almeno capitare in una delle poche città italiane in cui esista un servizio di metropolitana. Milano, Roma, Napoli, e poi? Ogni anagramma va composto quando il treno è in movimento. Si sale sul metrò e quando questo parte si compone (mentalmente, o con carta e matita) l'anagramma del nome della stazione da cui si è appena partiti (anagramma da metrò a trazione posteriore) oppure l'anagramma del nome della stazione di arrivo (anagramma da metrò a trazione anteriore). Durante la sosta si trascrive l'anagramma: e si prosegue fino alla stazione di arrivo. Esempio. Parto, sulla linea 2 di Milano (la "verde") in direzione Cologno-Gessate dalla stazione di Sant'Ambrogio e faccio l'anagramma a trazione posteriore: barista gnomo; gais trombano; mons. abrogati; orgasmi, bontà; oppure l'anagramma a trazione anteriore Cadorna: Cardano; d'arcano. Arrivo a Cadorna, trascrivo. Proseguo sulla linea, e maledico il nome della stazione Lanza da cui ottengo solo il tronco alzan. Da Moscova mi viene un: cosmo va. Da Garibaldi, molte soluzioni: per esempio dai glabri o la Brigida. Nulla mi impedisce di provare a connettere gli anagrammi in un componimento parapoetico Orgasmi, bontà d'arcano alzan. Cosmo va dai glabri ... Ma nulla mi obbliga a farlo. Naturalmente, però, io non sto scrivendo questa rubrica sul metrò, ma sono fermo (se non consideriamo la rotazione del pianeta) alla mia scrivania. Quindi sto in realtà giocando alla versione eterodossa del giro di Milano degli anagrammi da metrò: che diventerebbe eretica qualora mi aiutassi con un motore di ricerca. L'ultimo dei poèmes de métro di Jouet recita così: Se dodici mesi di poesie da metrò finiscono, e finiscono senza rinnovarsi, è perché comincio ad avere la sensazione che potrei comporne, delle poesie da metrò, nella mia stanza, di false. http://www.repubblica.it/2003/g/rubriche/lessicoenuvole/16dicem/16dicem.html |