Nick: zopar Oggetto: Umanita' Data: 23/12/2004 22.23.23 Visite: 77
In questi giorni, più degli altri, c'è tanta gente in giro per le strade. Una folla che scorre lungo i marciapiedi, serpentoni di auto che strombazzano. Si muovono tutti. Chi verso casa come ogni sera. Chi va a fare acquisti, quelli natalizi. Chi si reca nei centri commerciali, nei bar o in chissà quali altri posti. Chi esce solo per fare un giro e sentire un po' del freddo natalizio, l'unico freddo che scaldi il cuore. Quante persone avrò incrociato in questi giorni? Non so dirlo con precisione, penso si tratti di centinaia. Varie persone, se la memoria non mi inganna, ma anche facendo semplici supposizioni, le incrocio quasi tutti i giorni: i pendolari, quelli che lavorano e hanno sempre lo stesso orario, oppure gli studenti, quelli che si affollano al mattino lungo la banchina della metropolitana, schiamazzando, spintonandosi spensieratamente e facendomi chiedere dove trovino tutta questa forza alle sette del mattino. Ognuno ha un suo modo di fare, di parlare, di camminare, di pensare. Ognuno unico nel suo genere. Ognuno con la sua giornata da trascorrere. Ognuno con la sua storia e col suo futuro. Ognuno coi suoi segreti. A volte, soprattutto per quelli che vedo spesso, mi vien voglia di fermali e chiedergli dove vanno, cosa fanno, da dove vengono. Non per curiosità; ma per il semplice fatto che mi rendo conto che alla fin fine ognuno di noi si limita a interagire quotidianamente con poche decine di persone. Invece siamo tanti, ma tanti tanti. Ed è in giornate come queste, quando la folla si fa vedere che mi accorgo di quanti siamo e di quanto noi, ogni giorno, non facciamo altro che uscire solo nel cortile di casa. E mi chiedo se fra questi forse c'è qualcuno che potrebbe essere un buon amico; oppure qualcuno di davvero interessante. Sarebbe da matti fermare la gente per strada e riempirla di domande, ma sarebbe anche divertente da matti. Poi penso anche: tizio conosce caio, caio conosce sempronio, sempronio conosce pompeo e pompeo... fino a che non si arriva a qualcuno che conosce me e convengo che è come se anche io conoscessi caio. Lo stesso giochetto si può fare con le parantele, allarga allarga siamo parenti di tutti. E lo dimostra il fatto che attraverso il dna mitocondriale si può risalire fino a una "eva" di molti molti anni fa. Insomma siamo tutti amici o fratelli a questo punto no? E senza bisogno di scomodare una qualche religione ma usando un semplice ragionamento un po' fantasioso. Non potrò mai conoscere tutti, tantomeno approfonditamente. Ma sapere che in qualche modo sono legato, anche se alla lontana, alle altre persone mi fa sembrare gli sconosciuti di ogni giorno meno ignoti. Insomma, in un certo senso, ho trovato il significato della parola Umanità.
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