Nick: Quilo Oggetto: Caro Antonio Data: 28/11/2002 5.38.35 Visite: 38
Stanotte non riuscivo a dormire... -----Messaggio originale----- Da: *miomail* Inviato: Thursday, November 28, 2002 5:41 AM A: Antonio Di Pietro [dipietro@antoniodipietro.org] Oggetto: Ineleggibilità dei condannati Caro Antonio, per anni non ti ho scritto la mia stupita ammirazione per quanto stavi facendo, oggi mi decido a farlo, ma per contestarti. Io penso che gli italiani ti considerino un ingenuo idealista. Una parte di loro ti vota, per la purezza del tuo idealismo. L'altra parte vota altrove, perché teme la tua ingenuità. In altre parole, forse sei l'unico uomo politico italiano che riceve o non riceve voti per quello che è, anziché per quello che è riuscito a far credere di sé. Convinto che si cresca nell'analisi dei propri errori più che nel compiacersi delle vittorie, mi rivolgo immediatamente all'ingenuo che inciampa. Quell'ingenuo che nell'ultima puntata di Ballarò ha proposto l'ineleggibilità dei condannati. Dopo averci riflettuto per un po', ho concluso che hai proposto null'altro che uno spostamento di potere dal Parlamento alla Magistratura, la cui integrità non è affatto più certa di quella dei parlamentari. Se si affermasse la norma che auspicavi, pochi uomini sottoposti al solo controllo del "sistema", in cui non sempre la "gente" si identifica, potrebbero facilmente delegittimare i candidati scomodi. Che ne sarebbe dei dissidenti, delle voci che in un sistema corrotto si levano dal coro? Non so come tu sia scampato alle ire giudiziarie che ti si sono scatenate contro quando hai abbandonato la toga, ma come puoi essere certo che ti andrà bene anche la prossima volta? L'immunità parlamentare, per quanti problemi sollevi, si proponeva in fondo un fine congruo. Ovvero quello di scongiurare il rischio che i magistrati possano sostituirsi ai cittadini nella scelta dell'indirizzo politico del paese, decretando di fatto la fine della democrazia. Se, data la natura dell'uomo, ammettiamo che sia fisiologico che i sistemi vivano a rischio di deviazione costante, è facile convenire che quello che risulta illegale per il sistema potrebbe rivelarsi ideale per la popolazione. Ed è quindi solo a questa che spetta di discernere tra il bene e il male, decretando magari con un voto l'obsolescenza di una norma o la priorità tra valori in contrasto. Del resto il bene e il male sono concetti così relativi che assumono significato solo quando vengono rapportati direttamente alla condizione che vive la gente. Chi dunque può sostituirsi alla gente nel valutarli? A questo punto il problema scivola sulla necessità di garantire alla gente di esprimere la propria preferenza in libertà e consapevolezza. Due temi trascurati in modo criminale. Segretezza del voto, che in Italia non esiste, e informazione chiara e diretta: "stai votando un condannato per xxx". Questo mi aspetto da te. Poi sia la gente a scegliere. *miafirma*
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