Nick: insize Oggetto: CALCIO CHE SKY-FO Data: 1/1/2005 12.55.17 Visite: 74
Digitale terrestre e guerra delle tv. Le minacce di Murdoch spaventano i presidenti. Spinelli: "Overdose da telecamere". I club si ribellano a Sky "Se paghi meno, falliamo" di CORRADO ZUNINO ROMA - La nuova frontiera tv fa paura al calcio di sotto, e allontana un altro po' le società medio-piccole dalle grandi. Il digitale terrestre, che esordisce sabato 22 gennaio con Livorno-Milan (3 euro il costo per il telespettatore), fa dire a Maurizio Zamparini, presidente del Palermo: "La serie A è così preziosa che non puoi venderla a cani e porci". Lui è sempre colorito, si sa. Da gennaio, però, vedremo partite e scorci di partite di campionato in chiaro (Rai e Mediaset), attraverso il satellite (Sky), la fibra ottica (Fast Web) e ora anche il digitale terrestre sponsorizzato dal governo (Mediaset e La7). "I soldi che entrano nelle società medie e piccole dal digitale terrestre sono poco più di elemosine", ancora Zamparini, "mentre il prezzo che rischiamo di pagare è alto: Sky che si arrabbia e ci costringe a rivedere i contratti. E poi gli stadi deserti. Se vendi una gara a due, tre euro il risultato saranno gli stadi vuoti. Il problema è sempre lo stesso, il gigantesco conflitto d'interessi Galliani-Milan-Mediaset. Sul digitale terrestre il presidente della Lega calcio non ha informato nessuno e ha lasciato spartire la torta ai soliti tre: il suo Milan, la Juve e l'Inter. La Lega non è un'azienda seria, da dieci anni fa i comodi di tre club". È una vecchia storia, la distanza tra società di calcio che si allarga e uccide il campionato: i bilanci da multinazionali delle big contro quelli da fallimento del resto d'Italia. Le tre del Nord più la Roma da sole già si prendono il 52% dei guadagni della pay tv: 387,7 milioni di euro l'anno distribuiti a venti società di A. Con il digitale terrestre - sono solo 54,4 milioni ai club per tutto il 2005, ma siamo in fase sperimentale - le quattro sorelle si prenderanno il 66% del totale. Se con la pay tv la Juve incassa 34 volte il Brescia, con il "terrestre" la distanza si farà infinita: alla Juve andranno altri 10,7 milioni a stagione, a Lazio, Udinese e Siena zero euro. La più piccola della serie A, il Siena del presidente Paolo De Luca, ricorda che sarà difficile inventare un calcio dove il Milan giocherà contro nessuno: "Siamo piccoli, certo, ma facciamo parte dello stesso campionato: la partita è tra due, non è possibile far mancare risorse al secondo. Noi siamo fuori dal digitale terrestre, ma confido che prima o poi rientreremo". Il piccolo Siena ha un doppio problema: a fine stagione gli scade il rapporto con Sky e, visto che gli uomini di Murdoch vogliono ricorrere all'antitrust europeo e rivedere al ribasso i nuovi contratti, difficilmente otterrà i 5 milioni a stagione che gli consentono di sopravvivere. "Che possiamo fare, lo sciopero della fame?", s'interroga De Luca. "Meglio mantenere bilanci sani, attrarre i giocatori con la qualità della vita di Siena, costruire cinema e alberghi attorno al nuovo stadio e sperare che Galliani, da uomo potente qual è, decida di fare il potente un po' più giusto. E poi, se Sky ci offrirà un nuovo contratto a condizioni inaccettabili, faremo i free lance: venderemo gara per gara al miglior offerente". De Luca in Lega appoggia Galliani, ma fin qui non ne ha tratto giovamento. Aldo Spinelli, invece, è un contestatore, eppure il suo Livorno è riuscito a ottenere un triennale "terrestre" con Mediaset, seppure a prezzi da saldo: 700 mila euro l'anno. Ecco il presidente Spinelli: "Sky non può minacciare di darci meno soldi perché arriva un nuovo tipo di tv, la concorrenza è la concorrenza. Il problema è che il calcio è in overdose. Io oggi accendo Sky solo per vedere un bel film, non ne posso più di partite. Troppe, e a tutte le ore". Il presidente del Bologna, Renato Cipollini, riflette: "Se lo stadio tv diventa così ampio, per portare la gente allo stadio in cemento bisognerà abbassare i prezzi". L'amministratore del Lecce Claudio Fenucci chiude: "Il nostro potere contrattuale è troppo basso, dobbiamo tornare a vendere i diritti alle tv tutti insieme, collettivamente".
|