Nick: JacKn|Fe Oggetto: re:I'm that Data: 3/1/2005 15.48.42 Visite: 10
Gurdjieff è un uomo che girò il mondo, conoscendo i più grandi uomini, e imparando da loro le dottrine che poi contribuirono a creare quella che fu la sua. I suoi insegnamenti si basano su diverse teorie, tra cui quella che vede l'individuo "composto" da "centri" (centro motorio, centro razionale, centro emotivo), sull'esercizio pratico teso alla "presenza a se stessi". Ti faccio un esempio. Gurdjieff sosteneva che quasi nessuno è presente a se stesso, consapevole di cosa stia facendo e della sua precisa situazione, ma che il pensiero sfuggisse costantemente al controllo umano per seguire l'inutile serie di congerie che sempre ci distrae. Se ti metti a fissare un oggetto, la lancetta di un orologio, per qualche minuto pensanto soltanto "sono qi e sto fissando la lancetta" dopo pochi secondi il tuo pensiero verrà irrimediabilmente deviato verso altre cose, contro la tua volontà. Uno degli esercizi a cui lui sottoponeva i suoi discepoli (organizza incontri senza scopo di lucro con delle persone che avevano voglia di apprendere, ma se cerchi adesso associazioni di "quarta via" - il nome di questo tipo di dottrina - sono tutte a pagamento) era proprio questo. Solo l'illuminato, sosteneva, ha consapevolezza di se stesso e delle cose che lo circondano. Il cammino verso la consapevolezza è sempre traumatico, e porta a stare peggio, ma è inevitabile quando si sente di doverlo fare. Una delle frasi che mi stupirono di più, di Gurdjieff, e che ripeto a iosa tipo vecchio reduce del Vietnam, recita più o meno così: "E' felice lo stolto, poiché non si rende conto di ciò che gli accade attorno. Beato è l'illuminato, poiché ha coscienza di sé. Dannato è chi sta seduto tra una sedia e l'altra". E' uno dei maestri che più amo, benché col suo nome vengano messe in atto una serie di operazioni assimilabili a truffe belle e buone. |