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Nick: Hightecno
Oggetto: eros & pathos (cap XXXVI)
Data: 4/1/2005 11.7.25
Visite: 60

Il bisogno di un rapporto significativo e autentico è fondamentale per tutti noi. Il senso di inutilità e di incompletezza che taluni provano per l’assenza di un compagno è in realtà molto comune. Si tratta di quella sensazione di smarrimento che si prova quando l’Altro - che con la sua sola presenza può rendere la nostra vita significativa - si allontana da noi. La ricerca di un compagno, a volte, può giustificare ogni nostro comportamento e giungere a dare senso alla nostra esistenza.

L’Altro così diventa il fulcro della nostra vita e nulla possiamo fare per impedire a noi stessi di organizzarla intorno alla sua persona. La sola consapevolezza di essere pensati, ad esempio, può darci una forza e un’energia inimmaginabili, il coraggio per affrontare le difficoltà del quotidiano. Il bisogno fondamentale che accomuna tutti noi, uomini e donne, seppur con un grado di consapevolezza differente, è quello di un legame psicologico. In alcuni casi, questo bisogno si sposa anche con un grande senso di coerenza e di fedeltà nei confronti del rapporto. Veniamo così introdotti all’interno di un’altra importante sfera tematica, quella di una relazione «duratura», cioè di un rapporto che, sopravvivendo all’usura del tempo e testimoniando giorno dopo giorno l’impegno e la sincerità dei partner, contribuisca anche a rafforzare il senso di identità di entrambi. Ogni volta che si stringe un nuovo legame, è alquanto difficile e improbabile pensare che non sarà «per sempre».

Si tende piuttosto a fantasticare il contrario, cullandosi nell’illusione di avere finalmente trovato l’anima gemella. Sia chiaro che non vi è nulla di strano in ciò, e anzi sarebbe anomalo non credere in un rapporto nel quale, invece, vogliamo potere riporre speranze e desideri. Nel momento in cui un legame ha inizio, possiede un’energia enorme perché viene alimentato dall’interno; è paragonabile a un fiume in piena che niente e nessuno sembra potere arginare. Una coppia unita da un legame di questo tipo vive la sensazione di poter fare qualsiasi cosa, di essere invincibile, fortissima. In questi casi, l’invincibilità è data dalla credenza soggettiva dei due partner di una unione di forze che può sconfiggere e superare qualsiasi problema. La grande complicità che spesso caratterizza i rapporti di questo genere, esprime proprio l’intensità della forza che unisce la coppia. Tutto ciò regala alle due persone quel sospirato senso dell’eternità che tante domande ha sollecitato in scrittori, filosofi e poeti.

Ma ciò che appare ancora più interessante è il fatto che la presenza di un compagno nella nostra vita la renda «degna di essere vissuta», offrendoci una ragione valida per andare avanti nonostante le difficoltà, e permettendoci di attribuire un nuovo significato agli eventi che ci circondano. E questo è vero a prescindere dal fatto che l’unione sia «matrimoniale e, quindi, regolamentata da canoni esterni: anche una unione fondata su valori e bisogni interiori può - con uguale o maggior vigore di un matrimonio convenzionale - dare senso alla nostra vita. La ricerca di un compagno messa in atto dalla maggior parte di noi, quindi, è funzionale al sogno - tanto diffuso - di poter conferire un senso profondo alla nostra esistenza. Questa è una delle motivazioni che spingono molte persone a sposarsi e ad avere dei figli, giacché in questa forma di «sistemazione» vedono la possibilità di dare alla loro vita un significato.

Ma in quale misura un compagno può conferire un significato e una finalità alla nostra vita? In modo completo, totale, assoluto, al punto che potremmo dire che se non avessimo qualcuno con cui condividere le nostre giornate, vivremmo come dei vegetali, consumando lentamente il nostro tempo accompagnati dalla spiacevole sensazione che questo scorra sempre nello stesso modo. L’apatia che molte persone lamentano, la svogliatezza e l’inerzia che provano ogni giorno nel momento in cui si accingono ad affrontare i nuovi impegni, dipende proprio dall’intima consapevolezza di essere «soli». Avere un compagno, però, non significa soltanto combattere la propria solitudine, significa soprattutto «imparare a relazionarsi», un compito articolato e non semplice verso il quale, comunque, vale senza dubbio la pena di convogliare ogni nostra energia.




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eros & pathos (cap XXXVI)   4/1/2005 11.7.25 (59 visite)   Hightecno
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