Nick: La^Giù Oggetto: (non so dargli1titolo) Data: 9/1/2005 21.0.11 Visite: 193
[...]E sono a terra e non me ne rendo conto e c’è freddo e pioggia,pioggia e freddo,nient’altro. E non sono morta, e c’è M. che mi scuote e mi scuote… Ed io che non voglio sentire quello che ha da dirmi, perché tanto lo so che tra poco mi darà dell’egoista, affermando che agli amici non ci penso, che se ci pensassi non mi butterei via così,almeno per loro. Ed ora sono nella sua stanza nel suo letto e mi dice che ho la febbre, che sono stata una stupida egoista (Che vi dicevo?), fissa il mio volto con espressione accusatoria, di chi pensa che se ora non stessi male me ne direbbe quattro e forse di più. Ed io occhi bassi, espressione rammaricata, fisso punti lontani, immaginati, inesistenti... E tentando d’alzarmi m’accorgo d’indossare nient’altro, che minuscole mutandine decorate con deliziose farfalle in volo su bordi ricamati d’azzurro. -“I tuoi vestiti erano fradici…”- Voltandosi dall’altra parte. Mi alzo ugualmente, in precario equilibrio sulle mie gambe, troppo magre per essere definite tali. -“Dov’è il bagno?”- -“Al solito posto, non è mia abitudine cambiare posto alle stanze.”- -“Scusa è che non ci sto con la testa.”- Il bagno è nel solito posto, ultima porta a destra... abbastanza logico. Fisso neri capelli arruffati e occhiaie nello specchio del bagno fin troppo ordinato. Stona la mia immagine riflessa nell’eccessivo ordine. E sono solo un suono discorde nella normalità delle cose. Come sempre, nient’altro che lo stridio d’una voce stonata. mi stendo nuovamente sul letto e lui mi fissa come a dire che questa sarà l’ultima volta in cui si prenderà cura di me... Ed un po’ sa di tristezza tutto questo... E ci rivedo ad azzuffarci nel cortile...E rivedo occhi nocciola che mi fissano e sono a terra e lui grida: -“Ho vinto!”- E ci rivedo tutti e tre a scrivere sui muri della metropolitana, ripenso a lui e M., ripenso a me stessa senza lacrime sul volto, o pensieri nella mente... Ripenso a quei giorni senza nubi, a quei discorsi mai scordati... Vorrei tornare in quei giorni dove tutto sapeva di sconsideratezza ed ogni cosa aveva l’odore dei fiori. Mi mancano le risa, gli schiaffi e le azzuffate per le piccole cose e mi manca fare il bagno al mare tutti e tre insieme, tirarci la sabbia, correre a perdifiato. Mi mancano le chiacchierate interminabili, i silenzi infiniti, perché ogni cosa tra noi sembrava non dover aver fine. Ed ora nulla è più così, non ci sono più liti “violente” a decidere il più forte e per quanto lui faccia, o dica, con me non vincerà più. E mi fissa con gli occhi dell’ultimo favore... Ed i suoi occhi sono ancora più belli... E vorrei che tutto fosse facile come in quei giorni di vento in cortile, vorrei che ogni cosa fosse risolvibile. -“Non preoccuparti, non ti recherò più alcun disturbo.”- E lui mi fissa come a cercare di negare, ma non c’è “no” che tenga, non c’è frase pronunciabile, ed anche se forse vorrebbe dirmi “resta”, una parte di lui vorrebbe solo vedermi svanire, piano, piano... Svanire, come i fiocchi di neve al sole, senza dar dolore, né lacrime, silenziosamente svanire come la neve. Ed allora vorrei essere solo un fiocco di neve nel suo cuore, svanire, svanire... Vorrei evitargli altra sofferenza, ma sono io la sua pena, sono io a condannarlo alle lacrime. E non c’è dono più grande, che io possa fargli, dello svanire dolcemente ,dello sciogliermi al calore d’un inesistente sole, per sempre svanire... E lo guardo uscire dalla porta, lo seguo con lo sguardo fino a vederlo scomparire fuori da quel cancello. È uscito per me, ancora una volta farà qualcosa per me ed io, io non saprò mai ripagarlo. Ed ora mi chiedo cos’amerà mai di me. Ora che di me non resta che un riflesso, sbiadito, ma non cancellato... Mi chiedo come faceva a chiamarmi amore, mentre come un cero al vento del dolore mi spegnevo. Ed oserà ancora definire amore, questo cigno dalle ali bruciate?[...]
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