Nick: Althusser Oggetto: FUMARE E' DI SINISTRA? Data: 12/1/2005 13.23.22 Visite: 271
Spesso, leggendo il forum di ircnapoli, mi faccio la croce con la mano storta, come recita un bel detto popolare napoletano. Ho sempre creduto che fumare, bere, scopare e quantaltro, fossero prerogative trasversali, assolutamente indipendenti dalle convinzioni politiche dei singoli. Si vede, però, che mi sbagliavo perchè fumare sigarette è di sinistra e fare leggi per limitare il tabagismo è invece di destra, almeno secondo i pareri illuminati di questo sito . La legge Sirchia sta provocando molte polemiche, da parte dei fumatori, da parte dei gestori dei locali, soprattutto quelli più piccoli e non in grado di predisporre una sala per fumatori, un fronte chiaramente trasversale perchè fumano gli iscritti alla fiamma tricolore, cosi' come i militanti di rifondazione e dei centri sociali, allo stesso modo ci sono gestori di locali di destra e altri di sinistra. Anche fra i non fumatori si ritrova una sostanziale rappresentanza delle due parti e mi sembra anche troppo banale e scontato dirlo. Poi leggo lodi al governo perchè è diminuita la vendita di sigarette. A parte l'opinabilità dei dati che vanno guardati sempre col beneficio dell'inventario, mi preme sottolineare che l'abbandono del tabagismo, soprattutto da parte degli individui più adulti, è un trend costante degli ultimi anni, bilanciato purtroppo dalla nascita di nuovi fumatori dai 13 14 anni in su. Un grosso impulso è certamente arrivato dalle vittorie di persone ammalatesi di cancro, contro le multinazionali del settore, cause milionarie che hanno avuto il pregio di informare più compiutamente sui danni del fumo e non a caso, da un po' di tempo sui pacchetti vengono riportate scritte a caratteri cubitali sulla pericolosità e, per esempio, in formula 1 è stata abolita la pubblicità delle marche di sigarette che erano un classico di questa disciplina motoristica. Molta gente pensa di smettere di fumare, io stesso qualche mese fa mi sono rivolto a un centro antifumo per una terapia (ahimè fallimentare) a base di agopuntura, questo indipendentemente dalle mie convinzioni politiche, ma spinto dal fatto che un caro amico di mio padre si è ammalato e nel giro di pochi mesi è morto per un tumore ai polmoni. Ma smettere o meno è una scelta e nessuna legge può impormi quello che devo o non devo fare dei miei polmoni, non a caso la legge Sirchia vuole essere una forma di tutela dei non fumatori, piuttosto che una misura coercitiva nei confronti di chi invece fuma. Tuttavia questo intento repressivo, pur restando sullo sfondo, è evidente e fa parte di una certa filosofia proibizionista che continua imperterrita a sfornare leggi e divieti, nonostante la storia ne abbia dimostrato la scarsissima efficacia. Per 14 anni gli Stati Uniti vietarono l'uso dell'alcool, vi risulta che non si bevesse più? A me no, anzi mi risulta che sulla produzione e la distribuzione di alcool illegale e sui proventi astronomici sia nato il potere delle famiglie mafiose italo-americane ed ebree. In tutti i paesi nei quali la droga è illegale vi risulta che non ci si droghi più? A me no, anzi so che un grammo di fumo che sul ketama in marocco costa poco o nulla qui costa dai 5 ai 10 euro, un grammo di cocaina che in Colombia costa 3 dollari qui costa dai 70 ai 100 euro. Ed è questa la vera e principale fonte di guadagno delle varie mafie, altro che i parcheggiatori abusivi e i mendicanti ai caselli della tangenziale. Questa legge non farà certo smettere la gente di fumare, ma è una misura che esiste da tempo in altri paesi e che il nostro governo appunta come un fiore all'occhiello per sostenere una campagna elettorale nella quale dovrà spiegare agli elettori come mai, dopo tante promesse di ricchezza per gli italiani, si stia invece vivendo la crisi più nera della nostra storia e lo dice Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Confindustria, non un redivivo Carlo Marx. In queso contesto anche una banale legge anti-fumo diventa motivo di vanto, sostanzia l'idea di un governo buono che tiene alla salute dei suoi cittadini, peccato che siano gli stessi cittadini che restano disoccupati, che lavorano per dei miseri salari, che se vogliono una casa devono lasciare il posto dove sono cresciuti e fittarne una in qualche paese oppure entrare nell'ottica che un monolocale costa 600/700 euro al mese, in contrasto con la congrega dei bottegai che con l'euro e l'aumento ingiustidicato dei prezzi ha tagliato mediamente metà del nostro potere d'acquisto con la lira.
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