Nick: PaTaNeL|A Oggetto: Ecco come vorrei essere... Data: 17/1/2005 23.19.17 Visite: 149
Mata Hari 15 ottobre 1917, 4 del mattino: nel bosco di Vincennes, nei pressi di Parigi, il plotone di esecuzione apre il fuoco contro Margaretha Gertruida Zelle, meglio conosciuta come Mata Hari. Nata il 7 agosto 1876 a Leeuwarden, nella Frisia olandese, Margaretha è dal 1895 al 1900 l'infelice moglie di un ufficiale che ha vent'anni più di lei. Trasferitasi a Parigi dopo il divorzio, comincia a esibirsi in un locale equivoco - il Salon Kireevsky - in una danza "sacra" a metà fra orientalismo, seduzioni, art nouveau e spettacolo osé. Il successo è immediato: mezza Europa accoglie trionfalmente la sua tournée. Col nome di Mata Hari, in lingua malese "occhio del giorno", è accolta nei salotti - e nelle camere da letto - di Parigi, Milano, Berlino. La Grande guerra fornisce l'occasione alle intelligence delle varie potenze di affinare il grande e ancor rozzo gioco dello spionaggio. Gli inglesi tramano in Medio Oriente, i russi si infiltrano a Costantinopoli, gli italiani violano i segreti di Vienna, mentre sabotatori austriaci fanno saltare in porto le corazzate Benedetto Brin e Leonardo da Vinci. E il Servizio III B scatena da Berlino Anne Marie Lesser, alias Fraulein Doktor, alias 1-4GW, la donna che con Mata Hari divide la ribalta dello Spionaggio, capace di sottrarre al Deuxième Boureau la lista degli agenti francesi nei paesi neutrali. La guerra segreta instilla il tormento dell'insicurezza, di un nemico che vede tutto. Fragile, ricattabile, affascinante, amante della bella vita, confidente di molti ufficiali poco inclini alla vita di caserma: Mata Hari è il personaggio ideale per un doppiogioco fra Francia e Germania, assoldata contemporaneamente da due servizi segreti. Ma se un agente "doppio" è arma ideale di informazione e disinformazione, della sua fedeltà non si può mai essere sicuri. Forse nemmeno lo stesso "doppio" -Le Carré ce lo ha insegnato - sa per chi combatte e quali motivi sorreggono la passione del suo tempo". In quel terribile 1917, che vede l'esercito francese minato dalle diserzioni sullo Chemin des Dames, Mata Hari diventa il 'nemico interno" da eliminare. Poco importa discutere ancora se la Zelle fosse o no il famigerato agente H-21 di Berlino. Colpevole o meno di tradimento, il processo serve allo stato maggiore per rinsaldare il fronte interno, cancellando i dubbi sulla credibilità del servizio informazioni di Parigi. E salda i conti aperti dello spionaggio francese fin dal tempo del caso Dreyfus.
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