Nick: Coatlicue Oggetto: Di notte Data: 21/1/2005 10.10.56 Visite: 118
Gli autobus di notte Da alcune sere che mi capita di ritornare a casa molto tardi e prendere l’autobus notturno. In genere siamo io, l’autista, qualche extra comunitario quasi sempre indiano, un paio di ragazzi e basta. Una dimensione lontana anni luce dall’affollamento che potrebbe esserci nelle ore "canoniche". È il mio unico mezzo di trasporto a parte la metro e devo ammettere che non mi dispiace affatto. Mi sento tranquilla. Perché quelle persone hanno il mio identico grado di timore a girare di notte. E questo ci rende tutti più tranquilli. La calma mischiata all’ansia dell’imprevedibile. Potrebbe essere una filosofia di vita. È bello vedere Roma di notte dagli autobus specie se nelle tue orecchie riecheggiano ancora i suoni della musica dell’auditorium e non le solite parole ascoltate fin troppe volte fino alla nausea…"non lo voglio, me lo impedisco, non ci riesco". È mai possibile che anche nella ripetitività non si riesca ad essere più originali? La gente è davvero fatta male o sono io che calamito verso di me gli esempi più elevati di psicopatologia acuta? Ma tutto questo non importa in questa notte così fredda mentre l’autobus attraversa il ponte e c’è Castel S. Angelo illuminato e il Tevere sornione che ti invita alla calma. Sorrido se penso che esiste al mondo chi disprezza questa meraviglia. Vorrei sapere quanto mi resta ancora da vivere per "calcolare" i colpi di testa che voglio e devo ancora fare. Se mi restasse pochissimo tutto mi sarebbe lecito, scriverei molte lettere, prenderei molti treni, mi presenterei alla porta con il mio più bel sorriso. Mi dovrebbero dire per forza tutti cose belle perché a uno che sta per morire non puoi dire cose brutte. Ed io morirei contenta. Anzi, morirei nell’illusione della contentezza e nell’illusione di aver vissuto la migliore delle vite possibili. Almeno per me. Adesso devo scendere. Sono rimasta da sola. Pochi metri dalla fermata e poi il mio letto Ikea e il mio piumone Ikea e domattina aprirò gli occhi e guarderò la mia agendina sempre più fitta e cancellerò qualche altro numero perché anche se di notte si vede poco, bisogna fare pulizia appena si annida lo sporco.
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