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Nick: siddharta
Oggetto: Cultura generale
Data: 29/1/2005 18.14.24
Visite: 54

Non vi sono dubbi sulla provenienza di questa razza.
In origine le caratteristiche morfologiche non erano certamente "esasperate" come per i soggetti selezionati ed allevati attualmente,ma le immagini scoperte tra le rovine dell’antica capitale del Siam, Ayuthaya ,non lasciano dubbi sulla loro antichità.Ayuthaya fu una delle più maestose,ricche e favolose città d’Oriente,fondata nel 1350 fu completamente distrutta e incendiata dai Birmani nel 1767.La capitale,si spostò poi a Thonburi e in seguito, con il regno di Rama I,nell’attuale Bangkok.Nella biblioteca nazionale di Bangkok,reperito tra i resti di Ayuthaya, è conservato un antico"tomo"intitolato Poemi del gatto,illustrazioni eseguite dai pittori di corte,raffigurano gatti dal mantello color-point,proprio come quello dei Siamesi.
Il mito dell’Oriente si concretizza quindi nel Siamese: un regno il Siam,più favoleggiato che conosciuto dove la tradizione popolare tra racconti e leggende,tramanda e conferma la sua invidiabile posizione sociale. Palazzi reali,Templi,Principesse e Divinità……………. in queste cornici,con questi interlocutori,fin dall’inizio il Siamese vive secondo un rango pressoché inalterato.Impossibile allora non dubitare che l’odierno atteggiamento (elegante,pacatamente indifferente eppure imperioso) sia legato a quella regale esistenza,quasi che attraverso le generazioni si trasmettano un invisibile "Etichetta".
Pradgadipok,padre di un Re del Siam,fu forse il primo allevatore di gatti Siamesi.Nel suo Gran palazzo,trattati come signori erano gelosamente custoditi gli adulti e accuditi con cura e devozione i gattini.Si dice che proprio il Re del Siam avesse demandato ai Siamesi il compito di vigilare sulla sicurezza del palazzo.Pare fosse assolutamente vietato portare fuori dal Paese i Siamesi,le leggi a riguardo erano rigidissime; si narra di un giovane che ne sottrasse uno per venderlo a Shanghai e fu perciò punito con la morte.
Si narra di un Templio che stava per essere assalito dai Barbari.I sacerdoti,temendo un eccidio,lo abbandonarono in fretta lasciando soltanto i gatti Siamesi a guardia dell’altare.Quando seppero che gli invasori se ne erano andati,fecero ritorno al Templio rassegnati a non trovare più nulla,solo distruzione e profanazione.Una sorpresa però li attendeva:l’altare era rimasto inviolato come se l’orda devastatrice non fosse mai passata di lì.Dopo il primo sbigottimento,capirono la ragione dell’inatteso rispetto che i Barbari avevano dimostrato.Ai piedi del Sacro recinto,ancora tutti al loro posto,stavano i gatti Siamesi-guardiani,solenni e imperturbabili,ma freddamente determinati a difendere l’altare con unghie e denti.Era stata proprio la paura di queste piccole belve,a far desistere gli invasori.
La leggenda ha un’appendice:Dio,vedendo quanto questi gatti erano stati fedeli,volle dar loro un "segno" che li contraddistinguesse,ricordando la loro prova di dedizione nei suoi confronti.Da quel giorno,a differenza degli altri felini,i Siamesi ebbero gli occhi color del cielo,quel cielo che avevano difeso e protetto.
I primi Siamesi giunsero in Europa nel 1871,furono esposti nel 1884 alla mostra felina di Londra al Crystal Palace,dove non furono apprezzati dal pubblico per la loro inusuale fisionomia.Né fu facile per il Siamese,l’adattamento al clima Britannico così freddo e umido e tanto diverso da quello della sua terra d’origine.Nel 1885,il Re del Siam regalò una coppia di Siamesi,Pho e Mia,al console Generale Inglese a Bangkok,Owen Gould.che a sua volta,spedì i due esemplari in Inghilterra alla sorella.Quando furono esposti,raccolsero il meritato successo e cominciò così,la crescente e meritata ascesa della razza Siamese.
Negli anni Venti,sorse il primo club" di razza" con il compito di curarne la salvaguardia,la diffusione e la selezione e vennero imposti degli standards (cioè le caratteristiche) a cui il Siamese doveva corrispondere.

DIFETTI LEGGENDARI………
Una leggenda narra che nel loro paese d’origine,i Siamesi avevano il compito di proteggere anfore colme di gemme e preziosi gioielli nei Templi dedicati alle divinità.Essi svolgevano così bene il loro compito che gli occhi,a forza di fissare il vaso,divennero strabici e la coda avvolta intorno ai manici,divenne nodosa.A proposito della coda nodosa o ad uncino,un’altra leggenda racconta che le Principesse birmane avevano l’abitudine di infilarvi i loro anelli,affinché,grazie al nodo,non andassero perduti.
Un’altra leggenda narra di una Principessa costretta ad abbandonare il suo Palazzo preso di mira da pericolosi nemici.Non sapendo come porre al sicuro i suoi gioielli,portò il suo Siamese nel bosco e glieli affidò,dicendogli di non muoversi fino al suo ritorno.La bestiola,presa dal suo compito,si sedette e per meglio proteggere i preziosi,vi attorcigliò attorno la coda.La Principessa se ne andò e quando,scampato il pericolo,tornò al bosco dove aveva lasciato il Siamese,trovò il gatto nell’esatta posizione in cui l’aveva collocato.Per tutto il tempo non si era mosso,tanto che la sua coda ormai anchilosata,rimase attorcigliata perdendo la sinuosa snellezza.




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Cultura generale   29/1/2005 18.14.24 (53 visite)   siddharta

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