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Nick: Cyrano622
Oggetto: anime salve
Data: 31/1/2005 10.18.0
Visite: 109

«Grazie buona sera a tutti... stiamo facendo del nostro meglio per eseguire dal vivo le canzoni di questo ultimo album che si chiama "Anime Salve", scritto con Ivano Fossati, e che trae il suo significato dall'origine, dall'etimologia, delle due parole anime e salve vuol dire spiriti solitari. É una specie di elogio della solitudine. Si sa non tutti se la possono permettere, non se la possono permettere i vecchi, non se la possono permettere i malati, non se la può permettere il politico. Il politico solitario è un politico fottuto. Però, sostanzialmente, quando si può rimanere soli con se stessi io credo che si riesca ad avere più facilmente contatto con il circostante. Il circostante non è fatto solo di nostri simili, direi che è fatto di tutto l'universo, dalla foglia che spunta di notte in un campo fino alle stelle. E ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si riesce a pensare meglio a propri problemi, credo, addirittura, che si riesscano anche delle migliori soluzioni. E siccome siamo simili a nostri simili credo si possano trovare soluzioni anche per gli altri. Con questo non voglio fare nessun panegirico né dell’anacoretismo né del romitaggio, non è che si debba fare gli eremiti o gli anacoreti, è che ho constatato, attraverso la mia esperienza di vita - ed è stata una vita, non è che dimostro di avere la mia età attraverso la carta di identità, credo di averla vissuta - mi sono reso conto che un uomo solo non mi ha mai fatto paura invece l’uomo organizzato mi ha sempre fatto molta paura, ecco, semplicemente questo, poi si potrebbe parlare a lungo di queste cose…»


ANIME SALVE

Mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che bello il mio tempo che bella compagnia
sono giorni di finestre adornate
canti di stagione
anime salve in terra e in mare
sono state giornate furibonde
senza atti d'amore
senza calma di vento
solo passaggi e passaggi
passaggi di tempo
ore infinite come costellazioni e onde
spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e non basta ancora
cose svanite facce e poi il futuro
i futuri incontri di belle amanti scellerate
saranno scontri
saranno cacce coi cani e coi cinghiali
saranno rincorse morsi e affanni per mille anni
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande il mio tempo che bella compagnia
mi sono spiato illudermi e fallire
abortire i figli come i sogni
mi sono guardato piangere in uno specchio di neve
mi sono visto che ridevo
mi sono visto di spalle che partivo
ti saluto dai paesi di domani
che sono visioni di anime contadine
in volo per il mondo
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande questo tempo che solitudine
che bella compagnia



«Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi, di dire "siamo seicento milioni, siamo un miliardo e duecento milioni" e approfittando del fatto di essere così numerose pensano di poter essere in grado, di avere il diritto soprattutto, di vessare, di umiliare le minoranze. La preghiera, l’invocazione si chiama "smisurata" proprio perché è fuori misura e quindi probabilmente non sarà ascoltata da nessuno ma noi ci proviamo lo stesso.»



SMISURATA PREGHIERA

Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al disopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità

Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie

Coltivando tranquilla
l'orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un'anestesia
come un'abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria

col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità

per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità

ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un'anomalia
come una distrazione
come un dovere




«É un disco cha ha come tema fondamentale quello della solitudine. Una solitudine che deriva da emarginazione, il pù delle volte, a meno che uno non se lo voglia scegliere volontariamente. Una emarginazione che trae origine da comportamenti desueti e diversi da quelli della maggioranza degli esseri umani... e ciò deriva dal fatto che certe persone nascono per curiosi casi del destino, in qualche misura si potrrebbero addirittura chiamare scherzi della natura, un individuo nasce maschio e ha dei sentimenti, direi una spiritualità completamente femminile. Questo individuo e descritto all'anagrafe in quanto maschio e di lì incomincia una slavina di difficoltà, di tormenti, di sensi di colpa, di dolore in fine dei conti. É il caso di Princesa e delle molte Princese che convivono in mezzo a noi. Ma emarginazioni dovute anche a comportamenti desueti e diversi dovuti all'eredità di culture millenarie, che certi popoli si portano dietro e che... a cui non hanno nessuna intenzione di rinunciare. É il caso dle popolo Rom, quelli che noi volgarmente chiamiamo zingari, prendendo a prestito il termine da Erodoto che li chimava "zinganoi", diceva che venivano... che era unpopolo che veniva dal Sudest asiatico e dall'India che parlavano una strana lingua, che poi si è scoperto essere il sanscrito, e che facevano coem mestiere, se mestiere lo si può considerare, quello del mago e dell'indovino. Èquindi un popolo che gira il mondo da più di duemila anni. Afflitto e affetto, io non so come meglio dire, ma forse semplicemente affetto da quella che gli psicologi chiamano dromomania, cioè la mania dello spostamento continuo, del viaggiare, del non fermarsi mai in un posto. È un popolo, secondo me, che meriterebbe per il fatto stesso che gira il mondo appunto da circa duemila anni senza armi, meriterebbe il premio per la pace in quanto popolo. Purtroppo i nostri storici, e non soltanto i nostri, preferiscono considerare i popoli non soltanto in quanto tali, ma in quanto organizzati in nazioni se non addirittura in stato. E si sa che i Rom, non possedendo territorio, non possono considerarsi nè una nazione nè uno stato. Mi si dirà che gli zingari rubano, è vero, hanno rubato anche in casa mia, si accontentano però dell'oro e delle palanche. L'argento per esempio non lo toccano perchè secondo loro porta male, lascia il nero. Quindi vi aggorgete subito se siete stati derubati dagli zingari. D'altra parte si difendono come possono, si sa bene che l'industria ha fatto chiiudere diversi mercati artigianli. Buona parte dei Rom erano e sono ancora artigiani, lavoratori di metalli, in special modo del rame, addestratori du cavalli e giostrai, tutit mewstieri che purtroppo sono caduti in disuso. Gli zingari rubano, è vero, però io non ho mai sentito dire, non ho mai visto scritto da nessuna parte, che gli zingari abbiano rubato tramite banca e questo a me pare che sia un dato di fatto.»





PRINCESA
Sono la pecora sono la vacca
che agli animali si vuol giocare
sono la femmina camicia aperta
piccole tette da succhiare

Sotto le ciglia di questi alberi
nel chiaroscuro dove son nato
che l'orizzonte prima del cielo
ero lo sguardo di mia madre

"che Fernandino è come una figlia
mi porta a letto caffè e tapioca
e a ricordargli che è nato maschio
sarà l'istinto sarà la vita"

e io davanti allo specchio grande
mi paro gli occhi con le dita a immaginarmi
tra le gambe una minuscola fica

nel dormiveglia della corriera
lascio l'infanzia contadina
corro all'incanto dei desideri
vado a correggere la fortuna

nella cucina della pensione
mescolo i sogni con gli ormoni
ad albeggiare sarà magia
saranno seni miracolosi

perché Fernanda è proprio una figlia
come una figlia vuol far l'amore
ma Fernandino resiste e vomita
e si contorce dal dolore

e allora il bisturi per seni e fianchi
in una vertigine di anestesia
finché il mio corpo mi rassomigli
sul lungomare di Bahia

sorriso tenero di verdefoglia
dai suoi capelli sfilo le dita
quando le macchine puntano i fari
sul palcoscenico della mia vita

dove tra ingorghi di desideri
alle mie natiche un maschio s'appende
nella mia carne tra le mie labbra
un uomo scivola l'altro si arrende

che Fernandino mi è morto in grembo
Fernanda è una bambola di seta
sono le braci di un'unica stella
che squilla di luce di nome Princesa

a un avvocato di Milano
ora Princesa regala il cuore
e un passeggiare recidivo
nella penombra di un balcone

o matu la campagna
o cèu il cielo
a senda il sentiero
a escola la scuola
a igreja la chiesa
a desonra la vergogna
a saia la gonna
o esmalte lo smalto
o espelho lo specchio
o baton il rossetto
o medo la paura
a rua la strada
a bombadeira la modellatrice
a vertigem la vertigine
o encanto l'incantesimo
a magia la magia
os carros le macchine
a policia la polizia
a canseira la stanchezza
o brio la dignità
o noivo il fidanzato
o capanga lo sgherro
o fidalgo il gransignore
o porcalhao lo sporcaccione
o azar la sfortuna
a bebedeira la sbronza
as pancadas le botte
os carinhos le carezze
a falta il fallimento
o nojo lo schifo
a formusura la bellezza
viver vivere





KHORAKHANE' (a forza di essere vento)

Il cuore rallenta la testa cammina
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento

porto il nome di tutti i battesimi
ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane

per un solo dolcissimo umore del sangue
per la stessa ragione del viaggio viaggiare
Il cuore rallenta e la testa cammina
in un buio di giostre in disuso

qualche rom si è fermato italiano
come un rame a imbrunire su un muro
saper leggere il libro del mondo
con parole cangianti e nessuna scrittura

nei sentieri costretti in un palmo di mano
i segreti che fanno paura
finchè un uomo ti incontra e non si riconosce
e ogni terra si accende e si arrende la pace

i figli cadevano dal calendario
Yugoslavia Polonia Ungheria
i soldati prendevano tutti
e tutti buttavano via

e poi Mirka a San Giorgio di maggio
tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
e dagli occhi cadere

ora alzatevi spose bambine
che è venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare

e se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e sfortuna
allo specchio di questa kampina
ai miei occhi limpidi come un addio

lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio

Cvava sero po tute
i kerava
jek sano ot mori
i taha jek jak kon kasta

Poserò la testa sulla tua spalla
e farò
un sogno di mare
e domani un fuoco di legna

vasu ti baro nebo
avi ker
kon ovla so mutavia
kon ovla

perché l'aria azzurra
diventi casa
chi sarà a raccontare
chi sarà

ovla kon ascovi
me gava palan ladi
me gava
palan bura ot croiuti

sarà chi rimane
io seguirò questo migrare
seguirò
questa corrente di ali




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