Vai alla freccia - Homepage - BlogRoom - Mappa
Visualizza Messaggi.


Nick: dredry
Oggetto: Morire per la vittoria
Data: 3/2/2005 19.26.35
Visite: 97

MARTIRI DEL PALLONE

Kiev domenica 9 agosto 1942. Allo stadio Zenith si gioca la finale di un torneo che ha visto opporsi squadre di varie nazionalità, per la maggior parte composte da prigionieri dei campi di lavoro nazisti. Protagonisti dell’ultimo atto della competizione sono gli ucraini dello Start (una selezione di campioni della Dinamo e del Lokomotiv) e una compagine di ufficiali tedeschi della Lutwaffe.
Sugli spalti, dove sono assiepati in ordine sparso solo anziani, bambini, poliziotti e soldati per la maggior parte ubriachi, si respira un atmosfera surreale.
Le squadre entrano in campo solo pochi attimi prima del fischio d’inizio. I tedeschi perfettamente allenati con le loro divise confezionate per l’occasione, i prigionieri sovietici con le facce stremate per gli sforzi dei precedenti incontri e vestiti con delle V rosse a maniche lunghe trovate al mercato da Trusevic, il portiere capitano.
Con un saluto a Hitler inizia l’incontro e i tedeschi vanno presto in vantaggio con la complicità di un arbitro che fischia solo quando sono i sovietici a manovrare il gioco. I giocatori dello Start non provano nemmeno a protestare per le entrate fallose degli avversari e cercano solo di parare come meglio possono i colpi più violenti e pericolosi. I nazisti credono di averli in pugno, ma con uno scatto d’orgoglio Ivan Kusmenko pareggia con un tiro da lontano scagliato un attimo prima che l’arbitro abbia il tempo di accorgersi della sua azione. “Mica ci ammazzeranno per un pareggio?” pensano i prigionieri mentre il gioco riprende con una più accesa animosità. Pochi minuti dopo, quando l’agonismo ha ormai preso il sopravvento, Makar Gonciarenko realizza una doppietta che manda negli spogliatoi le due squadre con i sovietici in vantaggio.
Nell’intervallo quella che sembrava una sgradevole sensazione si trasforma in una tragica certezza. Un ufficiale nazista accompagnato da un interprete si presenta nella baracca dello Start e fa capire chiaramente che se i tedeschi avessero perso la partita i giocatori ucraini difficilmente avrebbero potuto raccontare la loro impresa.
L’ennesimo ammonimento sembra essere stato accolto perché alla ripresa delle ostilità i tedeschi pareggiano. Ma nonostante la paura, la stanchezza e le ferite del corpo e dell’anima, la squadra degli internati riprende ben presto in mano le redini dell’incontro superando l’estremo difensore tedesco per altre due volte.
Il risultato finale è di 5 a 3 e lo Start si aggiudica il torneo in virtù delle sue 9 vittorie con 56 reti fatte e 11 subite.
Dopo il fischio dell’arbitro, i giocatori sovietici riflettono incerti sul loro tragico destino, fermi, immobili nei pressi dell’unico luogo dove si sentono al sicuro, la lunetta del centrocampo.
I nazisti non impiegano molto a mettere in pratica le loro minacce e il primo a farne le spese è Nikolai Korotchich. Il giocatore viene torturato e poi fucilato con l’accusa di essere una spia. Molti altri, nei giorni successivi alla partita, furono inviati nel campo di concentramento di Sirets, condotto dal temibile Paul von Radomski.
Il portiere Trusevic e Kusmenko pagano l’affronto un mese dopo, uccisi per rappresaglia.
Si salva invece Makar Gonciarenko, l’uomo che aveva realizzato la doppietta del primo vantaggio. In suo onore, la Dinamo Kiev ha realizzato un busto commemorativo su cui è incisa la dedica  “A uno che se lo merita”. 






La squadra dello Start


L'eroica squadra dello Start








Makar Gonciarenko


Makar Gonciarenko uno che si salvò


Forse pochi sanno che questa incredibile e drammatica pagina di sport è stata la fonte ispiratrice di ben tre film che sono, in ordine di produzione, "Due tempi all'Inferno" dell'ungherese Zoltan Fabri (1961), “Il terzo Tempo" del sovietico Evgenij Karelov (1962) e "Fuga per la vittoria" di John Huston (1981). Senza trascurare le pregevoli opere prodotte ad est, paradossalmente è proprio il film di Huston, un regista americano, quello che meglio di tutti gli altri riesce ad investire lo spettatore con la stessa gamma di emozioni che vive il tifoso durante la visione di una partita di pallone. Proprio per questo “Fuga per la vittoria” può essere giudicato uno dei più efficaci testimonial del gioco. La struttura cronologica, con un secondo tempo che mostra i giocatori in azione sul rettangolo verde, lo scontro tra due squadre che rappresentano altrettante concezioni dello sport, con i nazisti decisi ad usare ogni mezzo pur di imporre il loro status di paese leader e con gli alleati che trovano invece nell'unità e nella cooperazione le risorse necessarie per affermare la propria dignità di sportivi e di esseri umani, sono i fattori che hanno contribuito alla riuscita di quest'opera che trova estimatori sia tra i cinefili che tra gli "addetti ai lavori". 
Il successo comunque era assicurato in partenza perché per evitare il fiasco al botteghino in un paese dove il "soccer" non è mai riuscito ad insidiare gli ascolti degli altri sport nazionali, Huston dispose di fondi sufficienti per scritturare la stella Silvester Stallone e attori ben più dotati ma meno scattanti come Michael Caine e Max Von Sydov. Accanto ai protagonisti, per aumentare il realismo delle fasi dell'epica partita, la produzione "convocò" nella squadra all stars anche dei veri campioni. Tra questi non poteva mancare il numero uno in assoluto, ovvero il brasiliano Pelè ma anche l'argentino Osvaldo Ardiles, l'inglese Bobby Moore e tanti altri calciatori che pur avendo da tempo smesso l'attività agonistica non erano mai stati dimenticati dai loro numerosi fans. 
"Fuga per la vittoria" resta ancor'oggi la più celebre e la più grande produzione dedicata al calcio.








Fuga per la vittoria

USA 1981 (2003)  - 110'    regia: John Huston          cast: Sylvester Stallone, Michael Caine, Pelè



Il calcio è stato per lungo tempo considerato uno sport poco "cinematografico": di film su boxe, football, basket ce ne sono a volontà, ma di calcio no. John Huston invece riesce a ricreare memorabili sequenze di gioco grazie all'aiuto di veri campioni come Pelè, Bobby Moore e Ardiles.








John Huston e Pelè


John Huston  e il brasiliano Pelè















 


                                                                            
http://www.international.rai.it/giostra/rubriche/storie/cinema1.shtml

http://www.international.rai.it/giostra/rubriche/storie/cinema2.shtml

http://www.dvdessential.it/recensioni/fugaperlavittoria.htm



Rispondi al Messaggio | Indietro | Indice topic | Quota Testo | Vai su| Segnala ad un amico


Morire per la vittoria   3/2/2005 19.26.35 (96 visite)   dredry

Nick:
Password:
Oggetto:
Messaggio:

vai in modalità avanzata
                 


Rimani nel thread dopo l'invio


Ricerca libera nel sito by Google (Sperimentale, non sono ancora presenti tutti i contenuti)

Google
 



Clicca per leggere le regole del forum



Imposta IRCNapoli come homepage

Clicca per andare sul forum di prova.
IRCNapoli "Un racconto a più mani".
Mappa del forum

Visualizza tutti i post del giorno 03/02/2005
Visualizza tutti i post del giorno 01/05/2025
Visualizza tutti i post del giorno 30/04/2025
Visualizza tutti i post del giorno 29/04/2025
Visualizza tutti i post del giorno 28/04/2025
vai in modalità avanzata