Nick: Viola' Oggetto: La badante Data: 5/2/2005 19.5.7 Visite: 160
Elena è la "badante" di mia nonna. Orrido neologismo, badante, ma come altro dire? Donna che si prende cura di anziani non autosufficienti? Comunque Elena è polacca, di un paesino vicino Cracovia. E' vedova, ha lasciato tre figli al suo paese e da sette anni è qui in Italia. Elena è bella, ma di una bellezza vera, da donna, non so se capite cosa intendo, ha gli occhi tristi che ogni tanto si illuminano di lampi di allegria, i tratti slavi, l'eleganza naturale. Elena vive 24 ore su 24 con mia nonna, che da due anni è malata di alzheimer. ha liberi solo la domenica mattina e il giovedì pomeriggio, che passa con le sue amiche. Dice che si vorrebbe risposare, ma che gli uomini qui "non vogliono le cose serie".Elena a Natale ci ha tenuto tanto a cucinare per noi un dolce tipico del suo paese, e quando sono tornata da Pisa mi ha fatto trovare un vassoio di chiacchiere che aveva fatto lei. La guardo, guardo la sua gentilezza, il suo essere triste e fiera, e penso al destino di queste donne che lasciano il loro paese per venire qui, a prendersi cura di estranei a cui magari si affezionano, ma che spesso muoiono, come è capitato con la signora dov'era prima. Una famiglia in prstito, una vita in prestito, non si sa per quanto. La guardo e mi viene sempre in mente quella vecchia canzone: nei mattini pallidi ancora imburrati di foschia risatine come monete soffiate nei caffè facce ingenue appena truccate di tenera euforia occhi chiari, laghi gemelli, occhi dolci amari, io le ho viste fra cemento e cupole d'oro che il vento spazza via sotto pensiline che aspettano il sole e il loro tram coprirsi bene il cuore in mezzo a sandali e vecchie camicie fantasia e a qualcuno solo e ubriaco che vomita sul mondo io le ho viste portare fiori e poi fuggire via e provare a dire qualcosa in un italiano strano io le ho viste coi capelli di sabbia raccolti nei foulards e un dolore nuovo e lontano tenuto per mano io le ho viste che cantavano nei giorni brevi di un'idea e gomiti e amicizie intrecciati per una strada io le ho viste stringere le lacrime di una primavera che non venne mai volo di cicogne con le ali di cera, ancora io le ho viste far la fila con impazienza davanti ai gelatai quando il cielo stufo d'inverno promette un po' di blu piccole regine fra statue di eroi e di operai lievi spine d'ansia nei petti rotondi e bianchi, io le ho viste eccitate buffe e sudate per la felicità negli alberghi dove si balla gridare l'allegria e bere birra e chiudere di fuori la solita neve e la realtà e ballare alcune tra loro e ballare e poi ballare io le ho viste nelle sere quando sono chiuse le fabbriche e le vie sulle labbra vaghi sorrisi di attesa e chissà che scrivere sui vetri ghiacciati le loro fantasie povere belle donne innamorate d'amore e della vita le ragazze dell'Est.
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