Nick: Viola' Oggetto: Camorra&soldi Data: 6/2/2005 17.50.54 Visite: 174
Oggi su "La Repubblica" è uscito un bell'articolo di Giuseppe D'Avanzo con il titolo "Così è nata la guerra balcanica di Napoli". Guerra balcanica perchè, dice l'autore riferendosi alle uccisioni di chi non vuol lasciare la propria casa, "il quartiere dev'essere pulito, come i Croati pretendevano fossero puliti di Serbi i loro villaggi, e i Serbi di Croati". Qualche estratto dall'articolo in cui si spiega in dettaglio il meccanismo che è alla base di tutto questo: "Tutte le gang dell'area nord di Napoli partecipano con il loro boss ad un "consiglio" che amministra in comune gli affari. L'affare, inizialmente, è questo: smistare prodotti falsi di abbigliamento, soprattutto giacche in falsa pelle, ma anche calzature e pellicceria, in giro per il mondo. Prodotti da aziende della camorra a Casoria, Arzano e Melito, vengono commercializzati falsificando le griffe di Versace, Valentino, Ferrè in tutto il mondo. Mezzo mondo non è un'esagerazione. I camorristi li chiamano "i magazzini". Sono i punti vendita all'estero a cui fanno riferimento decine di "magliari"... ...la rete commerciale della camorra, "i magazzini", è globale. Sono punti di vendita che costituiscono anche punti di riferimento e di riunione dei trafficanti internazionali per concordare le modalità del traffico degli stupefacenti. Il pubblico mionistero ne rintraccia in ogni angolo del globo. In Germania, Spagna, Francia, Belgio, Portogallo, Austria, Repubblica Ceca, Inghilterra, Irlanda, Canada, Stati Uniti, Australia, Brasile. Qui i titolari delle strutture organizzano la distribuzione dei falsi, offrono assistenza logistica ai "magliari", incassano il denaro.... ... a Secondigliano hanno compreso che la capillare rete internazionale di punti vendita è il loro più autentico business. Attraverso quella può passare qualsiasi cosa che ha difficoltà a muoversi nel mondo ala luce del sole. La droga, quindi, ma anche le contraffazioni cinesi. E' stato detto che il Mezzogiorno d'Italia può essere la porta d'ingresso della Cina in Europa. Purtroppo lo è già, nella maniera più storta. Dalla Cina la camorra sposta e distribuisce nel mondo attraverso i suoi "punti vendita" i falsi più tecnologici di quelle produzioni. Macchine fotografiche e videocamere poi vendute con il marchio Canon e Hitachi. Trapani, flex etc. commercializzati con i marchi Bosch, Hammer&Chifel, Hilti. Tre volte all'anno (Natale, Pasqua, ferragosto) "i titolari delle strutture periferiche" inviano i profitti della rete commerciale a Napoli. Spesso in contanti con un magliaro e sbriciolati in trasferimenti da meno di venti milioni su conti di prestanome e "lavati" nel casinò di Venezia e attraverso i money trasfert che, come la Western Union, si avvalgono di una fitta rete di subagenti, phone center, supermercati, cartolerie, ricevitorie del lotto tabaccherie, internet point. A Napoli il denaro comincia una nuova vita. Questa volta, legale. Con le buone o con le cattive i camorristi convincono gli imprenditori del commercio, del turismo, dell'edilizia, dell'agroalimentare, delle scommesse e dei giochi, a farsi da parte o a diventare solo dei prestanome. Con queste risorse e metodi, i soldi della camorra muovono un terzo dell'economia della regione, dice l'economista Ugo Marani, e i camorristi sono nel centro di Napoli. I "balcani" di Secondigliano fanno morti ammazzati a Scampia e comprano il cuore della città. Mese dopo mese, milione dopo milione, ne mangiano un boccone, ne divorano un pezzo."
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