Uno stadio d'emozione

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Nick: pearl jam
Oggetto: Uno stadio d'emozione
Data: 8/2/2005 1.23.19
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Era da un po' che non entravo in uno stadio.Il freddo ,la domenica alle due e mezza,una categoria che non calza con la mia
voglia di calcio,han fatto la loro parte.

L'emozione dello stadio ,di mille e mille anime differenti ma unite tra loro da un groviglio di speranza,d'amore per una squadra per una citta',la voglia di trovare qualcosa in cui credere,che non sia il boss di turno,mi ha sempre provocato fin da bambino ,una grandissima emozione.
Da quando da piccolo cercavo il mio posto tenuto per mano,da uno dei portaborse di mio padre.Che chiamo portaborse adesso,ma che allora consideravo i suoi angeli custodi.Perche' la magia e' ovunque,se guardata dai miei occhi di moccioso.

E allora tornarci stasera,col freddo che raggrinziva la pelle,con l'umore che non era alle stelle,mi pareva un po' fuori luogo.Nel senso che non ne avevo una gran voglia.Ma seguire l'onda e' stato sempre un mio dovere.E allora dove van gli amici,chi ti segue da una vita,vado anch'io.
Poi avevo con me una persona speciale ,ed allora ,voglia o meno ,c'era almen 7 buoni motivi,tutti con le loro vite,per cui andarci.
Appena son arrivato,non in ritardo,ma nemmeno da perfetto tipo da tribuna,mi si e' parato davanti uno spettacolo magnifico.

Sessantamila o piu' anime,che ho riconosciuto in volto una per una.Erano le anime di chi ha voglia di credere in qualcosa.
Di chi vuole riscatto,una buona giocata,un motivo per evadere.L'anima pura,di chi vuole solo qualcosa da fare.
E le ho riconosciute tutte.Perche' tutte erano un po' la mia.
Sessantamila uomini donne,bambini ,monchi ,zoppi,adulteri,giornalai,infermieri non di turno erano la ,tutti con un unico intento.Gioire.Lasciarsi andare al rotolare del pallone oltre quella linea bianca che divide la porta dal resto del mondo.
Spinto dalle maglie del cielo,di colore azzurro pallido,come un tempo che fu,che tanto s'intonano con un cielo di marzo ,ma senza rondini.
Solo il pallone,in un insulsa voglia di diversita',si presentava bianco e nero,colori che rappresentano,in questo pazzo mondo del calcio,i colori piu' aberranti che si possono accostare all'etica dello sport.Ma nessuno sembrava farci caso stasera.
Nessuna delle sessantamila anime che intonavano un unico coro che s'alzava sembrando una sola voce uscente da una bocca simile a quella di Dio.

Perche' se Dio era lassu',ed aveva una bocca,stava urlando di gioia e di rivincita insieme a tutti noi.
E i colori ,le grida ,i bambini che fan su e giu' ,gli ambulanti che cercano di campare,i ragazzi che solo in questi 90 minuti piu' recupero si sentono davvero parte di qualcosa.
Di quel qualcosa.

Che pure il cielo ,di notte stellato,sembrava ammirare.
Quel qualcosa,che non era una squadra,undici uomini ,una finta ,una rete gonfiata,un 4 3 3 anomalo.Ma era solo una voce sporcata da Dio,e sessantamila anime tutte unite sotto un cielo dipinto dalla notte,di una notte fredda ,alle quali non importa la serie,i nomi altisonanti ,il modulo,ma solo quella squadra ,la sua storia,e quelle magliette,color azzurro pallido di uno stanco primaverile pomeriggio di Marzo.
Come a me ,da bambino come ora,non importava niente se non l'emozione che le loro anime vibranti mi hanno dato.