Vai alla freccia - Homepage - BlogRoom - Mappa
Visualizza Messaggi.

Nick: Althusser
Oggetto: era bello quel sorriso remix
Data: 26/2/2005 3.46.0
Visite: 128

L'avevo già postata, però era la metà. Avevo voglia di scrivere e ho scritto. Voi, se avete voglia, leggete, ma vi avverto che è lunga e mi caco pure il cazzo di mettere gli spazi.

fate voi.

Mi girai e le dissi:
- Tu scrivi mai?
- No.
Rispose lei, con un’aria d’incredulità sul viso così naturale che mi colpì, serio, rafforzata da un:
- E poi cosa? Cosa dovrei scrivere?
- Tutto.
Replicai di botto (anche allora pensavo che il ritmo fosse essenziale in una conversazione).
- Tutto può essere scritto, in fondo si tratta solo di parole…. e della nostra vita….tutti hanno storie da raccontare.
E lasciai la frase sospesa nell’aria intervallata da una doppia pausa che mi sembrò il più bel replay nella storia mondiale della retorica. Ovviamente mentivo, ma lo facevo bene, è bello essere giudicati da una giuria uninominale di se stessi.
- Già tu parli parli, però non scrivi. C’è gente che si dedica a farlo davvero, ci mette impegno, passione, voglia, tu no.
Attaccò, e non era per nulla intimidita.
La stoccata m’irrigidì.
Inutile negare, ero sempre stato un accusone di merda. Ma mi piaceva pensare che non lo dessi a vedere (sempre per la storia della giuria, ecc. ecc.). Che avevo un controllo perfetto sui tasti della mia facile ira.
- Ti sei arrabbiato eh?
Continuò, invece, lei. Era evidente che avevo una stima troppo elevata del mio autocontrollo, aveva bisogno di una bella messa a punto, roba da tagliando proprio. Poi mi guardò in un modo che non riuscii a decifrare. Del resto era sempre così. A volte mi dicevo: non capisco cosa pensa. Altre volte invece: lo capisco benissimo e quindi non è più il caso che ci vediamo, siamo troppo diversi. Oppure lei piangeva e io me ne restavo lì a mezz’aria sospeso fra l’incazzarmi o abbracciarla. Insomma qualsiasi cosa pur di farla smettere. Ma non perché fossi, oltre che un accusone, un insensibile di sfaccimma e quindi cercavo solo la via breve fra il suo pianto e la fine del suo pianto. Solo perché a volte mi dava idea di un pianto telecomandato, che te ne stai lì sul divano di casa e te lo spari con un semplice click delle dita in stereodrome. Cioè – capite? – mi sembrava una cosa innaturale, esagerata e spettacolare, di sicuro al passo coi tempi, ma non in linea con i limitati margini della mia capacità di sopportazione, bassa devo dire.
Poi però dopo ci ripensavo. Lo facevo sempre e convenivo sul fatto che un pianto esprime un dolore, cioè se uno piange sta male, giusto? Funziona così di solito dalle nostre parti. Ok, ok, a volte un pianto esprime una gioia, ve lo concedo, ma di quelle attese a lungo. Troppo a lungo. Che poi quando pure l’ottieni ti fa male, per tutto il tempo che te ne sei restato come il fratello del cazzo lì ad aspettarla e non te la godi nemmeno come avresti voluto e, soprattutto, meritato. A finale questo tipo di gioia era una specie di dolore, ne ero convinto. Quindi, assodato che in tutti e due i casi un pianto era dolore, dovevo prendere atto del fatto che lei soffriva e io non volevo che questo accadesse, assolutamente no, non era giusto. Mi dispiaceva quando gli altri stavano male e in qualche modo era coinvolta la mia cazzimma, che aveva fatto il suo sporco lavoro. Perché piangesse però non lo capivo. E non che non me lo chiedessi, anzi, lo facevo spesso, eppure non ci arrivavo. Faceva parte della galleria dei miei misteri impenetrabili. Avrei preferito che mi chiedessero la tabellina del 17,2, credetemi, pur di evitare a me stesso quella domanda, che però ineludibilmente ogni tanto ero costretto a farmi, faceva parte, che so, dei miei doveri istuzionali di partner di una coppia. Però se dicessi così sarei troppo uno stronzo e anche un bugiardo di merda, in realtà lo facevo perché ci tenevo. Si, ok, avevo pubblicamente affermato che l’amore non serviva a un cazzo, non potendo negarne l’esistenza mi limitavo a catalogarlo fra le cose che era meglio non beccarsi. Si tu col dito alzato là in fondo, lo so che te lo ricordi quando dicevo che l’amore era come la pertosse o l’influenza o un’appendicite del cazzo e quindi è meglio che il tuo culo ci resta a debita distanza di sicurezza, non c’è bisogno che fai il saputello, amico. Non sono qui per negarlo. Però a mia parziale discolpa devo dire che lei era davvero dolce, al punto che l’avevo idealizzata come l’essenza stessa della bontà. Una sorta di modello perfetto da Iperuranio e io ero bravissimo a costruirli, nonostante nemmeno allora fossi Platone. Se la bontà l’avessero venduta sotto vetro come il duomo di Milano, che lo giri e viene giù la neve, nella mia testa avrebbe avuto la sua faccia. Magari rovesciata e con un po’ di forfora di lo sa il cazzo che ci sta là dentro, ma pur sempre la sua faccia. Sarebbe andata molto d’accordo col me stesso di quando avevo 15 anni, anche io all’epoca ero un ragazzino dolce, lo giuro. Solo che quando io ne avevo 10 lei non c’era ancora e sarebbe nata solo l’anno dopo, cioè a 11 anni ero stato un potenziale pedofilo con una tipa di 2 giorni di vita e non lo sapevo nemmeno. Sono sempre stato più vecchio delle mie fidanzate, con lei più delle altre, ma non al punto da finire a offrire il mio buco del culo in qualche carcere fetente della repubblica italiana a una mandria di pecoroni criminali che la gente come i pedofili la schifa proprio dall’anima. E fanno bene, perché questa è feccia che non dovrebbe proprio respirare sul mio stesso pianeta. A volte sono intollerante e lo ammetto.
- Ma no, che non mi sono arrabbiato.
Ripresi il filo del discorso, ma era passato poco, avevo pensato alla velocità della luce e la kriptonyte a me non mi ha mai fatto un cazzo.
- E’ solo che a volte sono cosi’ inquieto. Si vede eh, l’anima inquieta? Ammicai.
Adoravo darmi delle arie e adoravo il fatto che si vedesse che mi stavo incensando alla grande, che so, un fatto di goduria della goduria, onanismo psicologico al quadrato, delirio di onnipotenza fresco fresco di giornata.
Lei invece mi rispose semplicemente
"si",
senza tutto l’ambaradan che io, invece, mi ero fatto in testa. O, forse, aveva anche lei il suo bel ambradan nascosto da qualche parte nella testolina, solo che io non lo vedevo, figuratevi.
In ogni caso, però, era triste. Avevo detto una brutta cosa. Nel suo universo l’inquietudine era figlia della pazzia, bello chiatto chiatto, come si dice a Napoli in napolegno originale. Ma non quella pazzia dello scrivere "sono pazza" sulla pagina virtuale di una comunità virtuale, scrivendolo magari così: SoNo PaZzA, con le lettere ognuna di un colore, che se gli editori non fossero così pidocchiosi e attenti ai margini di profitto, ve lo farei pure vedere. Quella dell’essere proprio fuori di testa. Come un satellite. Malato mentale puro al 100% iso 9000. Se dicevo di essere inquieto, in realtà, per lei stavo semplicemente dicendo di essere pazzo, usavo solo un’altra parola, una cosa di sinonimi, in poche parole. Nel suo universo la quiete era la condizione ideale, la virtù stava, guarda caso, giusto nel mezzo e una bella giornata era per forza una giornata di sole. Punto. Però non la biasimavo, onesto, lei viveva nel suo tempo, ero io che inseguivo il mio. Mi chiedevo spesso se fossi io a sentirmi più giovane o se attiravo ragazze più mature per i loro anni. I maligni avevano un’altra versione, cioè dicevano una cosa tipo che sfruttavo il mio vissuto per fare colpo sulle ragazzine. Io pensavo però che trovatemi qualsiasi uomo sano di mente, in età adeguata per intrattenere piacevoli relazioni con l’altro sesso, che non gli piace una bella figliola di 20 anni e io vi regalo il pallone telecomandato col quale Alemao segnò a Stoccarda nella finale di ritorno di Coppa Uefa. E’ un bel cimelio, converrete, lo devono ammettere pure i maligni nelle pause fra una malignità e una sega. Perché i maligni parlano e si fanno le seghe, ora non voglio dire che siano due attività in se disdicevoli, assolutamente non nego che diano le dovute soddisfazioni, ma se diventano i due poli di un ciclo perenne e, soprattutto, esclusivo c’è qualcosa che non va, almeno secondo il mio immodesto punto di vista. Personalmente, invece, preferivo tenere sospesa la risposta, così a mezz’aria, era una cosa fra me e me stesso avevo pure il diritto di fare le mie leggi e applicarle solo quando ne avevo voglia, giusto?
Però non era corretto dire che lei fosse proprio così inquadrata, perché aveva anche voglia di vedere. Un sacco di voglia di vedere, lo dovevo ammettere. Spesso anzi mi sentivo in colpa per quello che le mostravo, anche se molto lo tenevo nascosto, era sempre troppo. Sapete, quelle cose che ti fai il problema di portare sulla cattiva strada ammesso che ne esista una buona che non sia solo un altro nome per la monotonia e la piattezza. Quando pensavo ‘ste cose, poi, mi sentivo molto Bukowski, ed ero fiero di me, però non ero di orifìgini tedesche, non avevo i brufoli e a differenza dello zio Buk non facevo il passo. Vivevo costantemente fuori delle mura della morale comunemente accettata, senza dubbio, che nemmeno il saputello col dito alzato di prima avrebbe potuto negarlo. Tuttavia casa mia era proprio sul confine. "Borderline", dicevo con un’espressione anch’essa molto figa, come si diceva in Italia a quei tempi, con la C al posto della G, dopo che l’accento milanese era diventato quello ufficialmente italiano. Stranezze della vita e dei tempi.
- Vabbè dai andiamocene a guardare il mare d’inverno.
Le dissi, tagliando corto, dopo un po’ mi cacavo il cazzo di fare l’anima in pena, era un ruolo faticoso.
E lei sorrise. Com’era bello quel sorriso, valeva di più di tutte le mie parole.



Rispondi al Messaggio | Indietro | Indice topic | Quota Testo | Vai su| Segnala ad un amico|Successivo


era bello quel sorriso remix   26/2/2005 3.46.0 (127 visite)   Althusser
   re:era bello quel sorriso remix   26/2/2005 3.47.59 (60 visite)   Franti
      re:era bello quel sorriso remix   26/2/2005 3.49.58 (53 visite)   Althusser
   re:era bello quel sorriso remix   26/2/2005 4.4.1 (44 visite)   L4t|t4Nt3
   re:era bello quel sorriso remix   26/2/2005 4.5.25 (39 visite)   pearl jam
   re:era bello quel sorriso remix   26/2/2005 12.56.43 (28 visite)   TErry_J
   re:era bello quel sorriso remix   26/2/2005 20.32.22 (10 visite)   {D|4BoLiK (ultimo)

Nick:
Password:
Oggetto:
Messaggio:

vai in modalità avanzata
                 


Rimani nel thread dopo l'invio


Ricerca libera nel sito by Google (Sperimentale, non sono ancora presenti tutti i contenuti)

Google
 



Clicca per leggere le regole del forum



Imposta IRCNapoli come homepage

Clicca per andare sul forum di prova.
IRCNapoli "Un racconto a più mani".
Mappa del forum

Visualizza tutti i post del giorno 26/02/2005
Visualizza tutti i post del giorno 31/07/2025
Visualizza tutti i post del giorno 30/07/2025
Visualizza tutti i post del giorno 29/07/2025
Visualizza tutti i post del giorno 28/07/2025
vai in modalità avanzata