Nick: schuF Oggetto: racconto Data: 1/3/2005 23.24.34 Visite: 100
."Com'è strana Napoli oggi"pensò Vincenzo. Era seduto in una specie di bar uguale a tanti altri,situato in una stradina nascosta adiacente a piazza San Domenico. Seduti a un tavolino c'erano degli anziani che discutevano dell'ultima partita giocata in casa dal Napoli. Più in la delle ragazze che leggevano alcuni appunti d'università. Erano appena le nove del mattino,e intorno c'era una "strana tranquillità". Ci si poteva godere gli ultimi raggi di uno spendido sole di metà settembre. Si avvicinò il padrone del bar e Vincenzo gli indicò una bibita che poco prima era stata servita a un altro tavolo. Un the. Lui avrebbe preferito una coca-cola,ma optò per un the. "Credo che anch'io prenderò un the!". Una voce femminile colpì la sua attenzione. Dietro di lui a un tavolo,una ragazza. I capelli raccolti in un nastro celeste si abbinavano al suo vestito. Una ragazza esile,non molto alta e con dei grossi occhiali neri. Non era napoletana. Lo si notava dal suo accento. Vincenzo decide di alzarsi e andarle incontro. Dopo aver chiesto il permesso di poter sedere accanto a lei i due iniziano una fitta conversazione. Il padrone del bar si era avvicinato e ascoltava attentamente la conversazione. Vincenzo si sentiva infastidito da quella presenza,ma aveva la conversazione con quella simpatica ragazza non dava modo di pensare all'imbarazzante situazione. "Ti va di fare una passeggiata?Oggi Napoli mi sembra più bella del solito".Queste furono le parole della ragazza. "Comunque io sono Vincenzo,tu come ti chiami?Non ci siamo neanche presentati!"Disse lui. "Il mio nome è Nina".Rispose lei. Parlarono a lungo i due,tanto che il tempo passò così velocemente che arrivò l'ora di pranzo. Poteva fidarsi di quella nuova amica,pensò Vincenzo. Lui che non aveva mai avuto fiducia in nessuno. Fermi a Mergellina a Nina venne in mente che,quando lo stesso sole era sorto quel mattino,non avrebbe mai pensato di passare una così felice giornata. Vincenzo continuava a fissarla,Nina non era poi tanto male. E poi sicuramente era diversa da tutte quelle incontrate prima. Aveva quel non so che di misterioso forse per via dei suoi grossi occhiali neri che non toglieva mai. Lei era a Napoli per studio,e condivideva un appartamento con una ragazza della sua stessa città. Non era straniera Nina.O meglio non era Napoletana. Era di un paese in provincia di Como. Ecco il mistero svelato del suo strano accento. Mentre il sole si nascondeva i due erano ancora fermi davanti al mare. E parlavano. Forse non avevano mai parlato tanto in vita loro,prima di quel giorno. 18 settembre 2002. "E' tutto così perfetto,tra l'alba e il tramonto di questo stesso sole"pensò tra se e se Vincenzo,facendo sua una frase di Cohelo. A volte la vita cambia nel tempo di un sospiro. Si vergognava a chiedere il numero di telefono di Nina. Fu Nina a chiedere il suo. E Vincenzo provò un enorme senso di sollievo. Era sera ormai,e dopo essersi salutati Vincenzo rimase lì a guardarla andare via. Si trovò per caso in un bar,e per caso conosce Nina.Una ragazza apparentemente come tutte le altre.Ma lei era diversa dalle altre.Lui lo intuiva. La chiamata di Nina non si fece attendere molto. La sera successiva i due si videro. E anche quella dopo. Passò un mese così. Una sera,dopo aver mangiato un panino,Nina invitò Vincenzo a casa sua. Un bicchiere di vino tira l'altro. Così come i baci senza pudore di Nina stampati sulle labbra di Vincenzo. Fu bello fare l'amore con Nina,pensò Vincenzo. O almeno fu bello fin quando Nina disse a Vincenzo:"Vedo il mondo come vorrei che andasse,e non come va veramente". "Cosa avrebbe mai voluto dire Nina con quella frase?"Fu quello che continuava a pensare tra se e se Vincenzo. Il semplice stringere Nina tra le sue braccia,rassicurava Vincenzo. Aveva capito che certe cose non bisognava domandarsele. Guardava continuamente Nina. Continuava a fissare il suo viso. Continuava ad accarezzare la sua pelle. Vincenzo sarebbe voluto rimanere li per l'eternità. Per lui era tutto nuovo. Le sue emozioni,i suoi desideri,le piccole cose che un tempo credeva stupide e che ora ai suoi occhi non lo erano più. Sembrava di fare l'amore per la prima volta. Una sensazione inspiegabile. Nina era incredibilmente bella. Sentiva di poter guardare il mondo solo attraverso gli occhi di quella splendida ragazza. Si addormentò così.Guardando Nina. Si svegliò nel momento in cui qualcuno lo scuoteva continuando a ripetergli:"Dai svegliati!E' ora che tu vada via!". Era la ragazza che condivideva l'appartamento con Nina. Nina non c'era. Era in università. Vincenzo si vestì velocemente,e senza neanche sciacquarsi la faccia un pò imbarazzato salutò e andò via. Camminò senza fretta verso la metropolitana. Un sorriso diverso gli illuminava il viso. Forse era perchè con Nina aveva trovato la sua pace. Erano perfetti l'uno per l'altra. Il loro era un linguaggio che andava ben oltre le parole.. Stava imparando tante cose nuove,mai provate. Per tutta la mattina non fece che pensare alla notte precedente. Il cellulare squillava. Era Nina. Per un imprevisto era obbligata a tornare al suo paese. Vincenzo non voleva sembrarle invadente chiedendogli per quanto tempo si fosse fermata lì. Ancora una volta fu Nina a parlare per lui. "Vincenzo vuoi venire con me?" Non esitò ad accettare il ragazzo. E il giorno dopo partirono insieme. Il viaggio in treno proseguiva tranquillo. Durò un paio d'ore che passarono velocemente tra baci e carezze. Arrivati al paese,ad aspettarli c'era lo zio di Nina che accompagnò i due a casa della ragazza. Una villetta di due piani immersa in un giardino ben curato. I genitori della ragazza si mostrarono sin da subito cordiali. Per Vincenzo era tutto così perfetto. Ma il passare dei giorni fa venire strani pensieri a Vincenzo. Nina inizia a comportarsi stranamente. Scopre che la ragazza gentile,educata,e molto dolce che aveva conosciuto era ben diversa dalla Nina di ora. Scostumata,viziata,aggressiva.Questa la Nina di ora. Una sera dopo una cena con amici di lei,tra i due scoppia una lite furibonda. Vi fu un attimo di silenzio così grande che anche quel piccolo paesino sembrava essersi addormentato. Nina non c'era più. Non esisteva più la Nina simpatica. La Nina dolce. La splendida Nina. Tuttò si trasformò in silenzio,come l'animo silenzioso di Vincenzo. Lui non provava dolore,ne sofferenza,ne delusione. Si sentiva vuoto. E sperava di risvegliarsi da quell'incubo. Sperava che tutto finisse per sempre in quel momento. Il mattino successivo Vincenzo decise di lasciare il paese e tornare a Napoli. Voltandosi verso Nina disse solo:"Io non sono abituato alla tua vita.Prima che ti incontrassi credevo di aver perso tanto tempo in un luogo che non sentivo mio,e mentre tutti i miei amici crescevano con il sogno del pallone,io fallivo e regredivo.Ero triste.Fino a quando non sei arrivata tu.Adesso so che non è proprio così:io ho sempre vissuto credendo che la mia vita non andasse bene.Ma invece andava una meraviglia prima di conoscere te.Non voglio cambiare,perchè non so cosa cambiare e come cambiare.E non voglio che cambi tu.Siamo troppo abituati ad essere noi,i miracoli non esistono". Lei singhiozzando rispose:"Credevo di averti insegnato qualcosa.Ma io non sono stata in grado di insegnarti niente.Questo è ciò che mi rattrista di più,forse chi aveva bisogno di apprendere ero solo io e ora..." Vincenzo non le diede modo di finire la frase,e disse:"Sai come si dice a Napoli?Chi chiagne fott 'a chi ride"... "Cosa significa?"Chiese Nina. "Dovresti essere nata a Napoli per capirlo"rispose lui. E mentre con un bacio sulla guancia salutava Nina raccimulò le sue ultime cosa e andò via. A volte si può sbagliare. Ma il vento riprenderà a soffiare. E'impossibile trattenere il corso della vita. |