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Oggetto: HANNO VINTO LORO
Data: 2/3/2005 12.21.8
Visite: 83

di BIFO:

Il Ku Klux Klan è un'organizzazione fondata nel 1862, dopo la sconfitta dei confederati schiavisti. Il fondamento di questa organizzazione è il sentimento di appartenenza alla comunità cristiana, e la supremazia della razza bianca.

http://www.k-k-k.com/

L'America che ha vinto le elezioni negli Stati Uniti il 2 Novembre 2004 è diretta erede del Ku Klux Klan.
La forza del nuovo oscurantismo, che le grandi corporation stanno cavalcando per consolidare il loro dominio sul pianeta come la borghesia
industriale tedesca cavalcò il nazismo negli anni '30, ha una base popolare
maggioritaria. Facciamocene una ragione. Contro gli stupidi anche gli dei sono impotenti. Figuriamoci contro la forza organizzata della stupidità di
massa.

Alcuni sperano che il secondo mandato di Bush sarà più moderato e ragionevole del primo. A me sembra improbabile.
E' vero che l'apparato militare degli Stati Uniti ha mostrato di non poter
garantire l'intervento in diversi teatri di guerra al contempo. Ma nei prossimi quattro anni potrebbe svilupparsi una tendenza che abbiamo già
visto all'opera in Iraq: la formazione di eserciti mercenari salariati da parte di agenzie economiche, aziende globali della guerra che arruolano
poveri di ogni paese per mandarli a combattere nei luoghi in cui si trovano le risorse energetiche. Le aziende globali della guerra saranno in parte
finanziate dagli stati occidentali (per la fornitura di servizi di sicurezza) in parte si pagheranno con i proventi del petrolio e delle altre risorse rapinate ai territori sottomessi. Esse avranno una duplice
mission: sottomettere militarmente i territori in cui si trovano risorse di interesse vitale, ed eliminare una parte eccedente della popolazione
terrestre. Se non si vuole por mano a una redistribuzione del reddito e delle risorse, e quindi di modificare il tenore di vita degli occidentali,
l'unica strada è quella di un Olocausto planetario.

"Il tenore di vita degli americani non è oggetto di trattativa" disse George Bush quando decise di non aderire al protocollo di Kyoto, col quale
(tardivamente) si cercava di porre rimedio alla devastazione dell'ambiente planetario. Quelle parole contengono un messaggio esplicito: la minoranza
che consuma l'immensa maggioranza delle risorse del pianeta non intende mettere in discussione il suo predominio e di conseguenza dichiara guerra
contro l'umanità stessa.

La sconfitta di Kerry segna campane a morto per la sinistra che viene dal Novecento. Quella sinistra non vincerà mai più. Se anche (come potrebbe
accadere in Italia nel 2006) vincesse le elezioni sarebbe solo per far precipitare ulteriormene la situazione, per rafforzare il razzismo e il
fascismo.
Nel campo della politica nessuno ha il coraggio di dire una cosa semplice: le aspettative che si sono sedimentate nella psiche occidentale (e non solo
occidentale) sono l'ostacolo. Le aspettative sono ciò che occorre trasformare. Il sistema delle attese di mondo ereditate dall'epoca dello
sviluppo alimenta oggi il razzismo, la guerra, il terrore. Occorre abbandonare e modificare le aspettative di espansione economica, di maggior
consumo, le aspettative di sicurezza che la sinistra condivide con la destra, quelle che la sinistra afferma di poter soddisfare meglio della
destra. I luoghi comuni della politica modniale sono il problema, l'ostacolo, l'accecamento.
Questa sinistra non lo capirà mai.

In un articolo distribuito da Global Viewpoint e pubblicato da Herald
Tribune, Henry Kissinger sostiene una tesi interessante: la vittoria di
George Bush è il segno del definitivo spostamento dell'asse politico del mondo dall'Atlantico verso il Pacifico.
"La generazione che ha formato la relazione atlantica è uscita dalla scena.
Negli Stati Uniti il centro di gravità politico è passato a settori del paese i cui rappresentanti hanno meno contatti personali con l'Europa. "

Ciò significa che il patrimonio comune delle rivoluzioni moderne, depositato nella Dichiarazione di Indipendenza americana e nella
Dichiarazione dei diritti dell'89, non è più nell'orizzonte americano.
L'era atlantica cede all'era pacifica, e il capitalismo americano, erede del nazi-cristianesimo puritano deve prepararsi a competere con la potenza del collettivismo imperiale cinese. La guerra santa scatenata contro l'islam da parte del KKK è una guerra preventiva contro la Cina. Controllare le fonti di rifornimento petrolifero nei prossimi decenni vorrà dire tener la Cina sotto ricatto.

Nel suo ultimo libro dal titolo Who are we? Samuel Huntington elabora i principi dell'integralismo identitario puritano che forgia a suo dire i fondamenti della nazione americana. Huntington è ossessionato dall'identità americana come si capisce dal patetico titolo.Le sue considerazioni sull'identità, che occupano il primo capitolo sono
banalità da bar di periferia. Il concetto di identità è evidentemente troppo ambiguo per poter essere compreso da un cervello integralista puritano.
Ma la parte interessante è quella in cui il professor Huntington riflette sull'alternativa di fronte a cui si trova oggi l'identità americana.
L'America, spiega Huntington, fonda la sua identità su due pilastri: quello della Dichiarazione di Indipendenza, cioè il principio illuminista della libertà e dell'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, e la cultura puritana dei primi coloni che sbarcarono sulla costa orientale nel
1607, 1620, 1620..Oggi occorre scegliere quale fondamento è più essenziale per la definizione dell'identità americana.

"Si dice che l'America sia una nazione di immigranti e che l'identità
americana sia definita unicamente da un insieme di principi politici, il Credo Americano. C'è molta verità in questo. L'immigrazione e il Credo
sono elementi chiave dell'identità nazionale americana. Non sono identità
sbagliate, ma sono solo identità parziali. Né una né l'altra ci dicono tutta la verità sull'America. Non ci dicono nulla a proposito della società
che aveva attratto gli immigranti o sulla cultura che produsse quel Credo.
L'America è una società creata da coloni del diciassettesimo e diciottesimo
secolo che vennero tutti dalle isole britanniche. I loro valori, istituzioni e cultura fornirono i fondamenti e il modello per lo sviluppo
dell'America nei secoli successivi. Inizialmente essi definirono l'America in termini di razza eticità, cultura, e soprattutto in termini di
religione. Poi nel diciannovesimo secolo dovettero anche definire l'America sul piano ideologico per giustificare la loro indipendenza dai compatrioti
inglesi.(Huntington, 2004, p. 38)

Abbandonando la tradizione illuminista Huntington afferma che alla base della convivenza americana non sta la Legge, ma la kultur anglo-sassone e
puritana.
"Le origini dell'America si debbono trovare nella Rivoluzione Puritana inglese. Quella rivoluzione è in effetti l'evento formativo più importante
della storia politica americana. . L'America fu creata come una società
protestante proprio come e per alcune delle stesse ragioni per cui il
Pakistan e Israele sono state create come società Mussulmana e società
Ebrea, nel ventesimo secolo."(Huntington, 2002, 63)

Pakistan e Israele sono due stati integralisti, che violano il principio
fondamentale della civiltà illuministica e moderna secondo cui lo Stato non
può differenziare i cittadini in funzione del loro credo religioso. Due
anni dopo la morte di Adolf Hitler, la nascita di Pakistan e Israele segna
il ritorno della concezione etnicista dello stato nazionale.
Ora il professor Huntington ci spiega che gli Stati Uniti d'America sono
nati nella stessa maniera, perché l'identità profonda degli USA non sta nel
valore universale della Legge, ma nel valore particolare della Cultura, nel
predominio di una religione etnicamente definita.
In questo senso in America ha preso il potere il kkk .

Scenari immaginabili

E adesso? Come reagirà la società americana alla dittatura culturale che si
è installata? Come reagiranno i ceti del lavoro cognitivo, concentrato
nelle zone in cui il voto è stato antiBush? Riusciranno i cognitari
americani a creare strutture autonome di ricerca e trasmissione dei saperi
che il nuovo oscurantismo cerca di cancellare? Riusciranno a dar vita a una nuova guerra di secessione, che non si combatterà con le armi ma con la sottrazione di energie alla guerra, con la creazione di strutture e di
istituzioni regolate da un principio post-proprietario? E' difficile, ma è la prospettiva a cui lavorare.
Nella fase che viene sono convinto che non vi sia alcun altro scopo da perseguitre se non questo.
Per il resto credo il movimento non violento contro la guerra non abbia più
alcuna carta da giocare. né la società possa vincere alcuna battaglia contro la dittatura globale delle corporation.
Una serie di processi catastrofici si sono avviati, e si svolgeranno nel
prossimo futuro:

il terrorismo islamico è ormai endemizzato e produrrà effetti di crescente violenza per il tempo della prossima generazione. Il terrorismo islamico
non ha le fattezze di un cartello di gruppi politici, ma è un'onda culturale che si estenderà su almeno una generazione, e ha le sue radici nell'umiliazione. La guerra iraqena, la violenza a cui gli islamici
detenuti sono sottoposti, la visione del corpo maschile nudo e sottomesso sono bombe psichiche a tempo, destinate ad alimentare un odio che si armerà
e colpirà gli americani dovunque essi siano. Le armi di cui il terrorismo si doterà saranno sempre più distruttive, potenti. E la forza invincibile
del terrorismo è l'amore per la morte, alimentato dalla violenza e dall'umiliazione.

Un secondo processo che si va delineando è la crisi dell'ordine pubblico in Cina, e l'esplosione di conflitti che difficilmente potranno essere a lungo
contenuti. Su quello che accade nella società cinese non possiamo avere molta informazione perché il controllo è quello di un paese totalitario. Ma
ormai molte cose cominciano a filtrare

http://www.china-labour.org.hk/iso/index.adp

Un altro dato importante su cui riflettere riguarda il fatto che ogni anno in Cina ci sono 200.000 suicidi (sì, proprio così, duecentomila).

http://www.expressindia.com/fullstory.php?newsid=37061

In conseguenza dell'impoverimento, del superlavoro, e della devastazione psichica, il suicidio tende a diventare un comportamento sempre più comune.
La dittatura economica delle corporation ha prodotto le condizioni di una vera e propria pandemia psicotica. E il suicidio sarà sempre meno un
comportamento isolato e sempre più un acting out aggressivo e micidiale. La larga disponibilità di armi e di esplosivi che possono essere usati da un
individuo isolato, ha ormai collegato suicidio e terrorismo.

Per finire, nei prossimi anni l'ambiente planetario tenderà a collassare a vari livelli, e non è escluso che alcune delle grandi emergenze del
prossimo futuro siano proprio legate a questo.
Su nessuno di questi livelli il movimento può agire.
Potremo solo sedere lungo la riva del fiume e attendere che accada quel che deve accadere.
C'è però un piano su cui è indispensabile continuare un'azione organizzata di lungo periodo: la creazione di strutture indipendenti della ricerca e
della trasmissione di sapere e di sensibilità.
In tutto il mondo è in atto una liquidazione dell'università, parallela
alla sottomissione al profitto della ricerca e della formazione . Si tende a cancellare l'autonomia della conoscenza.
E' solo dall'autonomia della conoscenza che la costruzione di un livello più alto della convivenza umana può cominciare.

15 novembre 2004
--------------

Fonte:www.rekombinant.org




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