Nick: Viola' Oggetto: Marinai perduti - Izzo Data: 7/3/2005 12.46.57 Visite: 114
Jean-Claude Izzo, scrittore marsigliese morto (purtroppo) nel 2000 è autore della cosiddetta "trilogia di Marsiglia" - Casino totale, Chourmo, Solea - romanzi "noir" ambientati nei bassifondi della sua città, tra gente alla deriva, immigrati, piccoli e grandi delinquenti, donne generose, donne capaci di scatenare grandi passioni, uomini che seguono il loro destino nonostante tutto e tutti. Anche "marinai perduti" è ambientato a Marsiglia, e più degli altri questo è il romanzo che parla del sentimento del mare, del navigare, dell'abbandono, della perdita di sè. C'è una nave ferma nel porto, l'Aldebaran. Ci sono gli uomini che non l'hanno abbandonata: il comandante libanese Abdul Aziz, il secondo, il greco Diamantis, il mozzo turco Nedim. La nave è ferma da tanto tempo e chissà per quanto lo resterà, forse per sempre; triste vicenda accaduta molto spesso, basti pensare alla nave "Odessa" e alla sua sosta quasi eterna nel porto di Napoli. Poi ci sono le donne, reali o solo sognate, amate e perse, ritrovate, abbandonate. E poi ovviamente c'è il mare come eterna promessa, il mito di Ulisse e le sue colonne d'Ercole, il mare che unisce i destini e può smarrire le menti degli uomini. "Solo i greci - pensa Diamantis - avevano tante parole per definirlo: Hals, il sale, il mare in quanto materia. Pelagos, la distesa d'acqua, il mare come visione, spettacolo. Pontos, il mare spazio e via di comunicazione. Thalassa, il mare in quanto evento. Kolpos, lo spazio marittimo che abbraccia la riva, il golfo o la baia..." Sono marinai perduti gli uomini di questo romanzo, sono uomini che non servono più e che per questo sarebbe meglio non esistessero. Però continuano a esistere, e a raccontare la loro storia.
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