Nick: Coatlicue Oggetto: Saltatempo Data: 8/3/2005 11.32.37 Visite: 128
Ho ventinove anni, un numero così ipocrita perché in stretta parentela con i trenta ma che ti illude di essere ancora una ventenne. Non è tutta colpa mia. Mai come negli ultimi anni l’età anagrafica è diventata un mero dettaglio. Ma c’è, esiste, è reale e nei momenti di rara dimenticanza ci pensano la carta di identità, la patente, il passaporto e perfino la busta paga a ricordare a me e al mondo intero la mia data di nascita. Vorrei avere almeno dieci anni in meno. Vabbè, facciamo cinque. E di questo credo che nessuno possa farmene una colpa. Tempo fa ho letto lo scritto di una ragazzina di diciassette anni che chiedeva a Dio di non farla arrivare ai trenta saltando da un amore all’altro per poi trovarsi sola e accorgersi di non stringere nulla tra le mani. Mi piacerebbe sapere se tra dieci anni non starà maledicendo lo stesso Dio perché non è più in grado di liberarsi di quel vincolo opprimente che aveva confuso con l’amore al tempo della sua devotissima preghiera. Bello avere diciassette anni, quando i "per sempre" si dicono in modo così leggero che sembrano davvero per sempre. Adesso è già tanto se diamo alle cose una scadenza. Questo però vuol dire che diamo anche una parvenza di inizio. E non vale solo per l’amore, ma per la vita in generale. Siamo pieni di avverbi di tempo quando parliamo, quando pensiamo, quando agiamo: per ora, al momento, adesso, in questo istante. Tutti avverbi a corta distanza con un raggio di estensione che fa fatica a superare la soglia del mese. È paradossale, più vai avanti con gli anni, più la scala temporale personale diminuisce. Sarà perché la soglia di attesa è inversamente proporzionale alla non più giovane età. Tutto questo per tornare al fatto che ho quasi trent’anni e vorrei averne dieci di meno. Magari ragionandoci anche cinque basterebbero. Oppure sarebbe sufficiente recuperare quel "per sempre" accantonato in un angolo di chissà quale passato. Basterebbe recuperarlo e integrarlo tra le mie espressioni comuni, tra un "glamour" e un "uau fichissimo" estemporanei. Ma come si fa? Senza stare a scomodare Dio perché: 1. ha cose più importanti a cui pensare (frase fatta ma che rende l’idea) e 2. non ho più diciassette anni quindi l’età dell’innocenza è passata da un pezzo si accettano suggerimenti venghino siori venghino ricchi premi e cotillon per tutti….
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