Nick: Franti Oggetto: Il Pratello di Emidio Data: 9/3/2005 14.50.46 Visite: 107
"E ora?" "Ora cosa?", mi fa Leo. "Che si fa adesso?", gli ho chiesto e lui m'ha detto che le storie non hanno mai una fine. "Tutt'al più c'è una porta che si chiude o qualcuno che dice una stronzata...". Così abbiamo aspettato che le porte dell'autobus si richiudessero ed è stato come vederci scorrere sopra i titoli di coda. Sono passati nove anni da quella mattina alla Certosa e ancora di più da quando me ne andai dal Pratello. Dieci mesi fa sono tornato a viverci. Da quando le osterie hanno avuto il permesso di sistemare i tavolini all'aperto, nella stagione estiva la strada è diventata un punto di ritrovo per chi rimane in città. Gli invasori sono sempre qui, ma posso scommettere che tra un pò cominceranno ad annoiarsi e decideranno di occupare un'altra zona della città. Lele ha venduto il bar la settimana scorsa. Sofia è tornata in Colombia. Anche se lo spirito di un tempo si è spento e nessuno dei personaggi vive più qui, è difficile che passeggiando lungo la via non ne incontri qualcuno. Finisce che entriamo da qualche parte e cominciamo a bere. L'alcool ci fa diventare sentimentali e ci spinge a rievocare gli anni d'oro della strada. Le storie sono le stesse, si litiga sempre sulle solite questioni e ognuno difende la sua versione dei fatti. Ma la evrità in fondo non interessa più a nessuno. Conta molto di più riuscire a stupire chi non c'era. Zaccardi è morto. Rigoni ha battuto un'altra volta a duello la morte. Leo appare e scompare come ha sempre fatto. Io ho cominciato a scrivere. "Vi sono certi vermi piatti tanto delicati che è quasi impossibile imprigionarli interi, perchè si rompono e sbrindellano al solo toccarli...". Avevo aspettato anche troppo. E.C.
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