Nick: BOBOMIX Oggetto: ISTAT = ormai è politicizzata Data: 18/3/2005 14.12.15 Visite: 40
conti pubblici L'Eurostat non convalida i dati dell'Italia I dati italiani non convincono l'Eurostat (l'Istat europeo), che ha comunicato oggi di non essere "in grado di convalidare i dati'' forniti dall'Istat e dal nostro governo sul deficit e sul debito relativi al 2004. Un brutto colpo per l'esecutivo. Non a caso il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha preso la notizia piuttosto male, dichiarando di essere stanco delle "burocratizzazioni assurde" di Bruxelles. L'Eurostat ha fatto sapere che, oltre all'Italia, anche Grecia, Portogallo, Lettonia ed Estonia potrebbero subire una revisione dei dati. Riguardo al nostro Paese, l'Ufficio statistico dell'Unione europea spiega di non essere in grado di confermare i dati a causa della ''registrazione di pagamenti al governo da parte di istituzioni finanziarie che svolgono il ruolo di concessionari d'imposta per il governo, della classificazione settoriale di societa' controllate dal governo, del trattamento di un'operazione di cartolarizzazione, della contabilizzazione di operazioni con riferimento al budget Ue, di incongruenze tra i dati sulla liquidita' e relativi alla competenza economica e divergenze statistiche nei conti del governo''. La chiarificazione di questi aspetti, prosegue Eurostat, ''potrebbe portare a una revisione al rialzo del deficit, in particolare per il 2003 e 2004''. L'Istat ha immediatamente controreplicato con una nota che annuncia l'invio, entro aprile, di ''alcuni primi risultati'' degli approfondimenti e di ''eventuali nuove stime'' sui conti pubblici italiani. Nella nota l'Istat spiega quali siano le principali conclusioni alle quali e' arrivato per il momento Eurostat. La prima e' la ''preoccupazione concernente l'elevato livello implicito delle discrepanze nell'aggiustamento stock-flussi che emergono dalla lettura dei dati trasmessi in via provvisoria e la necessita' di effettuare subito ulteriori analisi in modo da fornire nuove informazioni prima della notifica di settembre 2005''. L'istituto europeo punta inoltre all' ''estensione della verifica del trattamento dei flussi dalla Unione Europea verso le imprese nazionali, al momento effettuata solo per gli anni 2003 e 2004, agli anni precedenti. Cio' - spiega l'Istat - implica probabilmente una revisione dei trasferimenti alle imprese da parte delle Amministrazioni pubbliche''. Eurostat concentra inoltre l'attenzione ''sulla classificazione, per gli anni 2003 e 2004, dei versamenti delle banche titolari del servizio di riscossione delle imposte a mezzo Mod.F24 come imposta in conto capitale. Eurostat, - afferma ancora l'Istat - ha avanzato delle riserve, affermando che questi versamenti debbono essere considerati come partite finanziarie e non come imposte e quindi senza incidenza sull'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche''. Infine ''per la classificazione della societa' Infrastrutture Spa e delle operazioni di cartolarizzazione SCIP2, vista la complessita' e il carattere di interesse generale delle due fattispecie non e' escluso che Eurostat, prima di prendere le decisioni in merito possa consultare il Comitato Monetario Finanziario e di Bilancia dei Pagamenti (CMFB)''. "Non siamo preoccupati, ma contestiamo fortemente le riclassificazioni operate da Eurostat; e anzi abbiamo chiesto come Italia l'avvio di una procedura di consultazione tra i paesi dell'Unione Europea nel comitato competente". Questo il commento a caldo di Berlusconi. Che ha poi aggiunto: "siamo anche abbastanza stanchi del fatto che ci siano queste burocratizzazioni assurde e siamo decisi a dare battaglia perché la funzione dell'Europa non deve essere di creare difficoltà ai governi ma esattamente il contrario". Per l'ex ministro delle Finanze Vincenzo Visco (Ds) "questo governo fa dell'Italia uno stato inaffidabile". "La decisione di Eurostat di non certificare i dati italiani sul deficit pubblico (e sul debito) 2004 è senza precedenti e molto grave. L'Italia viene collocata tra gli stati inaffidabili sul piano delle statistiche pubbliche unitamente alla Grecia già accusata lo scorso anno di aver falsificato i propri dati. L'elenco dei punti controversi è impressionante - sostiene Visco -, essi sono persino più numerosi di quelli che l'opposizione ha ripetutamente indicato come critici. La decisione Eurostat - prosegue Visco - conferma i dubbi che abbiamo sollevato sulla correttezza ed affidabilità dei dati trasmessi dall'Italia alla Commissione (e dal Tesoro all'Istat), e conferma altresì che l'Italia ha superato il vincolo del 3% sia nel 2004 che, con ogni probabilità, nel 2003". Secondo il parlamentare Ds "la posizione assunta dal governo italiano è debolissima e inconsistente anche perché l'Europa assume decisioni che derivano dai trattati sottoscritti dal nostro Paese e che, ci auguriamo, Berlusconi non voglia mettere in discussione. Il governo paga oggi la propria leggerezza e la propria incapacità a gestire il bilancio pubblico, e la sua finanza creativa. Il governo, insomma, è vittima delle proprie macchinazioni". "La decisione di Eurostat (che sarà presumibilmente seguita dall'Istat, come si ricava dal comunicato emesso dall'Istituto di statistica) - conclude Visco - dovrebbe, infine, porre una pietra tombale sulle velleità del governo di ridurre ulteriormente l'imposta sul reddito per il 2006". (www.rassegna.it, 18 marzo 2005) Il colmo dei colmi? invocare leggi, fare leggi, infrangerle dopo neanche un giorno....w la coerenza. |