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Nick: Clelug
Oggetto: Furto Virtuale omicidio reale
Data: 1/4/2005 17.29.44
Visite: 49

MILANO - Un folle raptus omicida che l'ha portato a colpire ripetutamente con un coltello quello che alla fine era un suo compagno di gioco, seppur disonesto. E' quanto accaduto mercoledì al cinese Qiu Chengwei, 41 anni, secondo quello che riporta il quotidiano China Daily. Appassionato giocatore di avventure di ruolo online, i cosiddetti MMORPG (MultiPlayer Online Role Playing Games) dove migliaia di persone si ritrovano e relazionano in vari modi impersonando personaggi di fantasia, Qiu dopo ore passate a battagliare sul proprio monitor con il videogioco «Legend of Mir 3», nel mese di febbraio aveva guadagnato in compagnia di un amico la potente Spada del drago, un manufatto esistente solo nel mondo virtuale di Mir.

Qiu e l'amico, probabilmente un suo compagno di gilda, ossia un'associazione informale tra vari concorrenti del gioco - maghi e guerrieri nel mondo fantasy orientaleggiante di Mir - per ottenere migliori risultati nelle varie avventure (quest) del gioco, avevano poi prestato la Spada del drago a un terzo giocatore, Zhu Caoyuan, forse appartenente alla stessa gilda, forse perché doveva affrontare un'avventura particolarmente pericolosa per il suo personaggio. Comunque stiano le cose, Zhu una volta ottenuto l'accesso all'arma magica - che ribadiamo non è un oggetto fisico, e dunque il prestito è avvenuto tra i personaggi virtuali del gioco - non ha resistito all'idea di venderla e farci un bel po' di soldi. E qui, invece, stiamo parlando di soldi veri, per la precisione in questo caso di 7.200 yuan, cioè circa 700 euro. Un qualcosa di cui stupirsi, 700 euro per comprare... niente. Ma, seppur stupefacente, la pratica di compravendita di oggetti virtuali è sempre più diffusa tra tutti i giocatori di ruolo online nel mondo, che tramite le aste sul web si scambiano a suon di soldoni veri armature, bacchette magiche e quant'altro di «prezioso» e utile viene trovato nel corso delle proprie avventure online.
Un mercato tra giocatori che è diventato la norma soprattutto nei Paesi asiatici, dove milioni di cittadini di tutte le età si ritrovano nella quiete della propria casa e da qui esercitano i propri rapporti sociali attraverso i giochi per pc. In Cina, per esempio, i giocatori online sono già oltre 60 milioni.

Spiegato l'antefatto surreale della vicenda, il furto reale di un oggetto virtuale, la drammatica conclusione avviene con canoni terribilmente reali e «quotidiani». Scoperto il furto, Qiu da buon cittadino si è recato dalla polizia. Ma qui i funzionari cinesi gli hanno spiegato che non esiste una legge che tuteli la proprietà di oggetti virtuali, insomma: la spada non c'è mai stata, dunque non esiste il furto. E questo al quarantenne non è andato giù. E l'ha portato al gesto di estrema follia di tendere un agguato al proprio nemico nel mondo reale e di accoltellarlo senza pietà. A questo punto, Qiu deve essere rinsavito e si è consegnato spontaneamente alle autorità. Che l'hanno arrestato con l'accusa «lesioni intenzionali». E reali, in questo caso.



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Furto Virtuale omicidio reale   1/4/2005 17.29.44 (48 visite)   Clelug

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