Nick: Black 80 Oggetto: Buen Amor y Loco Amor Data: 20/2/2003 11.48.46 Visite: 47
Riporto alcune quartine del libro di Juan Ruiz "Libro de buen amor". La forma originale del componimento è in spagnolo medievale. Per quanto un traduttore (in questo caso anche interprete eccelso) possa essere bravo, è ben noto che una stretta corrispondeza sintattica e lessicale, non renderebbe il senso dei versi. Del resto, una stretta corrispondenza semantica, stravolgerebbe la struttura metrica del componimento, inoltre non creerebbe assonanza tra i termini utilizzati. Anche se la traduzione (meglio: interpretazione) di Vincenzo La Gioia è ottima e ben strutturata, si rivela un tantino sfasata rispetto a quello che è il senso del componimento originale. Io la riporto dopo la versione in spagnolo medievale, tuttavia consiglio a chi sa un tantino di spagnolo, di fare un piccolo sforzo, e rappresentarla nella sua mente tramite quel gioco di assonanze lessicali e corrispondenze semantiche date dalla versione in medievale. [l'arciprete Juan Ruiz incontra il personaggio Amore, ed inzia una discussione dai toni iracondi con lui...] Dirévos una pelea que una noche me vino, pensando en mi ventura, sañudo e non con vino. Un omne grande, fermoso, mesurado, a mí vino; yo le pregunté quien era; dixo:<>. Con saña que tenía, fuilo a denostar; díxel:<eres mentiroso falso en muchos enartar; salvar no puedes uno, puedes çient mill matar. <enpoçonas las lenguas, enervolas tus viras; al que mejor te sirve, a él fieres quando tiras, parteslo del amiga al omne que aíras. <fázesles perder el sueño, el comer y el bever, fazes a mucho omes tanto se atrever en ti fasta que el cuerpo e el alma van perder. <a las vegadas prendes con grand arrevatamiento, a vezes poco a poco con maestrías çiento. De quanto yo te digo, tú sabes que non miento. <traéslos de oy en cras en vida muy penada; fazes, al que te cree, lazar en tu mesnada, e por plazer poquillo andar luenga jornada. <non lo sana mengía, enplasto nin xarope; non sé fuerte nin reçio, que se contigo tope, que no-l debatas luego, por mucho que se enforçe. <muchos libros ay d'esto, de cómo las engañas con tus muchos doñeos e con tus malas mañas; sienpre tiras la fuerça, dízenlo en fazañas. TRADUZIONE IN ITALIANO: La disputa racconto che, sobrio, a tarda sera mi capitò pensando a mia sfortuna nera. Un uomo alto e robusto e di gran bella cera diceva:<> Ne fui così sdegnato che presi a protestare. <> gli dissi <tu, falso, menzognero, non uno puoi salvare ma centomila invece uccidi col tuo fare. <le lingue invelenisci e attossichi i tuoi strali. A chi ti serve meglio ferite dai mortali e togli anche l'amica a chi con ira assali. <insonni tu li rendi, al non mangiare e bere; e c'è chi tanto eccede, nel fare il tuo piacere, che perde anima e corpo per non se n'astenere. <procedi a volte in fretta e a volte calmo e lento, adoperi sagace un'arte oppure cento; e sai che in quanto dico, di certo qui non mento. <da un giorno al successivo di pene lo provvedi; chi misero in te crede arruoli e non congedi, così per poca gioia ben lunga marcia chiedi. <che mai rimedio o unguento o pozione l'han sanato; nessuno così forte al mondo c'è mai stato che tu non abbia vinto, seppur si sia sforzato. <in molti libri è detto, così come del danno che le tue blandizie e i sotterfugi fanno; debiliti ogni forza, esempi lo diranno. [segue una serie di favole aneddotiche...] L'autore non è uno dei miei preferiti, tuttavia credo che questa parte del libro sia degna di lode, di molta lode. Anzi, sinceramente, credo sia stupenda.
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