Nick: mir Oggetto: Visioni a pranzo Data: 14/4/2005 13.57.30 Visite: 122
Torno dal mio pranzo frugale alla gastronomia vicino l'ufficio. Davanti al portoncino c'è una specie di dea che armeggia con un grosso mazzo di chiavi. Ha in mano delle buste che la impacciano. E' alta, mora e ha gli occhi dello stesso colore del mare della Grecia in una giornata di mezzo agosto quando c'è silenzio tutto intorno e fai pat pat sulla sabbia della spiaggia non pensando a niente. Io ho già la chiave in mano e ovviamente mi offro di aprire per primo il portoncino. Dato che sono un gran cavaliere le tengo la porta mentre entra (ma sarebbe più esatto dire "levita verso l'interno"). C'è una piccola rampa di scale prima dell'ascensore. Mentre sale mi accorgo che la dea ha un pantalone a vita bassa di velluto sottile sottile. La parte posteriore del pantalone, inevitabilmente, scende evidenziando una prima parte di un delizioso perizomino di pizzo nero. Ad ogni scalino il perizoma sale (ovvero il pantalone scende) svelando sempre più marmorei glutei degni del miglior Canova. Le melenzane a funghetto del mio pranzo entrano direttamente nel torrente ematico portandomi euforia e un leggero stato di ebbrezza. Mentre sto per chiudere il portoncino già immagino i nostri (miei e di lei) sei figli che scorrazzano allegri sulla spiaggia greca di cui sopra. Il mio destino adesso è limpido e la strada tracciata. Niente si può frapporre. Lei mi aspetta nell'ascensore illuminato dal suo bellissimo sorriso. Poi, all'improvviso, entra velocemente un bruto che mi ringrazia e s'infila con prepotenza nell'ascensore portando altre buste e bacia la dea sulla bocca. Mi dice:" Venga venga, c'è posto". Dico di no. Aspetto un po' lì. Ho bisogno di tempo per riflettere e capire. http://www.librando.net un post importante (per me): http://www.ircnapoli.com/forum/show.asp?id=434073&fid=12&tid=0 |