Nick: Copia&Inc Oggetto: L'Udc va via dal governo Data: 15/4/2005 13.2.18 Visite: 74
L'Udc va via dal governo Follini: "Non c'è stata una svolta" L'Udc ha deciso su proposta del segretario di ritirare tutti i ministri dal governo Berlusconi a seguito della crisi scoppiata nella maggioranza. L'annuncio è stato dato dall'ormai ex ministro Buttiglione. Follini ha comunque precisato che il suo partito garantirà al governo una collaborazione parlamentare ed un appoggio esterno: "Abbiamo il dovere di garantire la governabilità" Nella sua relazione Follini aveva chiesto di "ritirare la nostra delegazione al governo e di chiedere ai ministri e sottosegretari, a cominciare da me, di lasciare il loro incarico garantendo al governo la nostra leale collaborazione parlamentare", ha detto Follini alla direzione del partito. "Di fronte a una sconfitta elettorale e ad una difficoltà politica, abbiamo chiesto una novità". Cosi' inizia l'intervento di Marco Follini alla direzione dell'Udc. "Ci e' stato risposto diversamente - ha proseguito Follini - ci e' stato opposto il valore della continuita' del governo e un certo minimalismo rispetto al risultato elettorale: abbiamo un'opinione diversa". "Ovviamente per noi restano un punto fermo questa coalizione e la sua guida. E ci tengo a dire che rientra a pieno nella governabilità da parte nostra l'approvazione in tempi rapidissimi, anche con voto di fiducia, del provvedimento sulla competitività". "Questa maggioranza vince se cambia: perde se si arrocca. Una maggioranza ferma, immobile uguale a se stessa sarebbe il regalo piu generoso al centrosinistra: questo regalo non lo vogliamo fare". Lo ha detto il segretario dell'Udc Marco Follini intervenendo alla direzione nazionale del partito e definendo "risibile ed offensive tutte le interpretazioni che con molta malizia e nessuna verita' ci vorrebbero collocare in una posione ambigua o trasversale". E ora che succede? Fin qui Follini. La domanda ora è che cosa farà Berlusconi. Cosa cambia al governo. Sicuramente cambieranno le procedure per prendere le decisioni. Tutti i provvedimenti dovranno passare per le segreterie dei partiti, visto che l'Udc e il Nuovo Psi garantiranno i numeri parlamentari, ma non disporranno di alcun uomo all'interno del consiglio dei ministri. Ciò significa che quantomeno i tempi di ogni legge e leggina si allungheranno. Ma ovviamente è il dato politico che conta. Più difficile chiamare al serrate le fila un partito (anzi due) che non è impegnato direttamente nel governo: sicuramente la navigazione parlamentare si farà più perigliosa, considerando anche che è comunque, possibilità di elezioni anticipate a parte, l'anno che precede le elezioni. "La proposta di ritirare i ministri dell'Udc ma di restare nella maggioranza pronti a sostenere l'azione del governo riservandosi magari di valutare di volta in volta i singoli provvedimenti, è una pratica che contrasta con lo spirito del sistema maggioritarioe ricorda i tempi della vecchia politica del proporzionale quando i partiti minori (Pli, Pri, Psdi) a turno uscivano dal governo per polemica con la "grande" Democrazia cristiana. "Nel sistema maggioritario - spiega l'azzurro Osvaldo Napoli - una posizione di presenza critica nella maggioranza ma fuori dal governo è onestamente meno comprensibile. I parlamentari della Cdl sono stati eletti insieme perche' insieme assumano compiti di governo nel Paese". "Rappresentare quegli elettori ma rifiutarsi di governare e' un vulnus al sistema di elezione - conclude Napoli - se la proposta di Follini sara' accolta temo che cambiera' in modo radicale il percorso che si era immaginato di dare alla crisi politica che aveva investito la maggioranza ma non il governo". 15/4/2005 http://www.tgcom.it/politica/articoli/articolo252802.shtml |