Nick: AnJeLiCa Oggetto: musica e solitudine Data: 4/3/2003 11.57.10 Visite: 10
Cerchi la parola adatta e non la trovi. Ti arrovelli nel tentativo di creare esempi che riescano a rendere ciò che hai disperatamente bisogno di “comunicare”….ma NULLA! Devi decidere, quindi, se omettere e far finta di nulla oppure “lottare”… devi decidere se e cosa è più importante e tristemente ti rendi conto di non saperlo fare. Eri sull’altra riva e desideravi con tutto te stesso riuscire a raggiungere la sponda che in ogni istante ti si mostrava così misteriosamente lontana e splendida, ricca…. Ambita. Oggi ci sei e vorresti non esserci, vorresti non aver mai intrapreso quella “traversata”. Ho letto Baudelaire e devo ammettere che non sono riuscita a trarne grossi piaceri…. Ma ci sono delle parole sue che mi ritornano costantemente in testa e non mi spiego come mai. “Spesso la musica mi porta via come fa il mare. Sotto una volta di bruma o in un vasto etere metto vela verso la mia pallida stella. Petto in avanti e polmoni gonfi come vela sacalo la cresta dei flutti accavallati che la notte mi nasconde; Sento vibrare in me tutte le passioni d’un vascello che dolora, il vento gagliardo, la tempesta ed i suoi moti convulsi sull’immenso abisso mi cullano. Altre volte, piatta bonaccia, grande specchio della mia disperazione!” Certo che è un po’ melodrammatico ma le sue parole, estrapolate dal ruolo “maledetto”, possono anche darmi la sensazione che siano “MIE”… Le note che accompagnano la mia mano, che guida questa penna sul foglio, che sarà letto da nessuno o da chissà chi…. Le note valicano montagne d’aria e tempeste di sentimenti…in convulse capriole giungono sino al mio “dentro”…lo perforano…lo spappolano… ne acuiscono l’aspetto. Perché si capisce sempre il proprio “dolore”, il proprio disagio e non quello del prossimo? Sono anche io come te! Sono anche io come te? Le mie parole di oggi potranno essere le tue domani…non riderne perché rideresti anche di te… una risata acida. Ho dovuto attendere anni per comprendere ciò che era già chiaro fin dal principio. Ho dovuto percorrere strade interminabili…sembrava fosse un cammino a ritroso…quasi immobile. Adesso sono qui e la parola “solitudine” non è che una mera parola, incapace di esprimere ciò che hai dentro…ciò che hai permesso venisse alla luce…ciò di cui ti vergogni. Spesso la musica mi porta via come fa il mare…. Altre volte, piatta bonaccia, grande specchio della mia disperazione… Mah…che cosa strana!
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