Nick: Mach Oggetto: Ultimo... Data: 5/5/2005 20.10.34 Visite: 35
ULTIMO si chiamava così perché era stato il primo figlio - e ultimo - aveva subito precisato sua madre, appena ripresi i sensi dopo il parto.
Così fu Ultimo.
All'inizio sembrava non volerne sapere. Nei primi quattro anni di vita si fece tutte le malattie possibili. Lo battezzarono tre volte: il prete non riusciva a dare l'estrema unzione a una cosa così piccola, con quegli occhi vispi: per cui ogni volta optava per il battesimo, tanto per non tornare senza aver sacramentato.
- Male non farà.
In effetti Ultimo ne uscì sempre vivo: piccolo, secco, bianco come uno straccio, ma vivo. C'ha il cuore forte, diceva il padre. C'ha culo, diceva la madre.
Per cui era vivo quando, all'età di sette anni e quattro mesi, nel novembre del 1904, il padre lo portò nella stalla, gli indicò le ventisei mucche da latte che erano tutta la sua ricchezza, e gli comunicò che non doveva ancora dirlo alla mamma, ma stavano per liberarsi, una volta per tutte, di quella montagna di merda.
Fece un ampio gesto, piuttosto solenne, che abbracciava l'intero locale, scuro e puzzolente. Poi scandì molto lentamente: - garage Libero Parri.
Libero Parri era il suo nome. Garage era una parola francese che Ultimo non aveva mai sentito prima. Lì per lì penso che dovesse significare qualcosa come "allevamento" o tutt'al più "latteria". Ma non capiva la novità.
- Ripareremo automobili - chiarì, lapidario, il padre.
Quella, in effetti, era una novità.
- Non esistono ancora, le automobili - annotò la madre, quando alla fine fu informata della cosa, una sera, a letto, a luce spenta.
- E' questione di mesi. E poi esisteranno -, la informò Libero Parri, suo marito, infilandole la mano sotto la camicia da notte.
- C'è il bambino.
- Non c'è problema - ci sarà lavoro anche per lui, imparerà.
- C'è il bambino, leva quella mano.
- Ah -, disse Libero Parri ricordandosi che d'inverno si dormiva tutti nella stessa stanza per economizzare sulle stufe. Rimasero un po' lì, in leggera bonaccia comunicativa. Poi lui riattaccò.
- Ne ho parlato con Ultimo. Lui è d'accordo.
- Ultimo?
- Sì.
- Ultimo è un bambino, ha sette anni, pesa ventidue chili e ha l'asma.
- Che c'entra, è un bambino speciale.
C'era, in famiglia, quest'idea che lui fosse un bambino speciale. Per via di tutte le malattie, e di altre storie che era difficile spiegare.
- Non potresti parlarne col Tarin, piuttosto?
- Lui non capirebbe. Lui è come gli altri, c'ha solo la terra in testa, terra e animali, mi darebbe del pazzo.
- Magari avrebbe ragione.
- No, non avrebbe ragione.
-Come fai a dirlo?
- Lui è di Trezzate.
- Da quelle parti era un'argomentazione inattaccabile.
- Allora parlane col prete.
Libero Parri non era ateo e socialista solo per mancanza di tempo. Si trattava di trovare un paio d'ore per informarsi un po' e lo sarebbe diventato. Nel frattempo, odiava i preti.
- Altri consigli? - chiese.
- Scherzavo.
- No, non scherzavi.
- Giuro che scherzavo -, e allungò una mano nei pantaloni del marito. Era una cosa che le piaceva.
- Il bambino -, borbottò Libero Parri.
- Fa finta di niente - suggerì lei. "Quando c'è l'amore c'è tutto". "No ti sbagli, chella è 'a salute". |