Nick: `Luk4s` Oggetto: Iniziazione - Ludwig Data: 6/3/2003 12.10.40 Visite: 32
Per favore, credetemi se vi dico che non piango mai. Io, è vero, ho amato, ma me ne sono pentito, dovete (dovreste) credermi. Prendetemi con voi, sono un duro, sono un disilluso, uno che crede solo al rumore del passo che sta compiendo, uno che si fida più che dell'amicizia dell'amico, sono uno che dà pacche sulle spalle, uno che non teorizza, fa. E fa quello che dite voi. Come dite? Una personalità forte... troppe idee... io so stare al posto mio, ragazzi. In voi ho trovato l'essenza, ho trovato il rimedio al mio giorno di dolore. E poi, non mi obiettate che ho sette vite, per carità! Sono un gatto, un genio, è vero, ma ne ho una sola, e pure abbastanza martoriata. Su questo, ci metto la zampa sul fuoco. Mi presero, mi feci prendere. Il rito di iniziazione consisteva nell'urlare, dalla terrazza più alta della città, delle formule di fedeltà alla banda. Niente di più facile. Camminavo sulla terrazza come avevo sempre fatto. Le altre volte, per fumare una sigaretta insieme al vento, era l'unica cosa che sentivo bene, dopo i miei problemi all'orecchio; stavolta, per far partire l'orologio della mia nuova esistenza. Come mi fu richiesto, presi il foglietto delle formule, e recitai la prima. Come non mi fu richiesto, salii sul davanzale. C'erano 80 metri sotto, c'era un brulichio di luci, sotto. Come mi fu richiesto, recitai la seconda. Feci un saltello, calmissimo dentro, e, come non mi fu richiesto, recitai la terza di spalle al precipizio, girato verso i miei amici. C'era la quarta... mi accovacciai e mi sedetti ancora faccia alla città... per la quinta mi stesi sulla ringhiera, e neanche questo m'era richiesto. Li volevo stupire, ovviamente. Non mi sembravano molto impressionati, ed allora cominciai a strisciare come un verme sul parapetto... percorrendolo e recitando la sesta formula. Guardai giù per stra-sfidare anche le mie vertigini, e riconobbi una coppia camminare; ma forse era un palo della luce. Lessi la settima formula con lo sguardo piantato verso giù, la mano mi sudava. L'ottava, invece, la lessi in volo, sempre per stupirli. Urtai contro la parete del palazzo, mi capovolsi nella caduta. Cominciai a leggere la nona, l'incompiuta. Lukas.
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