Nick: \\\Ulisse Oggetto: adesso anke i kamikaze Data: 29/3/2003 19.32.42 Visite: 40
Il termine Kamikaze trae origine dal giapponese. Significa Vento divino. Deriva dal nome del tifone che nel 1281 distrusse la flotta mongola, mentre tentava l'invasione del Giappone. In genere con la parola kamikaze si fa riferimento a quegli individui che consapevoli o meno, decidono di porre fine alla propria esistenza, mediante atti di terrorismo. Le immagini dai mass-media, i commenti giornalistici sulla stampa e la televisione relativamente al conflitto in irak mi inducono ad altre pillole di riflessione. Un inviato della RAI da Baghdad affrontava il problema annoso dei kamikaze. Mi sono soffermata su una frase parsami chiave: "Essi subiscono un lavaggio del cervello". Non potevo che esclamare tra me e me "Ovvio!". E per come la vedo si tratta di un'epurazione cerebrale dalle spaventose dimensioni, una candeggiatura dell'anima che sembrerebbe avere del soprannaturale. Raffinato, metodico, minuzioso e paziente deve essere il lavoro dei Maestri per scolpire ed intagliare la mente di questi giovani suicidi affinchè il loro sacrificio possa costituire una delle armi più temibili di cui il terrorismo islamico dispone. L'Islam si serve della...formazione. Non si obbliga a morire lasciando dietro di sè centinaia di vittime ogni volta, ma si induce a sceglierlo, basta regalare dei buoni motivi. Vergini, Paradisi attualmente intangibili, Felicità, Eroismo, Vendetta, soldi alla famiglia (pare 10.000 $). Chi vive in un mondo civile dove la cultura e la logica tengono alla larga da fanatismi religiosi non può comprendere un simile meccanismo. Io sono abituata ad elaborare razionalmente l'istinto alla vita e traggo da questa elaborazione la consapevolezza che si tratta di un impulso tra i più potenti. La vita intesa come pura esistenza senza ricorerre al significato più ampio di vissuto, è qualcosa che non si mette in discussione perchè scontata, perchè alla base e quindi precedente a qualunque nostro pensiero o azione. Rifletto a quanto siano sapienti i Maestri delle Truppe della Morte nel neutralizzare la percezione della vita sia a livello mentale che a livello sensoriale in giovani esseri umani... Ma pare sia più semplice di quanto si creda. Si prendono degli adolescenti poveri ed infelici già per loro conto, li si mette in un luogo isolato lontani dalle tentazioni e le voci del mondo e si parla loro ogni giorno del Buon Dio Onnipotente, del loro passato di odi, della possibilità di vendetta. Poi, infine all'elenco si mette loro una nota a caratteri cubitali che indichi ciò di cui sono privi e sottolineando che potranno averlo a determinate condizioni. Un giovane uomo pieno di vigore con un passato da miserabile che venga lasciato solo per mesi in un luogo sperduto del deserto desidera solo una donna da scopare e una vita fatta di ricchezze e serenità. Ecco servite le Vergini e il Paradiso in cui ogni desiderio ed ogni comfort si realizzano. Sta cosa, fa molto incazzare. I kamikaze sono un'arma potentissima, perchè essi ragionano secondo meccanismi corretti nella forma ma sbagliati nella sostanza. Essi cioè sono in grado di pianificare il male senza dare una chance di difesa. E' il nonsense, l'assurdo degli assurdi. Un uomo con una mente storpiata ma lucida può trovarsi in qualsiasi angolo del pianeta con addosso un giacchetto imbottito di esplosivo. Nessuno se ne accorgerà. Ma la cosa più amaramente ridicola è che il giornalista che disegnava a parole la potenzialità distruttiva dei kamikaze ha ridato la linea allo studio dal quale sono partite immagini fresche fresche di giovanissimi marines che, Dio abbia pietà di loro, urlavano di gioia dopo ore di combattimento contro un fortino irakeno in una importante cittadina portuale di snodo. Finalmente avevano fatto esplodere metà della roccaforte in cemento e potevano considerarsi fuori dal rischio di essere ammazzati. Mi sono chiesta: a questi uomini chi lo ha lavato il cervello? Maestro Bush? Chi glielo ha fatto fare oggi di rinunciare ad un pranzo a base di orecchiette col sugo di pomodoro e il basilico? Che differenza c'è con quegli altri? Anche i marines sono giovani e forti, al servizio della Patria, dell'odio dei connazionali e dei familiari, delle preoccupazioni di Bush, della brama statunitense di annusare petrolio, della paura. Anche loro sono nella maggioranza poveri negri o reietti di quartieri malfamati. Forse la differenza sta solo nel modo. Gli islamici hanno più fantasia e più ingegno. D'altra parte come potrebbe essere altrimenti, loro non possiedono le armi degli Usa. \\\U. |