Nick: Black 80 Oggetto: Il Sacrificio inutile Data: 7/4/2003 13.50.34 Visite: 8
E' veramente disorientante notare come dopo tante fatiche, sacrifici (per primo quello di Cristo), le cose non siano sostanzialmente cambiate su questa terra. Ho ritenuto significativo trarre liberamente dei versi da uno dei più grandi capolavori della letteratura italiana (e mondiale), che palesano i pensieri, le angherie, il disgusto di una mente illustre del '300. Dal Canzoniere di Petrarca. Passo CXXVIII (rivolto ai Signori d'Italia): Italia mia, benché 'l parlar sia indarno a le piaghe mortali che nel bel corpo tuo sì spesse veggio, piacemi almen che' miei sospiri sian quali spera 'l Tevero et l'Arno, [l'Italia intera] e 'l Po, dove doglioso et grave or seggio. Rettor del cielo, io cheggio che la pietà che ti condusse in terra ti volga al tuo dilecto almo paese. Vedi, segnor cortese, di che lievi cagion' che crudel guerra; e i cor', che 'ndura et serra Marte superbo et fero, apri tu, padre, e 'ntenerisci et snoda; ivi fa' che 'l tuo vero, qual io mi sia, per la mia lingua s'oda. Voi cui Fortuna à posto in mano il freno de le belle contrade, di che nulla pietà par che vi stringa, che fan qui tante pellegrine spade? [pelleg.=straniere] perché 'l verde terreno del barbarico sangue si depinga? Vano error vi lusinga: poco vedete, et parvi veder molto, ché 'n cor venale amor cercate o fede. Qual più gente possede, [gente=soldatesche] colui è più da' suoi nemici avolto. O diluvio raccolto di che deserti strani, per inondar i nostri dolci campi! Se da le proprie mani questo n'avene, or chi fia che ne scampi? [...] Vostre voglie divise guastan del mondo la più bella parte. Qual colpa, qual giudicio o qual destino fastidire il vicino povero, et le fortune afflicte et sparte perseguire, e 'n disparte cercar gente et gradire, che sparga 'l sangue et venda l'alma a prezzo? Io parlo per ver dire, non per odio d'altrui, o per disprezzo. [...] Non è questo 'l terren ch'i' tocchai pria? [natìo] Non è questo il mio nido ove nudrito fui sì dolcemente? Non è questa la patria in ch'io mi fido, madre benigna et pia, che copre l'un et l'altro mio parente? Perdio, questo la mente talor vi mova, et con pietà guardate le lagrime del popol doloroso, che sol da voi riposo dopo Dio spera; et pur che voi mostriate segno alcun di pietate, vertù contra furore prenderà l'arme, et fia 'l combatter contro: ché l'antico valore ne l'italici cor' non è anchor morto. [...] Al passar questa valle piacciavi porre giù l'odio et lo sdegno, vènti contrari a la vita serena; et quel che 'n altrui pena tempo si spende, in qualche acto più degno o di mano o d'ingegno, in qualche bella lode, in qualche honesto studio si converta: così qua giù si gode, et la strada del ciel si trova aperta. [ho saltato dei versi, poichè per comprenderli è necessaria una parte critica molto dettagliata, non quindi per recar meno rispetto ad alcune parti del Canzoniere, del quale componimento non si potrebbe tralasciare neanche una parola.] |