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Nick: Mush^Room
Oggetto: ASSENZIO
Data: 14/6/2005 11.50.8
Visite: 217

Nel lontano 1830 le truppe francesi stavano tornando trionfanti dalla conquista in terra di Algeria; questi uomini non tornavano come semplici vincitori di una guerra, bensì vittoriosi anche da diverse malattie allora letali, quali la dissenteria, la malaria il tifo..
Assieme ad essi portavano la pozione che a loro dire li avrebbe preservati dai malanni:
Un infuso di Artemisia Absinthium, una pianta spontanea che cresce in gran parte dell’Europa ed in Italia in particolar modo.
Le proprietà officinali di questa pianta erano conosciute fino all’antichità, infatti in un papiro egizio rinvenuto in una spedizione di egittologi riportava la ricetta di una essenza curativa a base di Artemisia Absinthium; nella bibbia invece si trova sempre in pessima compagnia di piaghe e lamentazioni.
La magica pozione venne commercializzata da Henri-Luis Pernod nel 1805 e venne chiamato Absinthe che tradotto in italiano equivale ad Assenzio.
La ricetta di questa prima apparizione della mitica Fata Verde era questa:
Mettete a macerare per un minimo di 12 ore, in 95 litri di alcol (85 per cento di gradazione), le seguenti piante essiccate: 2,5 kg di artemisia absinthium (assenzio maggiore o romano), 5 kg di anice e 5 kg di finocchio - altre fonti aggiungono issopo, succo di limone, angelica, anice stellato (che, all’epoca, contribuì alle fortune del mistrà marchigiano), dittamo (pianta erbacea aromatica della famiglia delle Rutacee), ginepro, noce moscata e veronica. Aggiungete 45 litri di acqua e distillate. Dal liquido ottenuto (circa 95 litri), prelevatene 40 litri, e aggiungete un altro chilogrammo di assenzio, un chilogrammo di issopo e 500 chilogrammi di succo di limone; scaldate a moderata temperatura, filtrate, e aggiungete i rimanenti 55 litri di distillato. I circa cento litri finali di assenzio saranno ricondotti a una gradazione alcolica di 75 per cento con un’ulteriore diluizione in acqua.
Il boom del successo lo si ebbe alla fine del diciannovesimo secolo quando in Francia il famoso Absinthe divenne una bevanda in gran voga.
Questo aperitivo con 68° di percentuale alcolica ebbe un tale successo di massa che il suo utilizzo spaziava dal ricco borghese, all'artista e al proletario, la sua benevolenza tra il popolo ne fece la bevanda più consumata, a discapito delle aziende vinicole che persero grandi percentuali di vendita.
L'Absinthe forniva una economica alternativa per sbronzarsi, ed altre aziende (oltre alla Pernod di Pontarlier) cominciarono a produrre il loro Absinthe con materiali a bassissimo costo per giocare fino in fondo la carta della concorrenza.
Questi prodotti a basso costo altro non erano che prodotti adulterati e molto pericolosi per la salute del consumatore, infatti diversi produttori non esitavano a mescolare nel loro Absinthe il solfato di rame per dargli un colore più accattivante, e spesso veniva utilizzato alcool di grano al posto di quello ottenuto dalla fermentazione dell'uva.
Purtoppo queste piccole aziende vendevano molto per l'economicità dei loro prodotti, mentre la Pernod-Fils che produceva un assenzio di ottima qualità era più che altro destinato ad una clientela di gente benestante (una minoranza del popolo francese).
Non ci volle molto perchè questo aperitivo dal gusto di anice si diffuse in tutta Europa e successivamente anche negli Stati Uniti.
Personaggi famosi come Verlaine, Rimbaud, Baudelair, Van Gogh, ne fecero la loro musa personale, e poi Degas, Toulouse Lautrec, WIlde e tanti altri artisti diventati un mito.
Moltissime opere d'arte dalle poesie ai quadri furono dedicate alla Fata Verde; quando nell'antica Parigi rintoccò l'ora verde, ne vennerò consumati milioni di ettolitri.
L'ora verde andava dalle 17 alle 19 e coincideva con l'ora dell'adulterio.
Verso gli inizi del ventesimo secolo erano gia serpeggianti delle voci secondo le quali l'assenzio aveva delle proprietà non del tutto controllate, e il suo abuso, nonchè la assuefazione che dava ai bevitori cominciò a far sospettare che essa non era un normale liquore, bensì una droga.
Il bavitore di vino tende all'allegria, alla socializzazione, il bevitore di birra ha una ubriacatura pesante; il bevitore di assenzio è invece perso nelle sue fantasticherie, la sua creatività raggiunge livelli massimali e forse, anche per questo fù la bevanda degli artisti.
Emile Zola nè descrive gli effetti devastanti sulle classi sociali più umili e la piaga sociale che ne deriva; egli scrisse:
"FInisce sempre con uomini ubriachi e ragazze incinte".
Incisivo fu anche Ernes Dowson, morto a 33 anni a causa dell'alcolismo, in una lettera scritta ad un suo amico:
«In realtà è un errore invaghirsi dell'assenzio. Come alcol robusto, è inferiore al nostro vecchio scotch. Io stamattina mi sono svegliato con i nervi a fior di pelle e un alito pestilenziale. Capisco che l'assenzio aumenta l'acidità [absinthe makes the tart grow fonder]. È estremamente nocivo per la pelle. Non ho mai avuto un aspetto così vizioso come questa mattina»

Nel 1905 accade l’inevitabile…

«Una crema di menta, un cognac e soda, sette bicchieri di vino e un caffè corretto al brandy; poi un altro litro di vino, un’ulteriore innaffiata di brandy e due bicchieri di assenzio».

Queste sono le tappe che i giornali dell'epoca hanno ricostruito rigurardo quel 28 agosto alcolico che segnò una svolta per la Fata Verde
Il robusto bevitore osservato è Jean Lanfray, contadino di 31 anni abitante nel Canton Vaud in svizzera, che dopo una giornata passata a bere, tornò a casa ed uccise a colpi di fucile la moglie e le due bambine.
Grande importanza fu data ai 2 bicchieri di Assenzio, il quale era sospettato di proprietà allucinogene.
Questa efferata barbarie sparse il terrore nel cantone svizzero, nel quale la gente vide materializzarsi l'incubo che in realtà l'assenzio non fosse una Fata Verde, ma un veleno verde, e prese ui considerazione furono anche le allucinazioni omicide di cui cominciava a serpeggiare l'idea da anni addietro.
Certo non aiutò a salvare l'onore della Fata Verde il colpo di pistola che Verlaine sparò a Rimbaud, ne l'orecchio di Van Gogh che si recise dopo aver bevuto assenzio.
Nel 1907 in Svizzera fu firmata una petizione che condannò l'assenzio al bando, in Francia fu vietato nel 1915 e grazie anche alla guerra mondiale che distolse gli sguardi dai cafès parigini alle trincee, l'absinthe scomparve lentamente.
Sopravvive tutt'ora in Spagna e Portogallo.
Questa fu la fine di un mito.

E adesso ritorna....

Nel 1998 Radomir Hill nella Repubblica Ceca, tenta di rilanciare la distilleria di famiglia oramai in declino e una bottiglia di Absenta importata dalla spagna gli suggerisce l'idea:
Produrre l'Hill's Absinth.
Non ci volle molto per diffondere la sua bevanda singolare che poco ha a che vedere con l'antico absinthe consumato dagli artisti; ma la frenesia e la curiosità dei turisti di Praga e non solo sopperisce all'evidenza dei fatti, quindi l'Hill's Absinth pur non essendo un vero Absinthe ottiene un successo strepitoso, tanto da allargarsi anche fino a Londra.
Con l'unione Europea e la maggior elasticità delle leggi, altre ditte come la Pernod ricominciarono a produrre Absinthe, limitando con mezzi moderni la concentrazione di Tujone, l'alcaloide contenuto nell'assenzio responsabile delle allucinazioni e dell'assuefazione, ma cercando il prodotto giusto si riesce ancora oggi a ritrovare dei prodotti paragonabili al vecchio Absinthe.
Inoltre il rituale usato per preparare l'assenzio ha un fascino iniziatico che ne aumenta il fascino.
Esistono diversi modi per berlo:
- Alla francese (rituale originale)
- Flambè
- Liscio.

- Francese

Si versa nel bicchiere una quantità ragionevole di assenzio, si appoggia un cucchiaino apposito, forato con una zolletta di zucchero sopra, e con una brocca, si fa gocciolare dell'acqua ghiacciata sullo zucchero per stemperarlo dolcemente.
L'acqua e lo zucchero vanno ad allungare ed addolcire la proverbiale amarezza dell'assenzio, e si dice, anche ad aumentare gli effetti del tujone.
L'assenzio bevuto in questo modo rimane fresco e con un gusto dolce al punto giusto.

- Flambè

Si mette prima di tutto il cucchiaino con lo zucchero sopra il bicchiere, si versa l'assenzio bagnando la zolletta di zucchero e successivamente andando a cadere dentro il bicchiere.
Fatto questo si incendia la zolletta ed il fuoco va a caramellare lo zucchero che gocciolando incendia anche l'assenzio.
Fatto caramellare per una quindicina di secondi si spegne il fuoco e si allunga la miscela con acqua.
Questo metodo rende l'assenzio caldo e inebriante, tuttavia non è il vero rituale.

- Liscio

Si prende un bicchierino da grappa, lo si riempie di assenzio e lo si beve.

Ovviamente il sapore della Fata varia da rituale a rituale, quindi la scelta del rituale preferito è a discrezione del consumatore.come berlo.






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