Nick: `Luk4s` Oggetto: Non ne vale la pena. Data: 8/4/2003 17.50.18 Visite: 13
Mr. Zakkoperiopulos non era alto più di quanto non fosse alta la sua cifra di zeri sul conto in banca. Nonostante fosse molto ricco, non era comunque molto alto; gli zeri, si sa, sono poco spessi. Era nato coi baffi, il nostro uomo. Sempre gli stessi baffi, sempre con lo stesso nero. Lo stesso nero del lucido nero per le scarpe. Dava sempre la stessa sensazione di sudato, di sudaticcio, di infamità, di becera adulazione per te che gli stavi di fronte. Tutti sapevano che con la terza mano ti malediva, beffardo. Sul muso i baffi, nel cuore un deserto, e nelle altre due mani, quelle convenzionali, un mucchio di segreti (nella destra), e un cumulo di bugie (nella sinistra). Così s'era arricchito. Zakkoperiopulos la lince, pensavano. Zakkoperiopulos il serpente, mormoravano. In realtà lui era caduto molte volte, nella vita, e aveva sempre tenuto le mani alte. Si era rotto denti contro scalini affilati, si era spaccato il muso cucito e ricucito contro battiscopa aguzzi, si era rotto il femore per non attutire il ruzzolone, ma mai, MAI aveva aperto i palmi, con dentro i suoi segreti, le sue bugie. Era semplice, determinato, caparbio, e votato a quell'unica legge: mai aprire i palmi. A nessuno. La terza mano gli serviva per le altre operazioni. Le donne? Importanti, sì, ma non aveva bisogno di cercarle più di tanto; chissà perchè ma si avvicinavano loro. Io me ne stavo al mare, me ne fregavo. Non lo stimavo, nè lo disprezzavo. Era il mio padrone, e lo obbedivo, ma quando stavo al mare obbedivo solo al sole, alle onde, e avevo una leggera antipatia per la sabbia bagnata nel costume, dalla parte di dietro. Poi stavo a casa, e me ne fottevo. Finchè mi apparve in sogno, una notte. Aveva i guanti. Mi disse che stava male, stava morendo, e non si pentiva. Il mondo è di gesso, mi ripeteva, e io sono stato un Michelangelo senza talento ma con molto arrivismo. Non comparirò nei libri di storia dell'arte, ma me la sono spassata. Sì, signore, ma cosa vuole? Niente. Tranne una cosa. Domani entra nel mio ufficio, tranquillo, ho lasciato detto tutto. Ti chiedo solo una cosa, e ne sarai ricompensato. Prendi la mia terza mano, e gettala nel tuo mare, ancorata al tuo sasso, e fammi rimbalzare tre - DICO TRE - volte sul pelo dell'acqua, dopodichè dimenticami. Esterrefatto, e un pò deluso, non seppi aspettare. Mi avviai verso la ditta, mi fecero entrare. Feci il mio ingresso nel suo ufficio, e trovai Zakkoperiopulos in ginocchio, vestito di rosso, che pregava. Ma perchè io? Gridai. Perchè sei tu che scrivi la storia, fesso. Ma perchè scrivo la storia? Zitto, e prega con me. Pater nostrum qui esturm maplus enzum giurandum... Mani giunte io, mani giunte lui. Una sirena d'ambulanza. Entrano quattro donne vestite da infermiere, con tanto di giarrettiera. Due vanno verso Zakkoperiopulos e lo sollevano. Due vengono verso di me, e mi schiaffeggiano, coi guanti di lattice. Volava, a mani giunte, lasciandomi un segreto : Sono un Dio, e una menzogna : Tutti voi lo siete. Con la terza mano del padrone fermai le mani schiaffeggianti delle infermiere. Era quasi l'alba. Uscii, misi in tasca le 5 dita, il carpo e il metacarpo qua come si chiamano queste ossa rigide. Il mondo mi appariva perfettamente uguale. Non sono altro che un visionario, e tutto finì al primo cassonetto dell'immondizia, nel quale gettai quel lurido arto, e questo racconto assolutamente insensato. Lukas.
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