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E' necessario (Jetlag)
Come sai girare a vuoto è stupendo per noi qui in città dove ogni cosa è bellezza se vuoi in un mondo dove poi visto ke i pazzi sono in libertà certamente capirai ognuno è pazzo del vicino che ha
è necessario simulare una parvenza di normalità per essere scelti per l'amore dando un senso anke all'inutilità
come sai il paradiso si vende fra noi qui in città rimandare è di moda se vuoi in un mondo poi visto ke i pazzi sono in libertà finalmente capirai ke sei un pazzo del vicino ke hai
è necessario simulare una parvenza di normalità per essere scelti per l'amore dando un senso anke all'inutilità
è necessario stare fermi simulando un movimento più in la facendo finta di cercare un centro permanente di gravità
in questo mondo folle poi nn ha più senso riferirsi a noi
è necessario simulare una parvenza di normalità per essere scelti per l'amore dando un senso anke all'inutilità
è necessario stare fermi simulando un movimento più in là facendo finta di cercare un centro permanente di gravità
è necessario simulare una parvenza di normalità
Jetlag
On the air
Anno di uscita: 2005
Etichetta: Sony Music
TRACKLIST:
1. Jet lag effect - Enrico Ghezzi
2. Don't talk to me
3. E' necessario - Max Gazzè
4. Slow Burn - Mario Venuti
5. Industrial (appuntamenti_maledetti) - Giorgia
6. Il gangster dell'amore - La Banda Osiris
7. In amore
8. NuVOLARE - Alessandro Haber
9. Need a call - Martina Topley Bird
10. Martini Disease - Amanda Lear
11. Happiness
12. Soluzioni- Samuele Bersani
13. In Altre Parole - Flavio Ferri e Georgeanne Kalweit
14. Where I am - Andy
«… Jetlag? Ma figurati se esiste il jetlag.» (Enrico Ghezzi)
Il Jetlag esiste. Eccome.
Per Jacques Yves Cousteau, il grandissimo oceanografo ed esploratore, era «la sua droga preferita». Per l’illuminato scrittore di “futurologia” William Gibson è invece il ritardo dell’anima sul corpo: arrivi a Roma da Los Angeles, ma il tuo spirito è rimasto indietro. Ci metterà un po’ a raggiungerti.
Qui invece, con Jetlag, non ci si riferisce a qualche sindrome da carenza di serotonina, ma a un progetto che vuole rappresentare qualcosa di diverso e innovativo nello scenario della musica italiana.
Un progetto che presuppone sia possibile sfruttare, quale stimolo creativo e compositivo, l’interazione fra ambiti artistici differenti, interpellando nomi diversi per sensibilità, disciplina e percorso personale. E senza limitazioni di sorta. Anzi, con l’intento di rendere produttiva l’eventuale decontestualizzazione degli artisti coinvolti. In una sorta di jetlag sonoro, appunto.
Un’idea concepita e realizzata da Livio Magnini, Jacopo Rondinelli ed Emilio Cozzi.
Jetlag vuole anzitutto essere un guest-concept album realizzato in Italia anche con ospiti stranieri.
Sulla scia di progetti come One Giant Leap, o di gruppi come Chemical Brothers, Blu Man Group e Zero 7, Jetlag si avvale di interventi preziosi firmati da ospiti del mondo dello spettacolo.
Le tracce del progetto Jetlag, On the Air, hanno tutte sonorità di matrice elettro-pop pur essendo molto diverse fra loro ed esplorando generi differenti. Non essendo un gruppo tradizionale e in virtù della propria versatilità, il trio si è infatti subito aperto alle suggestioni sonore più varie.
In On the Air si passa da ballad a suggestioni house-oriented, dalle sonorità eighties di un brano all’incedere drum’n’bass di quello successivo.
I suoni sintetici (concepiti in una dimensione home-studio nel quartier generale del trio, l’Animal House) si fondono con il calore degli strumenti acustici, alcuni dei quali costruiti appositamente per il disco dai Jetlag stessi e suonati, fra gli altri, da musicisti della New Power Generation e da Elio Marchesini, percussionista dell’orchestra del Teatro alla Scala di Milano.
La produzione artistica di Livio esalta ulteriormente l’internazionalità del progetto, peraltro masterizzato dal guru californiano Brian Gardner (Eminem, No Doubt, Cristina Aguilera).
Dimensione fondamentale di Jetlag è proprio la sua trasversalità artistica. All’ambito strettamente musicale infatti, i tre Jetlag affiancano un’attenzione particolare nei confronti dell’universo dell’immagine, rappresentando il progetto come una sorta di compagnia aerea virtuale e futuribile attraverso un logo e un concept grafico legati al viaggio.
Il gruppo cura direttamente anche la realizzazione di gadget, video e grafiche con peculiari attinenze ai propri requisiti concettuali.
Oltre ai brani, On the Air include una traccia rom (di 8’) con video-story del progetto, contenente contributi dei Jetlag e dei loro ospiti.
http://www.jetlag.tv/
interessante....
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