Nick: Medy2005 Oggetto: Spero non siano mai Europei Data: 17/6/2005 10.3.37 Visite: 150
Velo islamico "obbligatorio" in Turchia: una minaccia, prima che per l’Occidente e i suoi valori, per quella parte del Paese che si rifà al modello di Stato laico voluto da Kemal Ataturk, il padre-fondatore della moderna Turchia. Una riprova poi, se mai ce ne fosse bisogno, che le credenziali di Ankara per l’ingresso nell’Unione europea sono chiaramente taroccate, perché la classe dirigente e una quota maggioritaria dell’opinione pubblica non intendono affatto adeguarsi alle regole di condotta delle democrazie liberali, che tutelano la separazione tra Stato e Chiesa, la libertà di culto, i diritti delle donne. E questo nonostante le dichiarazioni rese ieri dal presidente della Commissione, Barroso, secondo il quale, in base al «principio della buonafede, gli impegni presi dall’Unione in materia di allargamento devono essere rispettati: tra questi, appunto, l’adesione della Turchia. Vediamo i fatti. Il premier Tayyip Erdogan ha affermato che il partito di radici islamiche, Akp, di cui egli stesso è presidente, è disposto a tenere un referendum sul velo islamico femminile in Turchia, commentando in tv il fatto che all’Università Ataturk di Erzurum le parenti velate di alcuni laureandi non sono state ammesse nell’aula dove si svolgeva la cerimonia di laurea a causa del foulard ("turban") che portavano sul capo. «L’episodio di Erzurum è stato un grave caso di mancanza di rispetto per la storia e per la civiltà», ha detto Erdogan mentre il suo ministro degli Esteri Abdullah Gul ha definito «primitivo» il comportamento delle autorità accademiche di Erzurum. La Corte costituzionale turca ha stabilito qualche anno fa che il copricapo islamico femminile non è ammesso, oltre che negli edifici pubblici, anche nelle Università, ma finora questa proibizione aveva suscitato polemiche solo se a portarlo fossero studentesse. Ma c’è dell’altro: e attiene alle ambizioni politiche dello stesso Erdogan. Sua moglie Eminè, come quella di Gul, Hayrunisa, sono use portare il velo, il che ha condotto alla loro esclusione dalle cerimonie di Stato in Turchia. Quanche giorno fa il leader dell’opposizione, Deniz Baykal, ha sostenuto che, per questa ragione, Erdogan non può aspirare alla carica di capo dello Stato (le elezioni del nuovo presidente sono previste per il giugno 2007) e, anche per questo, ha chiesto elezioni anticipate «entro il 2006». Le norme costituzionali sembrano dare torto a Erdogan: dal 1923 la carta fondamentale prevede tra i suoi principi immodificabili il secolarismo e il modernismo: il velo femminile, vietato del tutto nei primi decenni della Repubblica, è ora tollerato. Ma certo non più di tollerato. "Tutte le cose che sono veramente grandi, a prima vista sembrano impossibili. "
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