Nick: Linjal Oggetto: Contratto di lavoro Data: 24/6/2005 14.31.32 Visite: 137
In questi ultimi anni ha preso il via una strana tendenza in ogni settore: il lavoro a progetto. l'80% delle aziende che abbiano avuto necessità in questi anni di assumere qualcuno, hanno finito per prendere consulenti esterni, che al termine del progetto venivano mandati via. La schiera dei lavoratori autonomi è sempre più grande, peccato che svolgano il lavoro di un dipendente. I contratti che vanno di moda in questo periodo, come il " contratto a progetto " prevedono che ci sia un progetto da portare a termine in un periodo di tempo, che il lavoratore sia completamente autonomo nello svolgere il progetto e che non abbia vincoli ne di dipendenza ne di orario. Tutto ciò non esiste, ma in realtà il lavoratore, che dovrebbe essere autonomo, è costretto a fare orari fissi, a svolgere un lavoro dettatogli giornaliermente da un capo e in pratica viene considerato un dipendente a tempo indeterminato. Chiaramente il consulente viene pagato più di un dipendente perchè le tasse e gli oneri fiscali che la società si assume sono minrori rispetto ad un lavoratore a tempo indeterminato, ma rimane comunque un lavoro precario. Gli stipendi da dipendente oramai, nella maggior parte dei casi non permettono di vivere in maniera autonoma, considerato il costo della vita nelle metropoli dove il lavoro si trova più facilmente. La scelta che viene poi fatta, laddove c'è la possibilità di scegliere tra l'uno a l'altro, rispecchia in toto la cultura della persona. Le persone che hanno spirito d'iniziativa e che pur conoscendo la precarietà del proprio gesto, scelgono i contratti di lavoro autonomi, riescono a mettere qualche soldo da parte ma vivono sul filo del rasoio e sono costretti a cambiare società ogni due anni al massimo, se non molto meno in casi peggiori. Coloro che hanno un contratto a tempo indeterminato difficilmente riescono a staccarsi dalla famiglia e se lo fanno vanno in contro a forti restrizioni; queste persone rischiano poco e pur avendo avuto proposte alletanti( non a tempo indeterminato ) rifiutano per il terrore di perdere la sicurezza del "posto" in cui si crogiolano. L'empasse di questi anni è il simbolo di questa crisi dettata dal volere di quei pochi di far ristagnare l'economia e di rendere la vivibilità un valore d'elite. Io personalmente lavoro da 8 anni come lavoratore autonomo ed ho rifutato molte offerte di lavoro a tempo indeterminato, ma questa mia scelta dipende dal fatto che non ho una famiglia a cui badare; chissà se in un futuro, sarò costretto a capitolare anche io. Io come molti altri per lavorare sono stato costretto a spostarmi a roma, mio malgrado. ESPRIMETE LA VOSTRA OPINIONE E METTETE IN CAMPO LA VOSTRA SITUAZIONE. VORREI, CON IL VOSTRO AIUTO DEFINIRE UN QUADRO PIU' CHIARO. GRAZIE
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