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Nick: Nuje10
Oggetto: POLIZIA PARALLELA E DESTRA EVE
Data: 1/7/2005 14.8.30
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RSIVA.

GENOVA - Aver creato una sorta di 'polizia' parallela nel settore della lotta al terrorismo: questa l' ipotesi di reato che ha portato la Digos della Questura di Genova all'arresto di due persone, non appartenenti alle forze dell'ordine.

I due sono proprio i presunti capi della DSSA, Gaetano Saya e Riccardo Sindoca; entrambi sono stati messi agli arresti domiciliari, il primo a Firenze, il secondo a Pavia. Si tratta di personaggi gia' noti alle cronache.

Dalle prime ore di stamani sono in corso oltre 25 perquisizioni in nove regioni italiane.

Sono partite dalla vicenda di Fabrizio Quattrocchi, la guardia del corpo genovese sequestrata ed uccisa in Iraq nell'aprile dello scorso anno, le indagini della Digos di Genova sulla DSSA. Quattrocchi, tuttavia, non risulta alla Polizia aver mai operato per la DSSA, nonostante quanto scritto nel maggio scorso da un periodico. E' probabile che anche il suo nome sia stato adoperato dall'organizzazione per accreditarsi come servizio segreto parallelo.

Indagando sul fenomeno delle body guards operanti all'estero, gli agenti diretti dal vicequestore Giuseppe Gonan si sono imbattuti nelle investigazioni illegali della DSSA: pedinamenti, indagini, uso illecito di distintivi e di palette in uso alle forze dell'ordine. Con la complicita' degli appartenenti alle forze dell'ordine venivano anche attinte notizie riservate dalle banche dati interne.

Non sono emerse sinora attivita' eversive in senso stretto della DSSA, ma l'impressione e' che obiettivo dell'inchiesta della questura di Genova sia stato anche quello di prevenire ulteriori deviazioni dell'organizzazione, nonche' di fare pulizia tra gli appartenenti alle forze dell'ordine coinvolti, forse in buona fede, dai falsi agenti segreti.

Decine sono gli indagati tra gli appartenenti alla stessa Polizia di Stato, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza ed alla Polizia penitenziaria. L'organizzazione era denominata Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo (DSSA). Alla conferenza stampa in Questura e' prevista la partecipazione anche del procuratore della Repubblica Francesco Lalla.

© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 01/07/2005 13:33

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SAYA GIA' A GIUDIZIO A MILANO PER RAZZISMO
MILANO - Gaetano Saya, fondatore del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale-Nuovo Msi e arrestato oggi nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Genova, e' stato rinviato a giudizio nel novembre dello scorso anno con decreto di citazione diretta dal pm milanese Stefano Civardi per la propaganda di idee fondate sulla superiorita' e l'odio razziale, diffuse attraverso il sito internet 'www.destranazionale.org'. Il processo, iniziato a maggio, e' stato rinviato a ottobre.

Il pm Civardi, che aveva condotto le indagini con il procuratore aggiunto Corrado Carnevali, aveva contestato al presidente del movimento di estrema destra la violazione dell' articolo 3 della legge speciale di attuazione della convenzione di New York sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale.

Le indagini erano partite nel 2003 da una segnalazione alla Digos di Milano sul contenuto del sito internet del nuovo Msi sul quale erano apparse scritte ed immagini, secondo gli inquirenti, dal contenuto inequivocabilmente razzista. Tra le dichiarazioni di principio del movimento, per esempio, quella sull'esistenza della Repubblica Italiana ''una e indivisibile, sovrana e indipendente, fondata sui principi di uguaglianza di tutti i cittadini, quale che sia la loro origine e fede religiosa (tranne quella islamica) in pari diritti e doveri...''. In un'altra parte del sito era poi riportata la massima secondo cui: ''Le razze hanno diversi sviluppi culturali e alcune sono inferiori alle altre''. Poi era stata inserita un'immagine raccapricciante: un neonato con i baffetti alla Hitler e una svastica al braccio che, con aria serena, schiaccia la mano ad un altro neonato con la stella di David sul braccio.

Proprio per queste immagini e massime, nel marzo del 2003, il pm Civardi aveva anche chiesto la chiusura del sito. Il Gip Guido Piffer aveva respinto la richiesta mentre il Tribunale del riesame, cui la Procura si era rivolta, aveva disposto il sequestro della 'Finestra propaganda'. Sequestro che tecnicamente non ci fu perche', nel frattempo, il sito era stato modificato e le frasi e le immagini incriminate erano sparite. Il sito all'epoca della richiesta del primo sequestro era stato visitato da circa 200 mila persone.

© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 01/07/2005 13:34



CI CHIAMAVANO BANDITI CI CHIAMANO TEPPISTI
SIAMO PARTIGIANI SIAMO ANTIFASCISTI

"DIFENDIAMO L'OPERAIO/ DAGLI OLTRAGGI E LE DISFATTE/ CHE L'ARDITO, OGGI, COMBATTE/ PER L'ALTRUI FELI



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POLIZIA PARALLELA E DESTRA EVE   1/7/2005 14.8.30 (89 visite)   Nuje10
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