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Nick: Vivienne
Oggetto: truppe
Data: 8/7/2005 20.55.38
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IRAQ/BERLUSCONI:SOLO RITIRO PARZIALE E CONCORDATO, TRUPPE RESTANO
08/07/2005 - 20:29
Accontenta Calderoli confermando però mantenimento impegni

Gleneagles, 8 lug. (Apcom) - La missione militare italiana non si ferma. Gli attentati a Londra - come accadde un anno fa per quelli di Madrid - non minano la determinazione nella scelta italiana per la lotta al terrorismo. Silvio Berlusconi non ha dubbi sulla scelta del messaggio che nella sala stampa di Gleneagles intende inviare agli indirizzi romani del ministro Calderoli che nel primo pomeriggio aveva chiesto un ritiro concordato delle truppe, ma in fretta.

"Gli impegni - scandisce Berlusconi - si debbono mantenere. Non si possono lasciare a metà". E se ritiro concordato l'alleato leghista chiede, "ritiro concordato, ma parziale" ottiene dal premier che, con un abile gioco di diplomazia, fa rispuntare una vecchia proposta per un rientro di 300 unità a partire da settembre. Ma tanto basta perchè Calderoli, soddisfatto, parli di "empatia" con il premier, e Berlusconi possa chiudere, senza nemmeno doverlo affrontare, un possibile problema di maggioranza.

E dunque Berlusconi porta a casa il doppio risultato: accontentare Calderoli e confermare una linea di coerenza ai propri partner internazionali. Il messaggio, a questi ultimi, è del resto inequivocabile: "sul ritiro delle truppe non cambia nulla. Noi - spiega - cominceremo, come ho già avuto modo di annunciare, con un parziale ritiro di circa 300 unità nel mese di settembre". Un ritiro, sottolinea, di cui "ho avuto modo di parlare con gli alleati e con il governo iracheno". Aggiungendo comunque che "dovremo dare conferma di questa intenzione". Insomma: Usa e Gb stiano tranquilli, in Italia non c'è alcuna deriva alla Zapatero...

Berlusconi, a questo proposito, ha anche ricordato di aver già a più riprese parlato "con il presidente Bush e con Blair di un progressivo ritiro delle nostre truppe man mano che saranno sul campo uomini della polizia e dell'esercito iracheno".

Non c'è però da dimenticare, avverte sempre Berlusconi, che quanto accaduto a Londra è l'ennesima prova dell'esistenza di "una guerra contro l'Occidente da parte di chi vuole dimostrare che la nostra civiltà è una civiltà del male". Uno scontro tra mondi che obbliga l'Italia a restare al fianco dei propri alleati e di "resistere tutti insieme non lesinando alcuno sforzo per potere arrivare a vincere questa guerra". Non solo con le armi: per Berlusconi, infatti, l'arma più potente è quella degli aiuti per "allentare la morsa della povertà", alla base "dei motivi che possono generare il fondamentalismo e quindi il terrorismo".

Restare soli, lascia quindi intendere il premier, non sarebbe una scelta giusta. Quanto accaduto ieri a Londra, avverte infatti Berlusconi, "potrebbe capitare anche a noi". Ma l'allarme - rispetto a ieri - è meno grave. E il presidente del Consiglio non parla di rischi esclusivi per l'Italia, ma per tutti i paesi occidentali. Anche per quelli, come la Francia, che nel conflitto iracheno non sono neppure entrati.

E guardando nuovamente a casa nostra, Berlusconi svela che in Italia c'è "un'allerta a tutto campo sugli obiettivi sensibili ai quali sono stati aggiunti un certo numero di presenze legate alla Gran Bretagna e agli Usa" mirata "ad un irrobustimento" delle misure di sicurezza" anche se, rispetto alle misure messe in campo dopo l'11 settembre, "non c'è nulla di nuovo perchè lo stato di allerta c'è sempre stato e l'attenzione non è mai scemata".

Viene infine presa con 'spirito' la nuova minaccia che ha viaggiato oggi su internet e indirizzata contro lo stesso Berlusconi: "ci sono abituato - spiega - e non sono nemmeno nuove come minacce". Anzi: "ne ho avute varie e a volte anche più pesanti". Ma le minacce forniscono al premier la possibilità di replicare, a mesi di distanza, alle polemiche che lo hanno visto prendere di mira per alcuni lavori di ristrutturazione che hanno riguardato Villa la Certosa: "Proprio da questo - scandisce il premier - nasce l'esigenza della segretazione di alcune mie residenze che pertanto non erano campate per aria, ma basate su fatti concreti asseverati dalle intellingence di altri paesi secondo le quali le tre 'B' - ovvero Berlusconi, Bush e Blair - vengono considerate le persone più esposte a rischi di questo tipo".




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