Nick: Franti Oggetto: Banana Data: 9/7/2005 14.33.5 Visite: 197
Vincenzo Banana era un amico nostro. Intendo dire che era un amico mio e di altri miei amici di Dentecane. Era perchè mò non so che fine abbia fatto. In verità non so neppure io che fine ho fatto "io". Comunque niente, dicevo? Ah sì, Vincenzo Banana. Era un tipo strano Vincenzo Banana, un pò menomato psichicamente forse, non so. Però lo ricordo con affetto. Io spesso lo chiamavo Gled (dalla pubblicità "Gled: l'Assorbiodori") perchè feteva di cicogna morta. E, manco a farlo apposta, al padre di Vicienz', che si chiamava Antonio, lo chiamavano (anzi lo chiamano ) 'Ndonio 'e Cicogna, perchè ha fatto 8 figli. Io lo avrei chiamato 'Ndonio 'e Cuccio (cuccio in avellinese significa Coniglio) ma cmq qualcuno prima di me lo ha soprannominato Cicogna. Vabbè non fa nulla 'sto fatto dell'anticipazione del soprannome. Cmq 'sto Ndonio 'e Cicogna somiglia a Begby di Traispotting, quell'esaurito che mena giù dal davanzale del Pub, un boccale di birra, sfregiando una ragazza. Ritono a Vincenzo Banana, comunque. A 'sto Vincenzo facevamo sempre scherzi. Una volta si lamentava con me e Tonino il Barista che teneva. Si lamentava del fatto che aveva un pesce piccolo. Allora noi gli dicemmo che v'era un rimedio. In pratica doveva strusciarsi la capocchia con delle ortiche appena raccolte e poi, dopo che la capocchia gli bruciava, doveva passarci sopra prima dell'alcool etilico ('o spirito, per intenderci) e poi dell'olio di peperoncino piccante, che dalle nostre parti si chiama pipillo. Vincenzo lo fece e rimase una settimana a casa, nel letto, a cosce aperte. La mamma di Vincenzo Banana, che si chiamava e si chiama Addolorata, ci voleva denunciare. Ma non lo fece perchè si mise in mezzo mia madre che mi struppiò. Con la cintura dei pantaloni di papà. Ma io continuavo a ridere. E' sempre così. Quando ti picchiano le madri, tu, figlio, ridi sempre. Un'altra volta Vincenzo Banana si lamentava che non riusciva a trombare. Io allora gli dissi che "Abbasc' all'Aiomara" (l'Aiomara era il fiume Calore che passava vicino il mio paesello) c'era una famosa puttana bona e che ero disponibile ad accompagnarlo da lei, per una trombata. Vincenzo era contentissimo, dise: "Uà già aggio ntostato, jamm bell' portamm' là". Io chiamai a Gino 'o Nero che aveva la macchina e lo accompagnammo sul posto. In verità Abbasc' a l'Aiomara non c'era nessuna puttana. V'era una coppietta di amici miei, anzi amici no, conoscenti dai, che stavano trombando (come ogni sera facevano) in una A112 di colore beige. Io, Gino e Vincenzo ci appostammo ad una distanza di 200 metri dalla A112. Io dissi a Vincenzo - che era scalpitante - di attendere 10 minuti, che la puttana stava fottendo e che sarebbe venuto il suo turno. Passò un quarto d'ora e dissi a Banana: "Veciè e che cazz! Qua stamm aspettann' assai. Vai là e dicci alla zoccola che facesse ambress". Vincenzo mi rispose: "Sine Pierluì, tieni ragione. Mò vac'". E andò. Io e Gino zitti in macchina. Vincenzo Banana si avvicinò alla A112 e tuzzichiò vicino al finestriello, mentre i due fottevano. Contemporaneamente al tuzzichiamiento sul finestriello, Vincenzo Banana, con tono alquanto scocciato e nervoso, disse : "Aò ricchiò, fa ambress' che aropp' ce stongo io. E jamm che sto arrapato!". Il fidanzato si levò da sopra la fidanzata (insomma smise di fottersela), scese dalla A112 e, senza leggere e scrivere, struppiò Vincenzo Banana. Io e Gino scappammo via ridendo e rimanemmo Vincenzo Banana sul posto. Ridevamo come i pazzi. Banana ritornò a piedi, percorrendo 5 chilometri. Vi sembrerà strano ma io a Vincenzo Banana gli volevo bene. Amaaaaaaaaami ancoraaaaaaaaaaaaaaa Fallo dolcemeeeeeeeeeeenteeeeeeeeeee Solo peeeeeeeeer un'oraaaaaaaaaaa Perdutamenteeeeeeeeeee Ps. -Non è la Nannini, ma i CCCP. |