Nick: Bukowski7 Oggetto: Definizione di normalità Data: 10/7/2005 3.47.36 Visite: 94
(RIASSUNTO) In ambito psicologico possiamo definire "salute" l’assetto di vita della persona, e "normalità" l’assetto funzionale della struttura di personalità del soggetto. A seconda del punto di vista, infatti, la normalità può essere vista come "assenza di patologia" ("non-malattia"), come proiezione ideale ed utopica che coinciderebbe con l’assenza di conflitti di qualsivoglia natura, come "media" quando si tratta di test (ad esempio quello del Q.I.), come conformismo alle norme sociali, e come processo storico, (valutata, quindi, in relazione al processo dinamico di acquisizione e tensione verso un equilibrio interno ottimale di funzionamento). In tale ambito di normalità come processo storico è dunque possibile distinguere una "normalità di stato", interna alla persona, una "normalità di diritto", legata alle norme sociali, ed una "normalità di fatto", legata alla qualità dell’adattamento del soggetto visto come "non-normale". Anche nel caso di un paziente psicotico, ad esempio, il concetto di "normalità di stato" può aiutare l’operatore del settore a lavorare in un’ottica di recupero della funzionalità interna alla persona, il cui scopo non sia quindi l’eliminazione della patologia, ma piuttosto un miglioramento della qualità della vita e un riassesto dell’equilibrio delle dinamiche interne del soggetto. Una definizione di "normalità", quindi, implica una conoscenza dell’assetto di vita del soggetto in esame, per permettere all’operatore del settore di muoversi nella direzione giusta. Non è "normale" postare una cosa del genere, lo so. (In un'ottica di "normalità di stato", sia chiaro) "Quanto sei alto, soldato?" "Signore: 1 e 73, signore!" "1 e 73? Non sapevo che facessero pile di merda così altre, soldato!" "Qui vige l'eguaglianza: non conta un cazzo nessuno!" |