Nick: Jule Oggetto: il takkino induttivista Data: 14/7/2005 10.58.55 Visite: 70
www.forma-mentis.net Karl Raimund POPPER (1902-1994) Popper nasce a Vienna nel 1902 e si laurea in filosofia nel 1928, dopo aver abbandonato la scuola pubblica nel 1918 per proseguire gli studi da solo. Lavora nella clinica di consulenze per l'infanzia di Adler, ottiene l'abilitazione per l'insegnamento nelle scuole primarie nel 1924. Nel 1929 ottiene l'abilitazione all'insegnamento nelle scuole secondarie. Nel 1937, prima dell'annessione dell'Austria da parte della Germania nazista, si trasferisce in Nuova Zelanda (Popper era di origini ebraiche). Nel 1946 si stabilisce in Inghilterra e diventa professore all'università di Londra (la London School of Economics dove insegna logica e metodologia). Abbandona l'insegnamento nel 1969, dopo essere stato insignito del titolo di baronetto nel 1965 ed essere diventato membro della Royal Society. Da rilevare l'atteggiamento interventista che lo contraddistinse sulla questione delle guerre in Corea e in Vietnam, in nome di una lotta senza quartiere contro il male del totalitarismo. Opere principali: Logica della scoperta scientifica (1934); La società aperta e i suoi nemici (1945); Miseria dello storicismo (1957); Epistemologia, razionalità e libertà (1966); La ricerca non ha fine. Autobiografia intellettuale (1976); Società aperta universo aperto (1982); La lezione di questo secolo (1992). * Sommario 1. La critica all'induzione 1b. Il "tacchino induttivista" 2. La critica all'osservativismo: separazione tra contesto della scoperta e contesto della giustificazione 3. Il criterio di falsificazione: l'asimmetria tra verificazione e falsificazione 4. La rivalutazione della metafisica 5. La critica allo storicismo (e al totalitarismo) * 1. La critica all'induzione La prima critica che Popper rivolge alla scienza è quella al processo induttivo, ovvero la formulazione di una teoria generale derivante da una ripetizione empiricamente osservata dei fenomeni. In pratica, l'atteggiamento scientifico sostiene di poter derivare le sue teorie aventi valore universale dall'osservazione ripetuta di un processo causa/effetto, se questo processo si ripete sempre uguale in relazione a due fenomeni si usa affermare che essi sono universalmente legati da una legge necessaria e universale (per una critica analoga a questo processo si vedano Hume e Stuart Mill). Si possono distinguere l'induzione per enumerazione e per negazione: L'induzione per enumerazione non può essere valida per il semplice motivo che non basta osservare la ripetizione di un fenomeno un certo numero di volte per poter affermare che questo si possa ripetere identico anche in futuro (ad esempio, non basta prendere atto che tutte le fragole mature di un campo siano rosse per affermare che ogni fragola nascerà sempre rossa, questa, secondo logica, è una abitudine a riscontrare una frequenza, ma tale frequenza non può escludere in senso assoluto l'eventuale apparire di una fragola blu a rigor di logica). Basterebbe quindi che il fenomeno osservato si ripeta in modo diverso una sola volta per confutare la teoria che generalizza l'evento, e nessun numero di osservazioni ripetute, a meno che non siano infinite, può garantire che il processo sia regola universale. L'induzione per negazione si basa invece sull'eliminazione delle teorie errate. In base a questo metodo, in un gruppo di teorie basterebbe eliminare quelle non valide per poter affermare che quella che rimane sia la teoria giusta. L'errore in questo caso è il considerare finito il numero di teorie rivali. In realtà, lungi dall'essere un gruppo ristretto, il numero di teorie rivali è potenzialmente infinito. Riassumendo, Popper afferma, seguendo la tradizione dell'empirismo che va da Hume a Stuart Mill, che l'abitudine ad osservare la ripetizione di un evento non può essere presa a fondamento per stabilire una connessione e una regola universale che esprima una qualsiasi necessità riguardante l'evento. I fatti sono individuali e specifici, nessuna osservazione del fatto specifico può fondare principi che generalizzano la singolarità degli eventi. 1b. Il "tacchino induttivista" Esiste una storiella relativa alla critica all'induzione, la quale, pur originariamente pensata da Bertrand Russell (la storiella è citata nel The Problems of Philosophy), viene comunemente attribuita, nella sua forma più elaborata, a Karl Popper: è la storiella del "tacchino induttivista" (inductivist turkey). Popper descrive questa situazione: esisteva un tacchino in un allevamento al quale veniva portato il cibo sempre alle 9 di mattina. Il tacchino osservava dunque che qualsiasi giorno della settimana, che vi fosse stato il sole o il cattivo tempo, il cibo gli veniva portato sempre alla stessa ora. Da queste osservazioni ripetute e identiche in qualsiasi condizione meteorologica e che erano comuni per tutti i giorni della settimana, il tacchino applicò il metodo induttivo quando formulò la teoria seguente: "mi danno il cibo sempre alle 9 di mattina". Tuttavia, alla vigilia di Natale, il tacchino constatò a sue spese il venire meno di questa regola: il tacchino venne ucciso e servito a tavola. Questa storiella dimostra quindi il meccanismo erroneo che porta l'osservazione ripetuta di un fenomeno a fondare una legge universale: ancora una volta è chiaro che nessun numero di osservazioni identiche può affermare nulla circa l'universalità della legge che sembra esprimere
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