Nick: schuFFoLa Oggetto: VOLONTARIATO ALL ESTERO Data: 26/7/2005 18.35.26 Visite: 146
Questa cosa l'ho scritta un pò di tempo fa,quando mi sono accorta che il mio posto è accanto a chi ha veramente bisogno di aiuto. Vorrei solo rendervi partecipe della mia esperienza come volontaria all'estero,non è un post per raccogliere indici di ascolto elevato o cose simili. Il mio lavoro mi appassiona così tanto che spero di andarmene in Africa,o nel Sud Est asiatico,una volta giunto gennaio. Wè non annoiatevi troppo Pomeriggio freddo ma soleggiato a Czestochowa. Qui l'estate sembra non arrivare mai. Abbiamo appuntamento alle 15.00 in associazione. Con un pò di ritardo arriviamo a Manganowa,e ad aspettarci ci sono i bimbi che dopo averci salutato con un bacino sulla guancia si lanciano di corsa verso il fiume del BOISKO,passando sotto gli alberi ormai in fiore. Oggi al fiume di lanciano corone di fiori,questo è il periodo proprizio all'amore e lo si inaugura così. E'festa oggi. Il mio sguardo scorre sui visi di Marek,Mateusz,David e Sebastian. Ma ancora di più su quello di Konrad. E' lui il più piccolo dell'associazione. Ha 6 anni. Ognuno di loro ha una storia diversa alle spalle,ma in comune hanno tutti una mamma che non gli fa trovare una merendina al loro ritorno a casa,ne hanno un papà a portarli a cavalluccio sulle spalle..Ubriaco com'è riesce a malapena a reggersi in piedi. Tutte le volte che mi ritrovo a pensare alla mia vita mi domando sempre :"Come può cambiare così tanto il mondo,non solo dall'occidente all'oriente,dal nord al sud,ma in così pochi kilometri di distanza?" Non che la cittadina di Czestochowa non sia ricca e sfarzosa,ma non a tutti permette di vivere decentemente. Nel quartiere dove vivono la maggior parte dei bambini che frequentano l'associazione di Manganowa,mancano alcune di queste necessità di base,come mancano i servizi igienici,le finestre nelle abitazioni,e a volte sembra quasi impossibile cercare di migliorare la loro vita e quella della propria famiglia. Mi chiedo come e perchè questi bambini,sempre pronti ad accoglierti con il sorriso stampato in faccia nonostante abbiano avuto una brutta giornata,debbano passare sette giorni alla settimana lottando per avere in tavola una zuppa calda o del latte,spesso dimenticandosi di essere bambini. Li guardo comportarsi da grandi,e poi però litigare per una caramella,piangere dinanzi alle assistenti sociali che spesso vengono a far visita alla struttura in cui operiamo. Li vedo tristi perchè alle 8 della sera,quando l'associazione chiude,sanno di dover aspettare l'indomani per giocare,perchè a casa loro non hanno niente,se non una palla tutta rotta. Io non so come riescano ad essere felici nella loro infelicità. Questa è la domanda con cui mi abbandono al sonno ogni sera. Sempre più dubbiosa,sempre più stupita,sempre più ricca di tutto quello che le persone del campo mi danno:dal sorriso dei bambini che popolano la comunità sempre scalzi e sporchi,ma con lo sguardo profondo di chi sembra abbia la consapevolezza di quanto la vita possa essere difficile indipendentemente dall'età. A volte mi dico che questa è una realtà che non mi appartiene. Ma la maggior parte delle volte sono consapevole di far parte di una presente che si trova dietro l'angolo di casa mia,e che fino a qualche anno fa ignoravo. Tutti dovrebbero essere a conoscenza di un mondo dove IO ho l'opportunità di scegliere di vivere in un mondo non perfetto certo,ma dove i diritti umani non sono solo sulla carta. Un diritto che spesso a loro viene immancabilmente negato. Si va ai concerti contro la guerra,contro la fame,contro la povertà,si mettono le bandiere della pace fuori ai balconi,ma quando si tratta di fare le valige e partire per un altro paese perchè ci si tira indietro? Io non so da cosa derivi questa paura. Ma penso che siano i bambini che fra trent'anni non saranno più bambini e avranno in mano il mondo. Perchè questi bambini sono lasciati ai margini del progresso? Per i bambini la povertà significa non sapere cosa sono delle nike o delle adidas,significa sapere cosa significa non mangiare,se non cibi scaduti,significa essere in contatto quotidianamente con le malattie. Significa saper andare a scuola,ma non apprendere come tutti,perchè non si hanno i soldi per acquistare i libri. La povertà significa anche violenza. Quella che io stessa ho conosciuto su una bambina di appena 11 anni. La disperazione di una mamma che ha il figlio drogato o alcolizzato. Viviamo nel lusso,e ci spaventiamo di chi sta nella merda. In un mondo globalizzato come il nostro,le isole felici sono illusorie. Perchè non capiamo che un mondo del genere non è stabile,neanche per chi è abituato come noi a Versace e D&G? Dove ci porterà tutto questo nostro egoismo? Mah.
*LA PACE NON SI IMPONE CON LE ARMI* |